Recinti .

 Quando siamo arrivati qui abbiamo trovato una parte di terreno recintata , la più prossima alla casa, e ne siamo stati contenti, nella prima casa in cui abbiamo abitato non avevamo recinto, era un problema liberare i cani , dovevamo tenerli legati o chiusi in un piccolo spazio e comunque alla fine i nostri vicini ce ne hanno avvelenati tre. Lasciamo stare. Nella seconda casa, sempre senza recinzione, ho capito che i nostri animali potevano seriamente minacciare i selvatici, mentre quando siamo arrivati qui, nel corso della prima raccolta delle olive, un cinghiale ferì gravemente la Lilli , la nostra cagna più vecchia, che era l'unica a seguirci nei campi perché più giudiziosa ed esperta . Questa faccenda dei recinti è una cosa molto più profonda di quel che può sembrare e merita di essere affrontata un'altra volta.
Ora sto proprio attenta, perchè qui è pieno di cinghiali . Per la prima volta la scorsa primavera , mentre bruciavo le potature degli olivi ed erano un pò più delle otto di sera ho sentito fortissimo e molto vicino il verso del cinghiale. Ricordo di aver pensato che se voleva faceva prima ad arrivare lui (o lei) da me che io al cancello . Ho fatto una corsa in salita che mi ha levato il fiato e sono rimasta ad ascoltare i loro versi aldilà del cancello insieme ai cani , attentissimi. C'era ancora il Chicco. Ora sto pensando di iniziare a colonizzare lo spazio fuori del cancello, che è per metà oliveto per metà bosco, o meglio campi abbandonati. In questi giorni ho ripulito un greppo dai rovi (greppo non so se tutti lo capiscono, ma non so che altra parola usare), il nostro terreno è terrazzato con alcune terrazze piuttosto strette . Avevo piantato lungo una di queste terrazze, la più vicina , parecchie piante "facili": rosmarino, salvia comune dalle foglie grandi, centranthus ruber ,astri settembrini dell'Antoinette di tre tipi diversi, una piccola phlomis fruticosa che avevo ottenuto da talea, diversi cespi di pennisetum villosum , gelsomino di San Giuseppe, cerastium, garofanini .
Qui da noi questi bordi dei campi si chiamano prode, e questa è una lunga proda da cui avevo tolto rovi e erbe selvatiche, che però in estate avevano di nuovo coperto tutto . Credevo davvero di non ritrovarci più niente e mi stava pensiero dire all'Antoinette che le sue piantine erano sparite .
Per fortuna non ho dovuto, i settembrini (piccini ,eh!) erano perfino fioriti, poveracci. Di piante facili ne ho un gran numero, poi ho una terra che è una meraviglia e mi viene l'impulso di mettere fuori del cancello un sacco di roba , ma devo stare attenta che si possano raggiungere con l'acqua nei momenti più difficili e che non siano appetibili da cinghiali, istrici e caprioli. Quindi per ora niente iris ed hemerocallis , men che meno tulipani, narcisi e roba simile. Sarebbe bello far naturalizzare le bulbose, quando si stava a San Fabiano c'era un campo di tulipani inselvatichiti , ma ora credo che i cinghiali lo abbiano arato per mangiarseli . Gli Hemerocallis se li mangiano gli umani in Cina, vuoi che non piacciano agli istrici? Questo mi ricorda un libro bello e tanto triste che ho letto due o tre anni fa "Il totem del lupo". Mentre lavoravo nei campi e facevo posto ad alcuni cespi di Phalaris arundinacea picta che spero diventino grandi l'anno prossimo mi godevo i miei olivi che quest'anno sono carichi di frutti e bellissimi . Se non è felicità questa...Poi ci sono un sacco di cose che non vanno, non ritrovo lavoro, i pomodori sono stati assaliti dalle cimici , parecchi cavoli sembra che abbiano avuto l'ormone nanizzante e basta accendere la televisione , ma è anche vero che quella piccola felicità che ho qui a portata di mano, compreso la mia famiglia e l'affetto dei miei amici, non me la faccio inquinare da nessuno.