La nuvola nera , fiaba scientifica per adulti .

Cielo in tempesta fotografato da mia figlia Gaia

Uno dei primi libri di fantascienza che ho letto è stato "La nuvola nera " di Fred Hoyle. Arrivò qualche anno dopo le fiabe, potevo avere 11 o 12 anni. Me lo diede il mio babbo, che faceva per me delle scelte di lettura almeno originali,  ma prima me lo raccontò un pò, e mi prese la curiosità di leggerlo. Era un libro per adulti,  se una storia gli piaceva me la raccontava , anche se dentro c'erano cose molto grandi per la testa di una bambina, per una mente che cresce.  La fantascienza affronta cose tipo l'eternità, la fine del tempo,  se l'universo è finito o infinito, e oltre i suoi limiti cosa c'è, il futuro con i suoi possibili sviluppi, la sovrappopolazione del pianeta, i viaggi nello spazio, la creazione dell'intelligenza artificiale,  i rapporti fra i robot e gli esseri umani, la morte del Sole,  la colonizzazione di altri pianeti, il confronto con altre specie.

Sir Fred Hoyle era un astronomo inglese, morto nel 2001, noto per aver elaborato una teoria secondo cui l'universo si espande perché continuamente si crea nuova materia. Altre teorie sostengono che la materia è quella che è, e con l'espansione si rarefà sempre di più, i corpi si allontanano gli uni dagli altri costantemente.
La sua teoria è stata rapidamente superata, o forse messa da parte, ma credo che sia ancora utile.
Quando ero bambina ero affascinata da queste cose e il mio babbo me le spiegava rendendole semplici. Fred Hoyle mi piaceva molto perché con le sue teorie eliminava alcune mie inquietudini sulla sorte dell'universo e di noi che  ci viviamo. In sostanza un universo in chiave puramente materialista già allora non mi piaceva. Egli scrisse almeno due romanzi che ho letto. "A come Andromeda " é più conosciuto in Italia, perché ne ricavarono una fiction. "La nuvola nera" sarebbe stato più difficile da rappresentare. 

 

Fred Hoyle





Gli osservatori astronomici della Terra registrano nello spazio un fenomeno inquietante: si sta avvicinando al sistema solare una grande nube di gas, che in breve tempo si sistemerà fra il  nostro pianeta e il Sole, oscurandolo e modificando le condizioni di vita.  Per monitorare la situazione vengono chiamati  scienziati di varie discipline, astronomi, fisici, climatologi  che seguano il fenomeno e predispongano un piano di emergenza. Una parte del libro è dedicata alla descrizione dei guai che la presenza della nube provoca e ai tentativi di questi studiosi di porre rimedio, e intanto leggendo ci si affeziona agli studiosi, soprattutto a uno di loro, e si partecipa alla loro angoscia e frustrazione nel vedere il pianeta sconvolto da catastrofi, che potete ben immaginare per tutti i film  successivi  che si sono sbizzarriti sull'argomento e anche per quello che sta succedendo per il cambiamento del clima. Nel libro c'è anche una piccola storia d'amore. Ad un certo punto ci si accorge che la nube di gas è  molto di più di quel che sembra, è un  immenso essere vivente.  Una creatura degli spazi interstellari che si è avvicinata al Sole per fare il pieno di energia, per nutrirsi, in sostanza. Gli scienziati trovano il modo di comunicare con essa, in un linguaggio matematico, quello che si usa per i computer, a base di due soli elementi : 1 e 0. Inizia un lungo scambio con la nuvola, che racconta di sé e si stupisce della presenza di vita intelligente sul terzo pianeta di quel sistema solare, cosa che non avrebbe mai sospettato, vista l'enorme differenza fra essa e gli uomini. Come se noi ci ritrovassimo a parlare con un batterio. La nube dialoga con gli scienziati solo con una parte del suo "cervello", una parte minima, il resto è impegnato in altre cos , come la comunicazione con altri individui della sua specie, che sono presenti nelle vicinanze, cioè a parecchi anni luce di distanza. Gli scienziati le chiedono di allontanarsi dal Sole, per permettere di ripristinare le condizioni più adatte alla vita degli uomini e degli animali, che stanno morendo in gran numero, ma la nuvola considera l'incidente della sua presenza una cosa poco importante da cui il pianeta si riprenderà dopo che si sarà allontanata. Mentre  staziona intorno al Sole gli scienziati dialogano con questo straordinario essere, e le pongono la domanda più grande di tutte. Una creatura con un'intelligenza così vasta potrà sapere se Dio esiste? Se c'è un creatore dell'universo? La nuvola risponde di essersi posta questo problema, che si tratta di una questione dibattuta fra i componenti della sua specie, e che a volte capita, in occasione di particolari eventi cosmici, che si possano raccogliere informazioni su questa questione, alla quale neanche loro hanno dato una risposta. La nuvola nera continua ad oscurare il cielo della terra e al protagonista della storia viene un 'idea, quella di approfittare della sua presenza per farsi dare informazioni. Farsi istruire nei vari campi della scienza. Predispongono una macchina che servirà a mettere in contatto la grande mente della nuvola con la piccola mente dell'uomo e lo scienziato protagonista, che brucia di desiderio di conoscenza, si propone come interlocutore della nube. E' un grande sogno che pensa di realizzare ed è preso da una frenesia e da un'eccitazione che  hanno qualcosa di malato.

