Adriana Zarri ci lascia.

In questi giorni è morta Adriana Zarri , un'anziana signora, teologa e scrittrice , che aveva vissuto dal 1975 in una forma di romitaggio volontario, una figura al margine della Chiesa ufficiale, interessante e tormentata, che Michele Santoro aveva chiamato a partecipare ad un ciclo delle sue trasmissioni.  Io l'avevo conosciuta così. Mi piaceva molto, era nella linea di Don Milani, del parroco dell'Isolotto a Firenze, di altri preti che negli anni intorno al '68 avevano testimoniato un Vangelo non "conforme", ma vivo e incarnato. Anni fa comparve su Gardenia un servizio sulla sua casa di Strambino, vicino a Torino, l'ultima in cui ha vissuto, semplice e bella, dove  c'era un'immensa rosa banksiae e un bel pò di gatti.

Sapete, vado a fare ginnastica, ma è riduttivo chiamarla così, diciamo yoga, due volte alla settimana e per me funziona benissimo. Ci insegna Daniela, che saluto. In questi corsi ho ovviamente compagnia, signore della mia età e oltre con cui capita di parlare di tante cose. Per molte di loro il '68 è stato la rovina del tempo presente. Si ricordano solo del 6 politico e della droga. Io che da giovane ero tanto polemica mi mordo la lingua e fra un pò la ingoio. Mi chiedo se eravamo in mondi diversi quando c'era Don Milani, il maestro Mario Lodi, l'Isolotto, fratel Carlo Carretto a Spello, la chiesa di Taizè che tirava giù il muro di fondo e attaccava una tenda da circo per accogliere tutti i ragazzi che arrivavano, e frère Roger che ascoltava tutti con vero interesse. E queste sono solo alcune cose che nel mio piccolissimo ho sperimentato, ma il mondo era un crogiolo di esperienze, non come la omogeneizzazione di ora, veline e velone , chirurgia plastica e vacanze miliardarie, e ignoranza. Meglio l'eremo. 

Cara signora Zarri , che Dio ce ne mandi altre come lei, che possiamo vederle e riconoscerle. Gente così ci fa alzare in piedi, scuoterci dal torpore e riprendere il cammino con più fiducia.