Intanto però succede che un'altro individuo "nuvola" , relativamente vicino, è rimasto vittima proprio della ricerca di "Dio", che poi è la ricerca più importante di tutte per questi esseri. La nuvola nera, avvisata dai suoi simili, è la più vicina all'evento cosmico che l'ha coinvolto e ne ha determinato la morte e quindi deve rapidamente allontanarsi dal Sole per raccogliere informazioni. Gli scienziati allora affrettano l'operazione di trasferimento dati e il protagonista della storia ci si sottopone, ma si sente male, non  ne sopporta lo stress. Tenta più volte e poi capisce qual è il problema, lui conosce troppe cose, ha la mente piena di nozioni, che devono essere cancellate, per far posto alla conoscenza che arriva dalla nuvola, che cozza con tutta la sua cultura e lo sottopone ad una specie di riprogrammazione insopportabile. Prima di morire suggerisce di sottoporre al processo di apprendimento una persona ignorante, un giardiniere che lavora all'osservatorio, una mente vergine che funzionerà molto meglio di lui come vaso della conoscenza.  La nuvola si allontanerà e lascerà agli uomini un dono di sapere inestimabile. Questo è tutto ciò che mi ricordo, oltre al fatto che il libro mi piacque moltissimo.

"La nuvola nera" mi sembrò  una storia appassionante, scritta con abilità da uno studioso brillante che ha avuto un ruolo nella storia dell'astronomia moderna. Se lo rileggessi gli troverei dei difetti, è sicuramente un pò datato. Io gli sono affezionata per avermi  introdotto, da ragazzina, a grandi temi scientifici ed umani come le eterne domande su Dio e la creazione viste da una prospettiva che mi appariva nuova e non convenzionale rispetto ai racconti della dottrina o alle cose che normalmente si dicono ai bambini. Una storia che parlava della ricerca di Dio e di tante altre cose senza passare da tutta la teologia giudaico cristiana. E' una grande avventura immaginata da un astronomo, abbastanza credibile e piena di riferimenti reali, un pò come Contact, il film tratto dal libro di un altro scienziato, Carl Sagan. E' anche una spia di come gli scienziati si sentano superiori e onniscienti. E' una delle cose che mi restano del mio babbo, che faceva l'ingegnere, e era appassionato di scienza e soprattutto astronomia.  Era stato progioniero in un campo di lavoro in Germania e quando ne era uscito pesava 38 kg. Dopo tutto quello che aveva visto in prigionia non era un uomo disperato, ma anche se aveva spazi di irrazionalità, credeva nei numeri  e gli piacevano gli studi scientifici, che continuava a coltivare per puro piacere. Quando è morto io sono andata una sola volta nel suo studio, non avevo le chiavi, nonostante fossi anche io sua erede e soprattutto sua figlia. Presi un'agenda ,( e mi sembrò di rubare ), dove aveva scritto con la sua grafia particolarissima una lunga dimostrazione. Per qualche anno ci siamo chiesti cosa ci fosse in quelle pagine e io pensavo che nessuno di noi in casa sarebbe mai stato in grado di capirci qualcosa. Poi mia figlia grande si iscrisse alla facoltà di fisica e cominciò a dare alcuni esami. Un giorno arrivò con l'agenda in mano:
 "Mamma, il nonno ha dimostrato la relatività, ed è molto più chiara della dimostrazione del professore!"
Avevamo svelato il mistero dell'agenda. Credo che se ci vede sarà dispiaciuto, perché  mia figlia  ha cambiato facoltà. Gli sarebbe piaciuto avere un fisico fra i suoi discendenti, ma penso sia contento anche di una studiosa di scienze della Terra.