Imbiancare .

Troppo caldo, troppo. Chiudo gli occhi su quello che accade nel mondo intorno, i boschi ingialliscono, le cosmee sono letteralmente bruciate ...
Ho risistemato la mia camera, l'avevamo imbiancata undici anni fa, usando una vernice ecologica comprata a Firenze da Elicona, di quelle dove c'è, fra gli ingredienti, anche l'albume d'uovo. Avevo ottenuto, con un pigmento naturale, un colore rosa, che però non era del tutto omogeneo, e,  mentre lo stendevo, mi sembrava disordinato, invece poi l'effetto era così caldo e gradevole, naturale,  che ora mi dispiaceva coprire quell'imbiancatura . Alla fine per igiene  l'ho fatto, con un altro tipo di vernice ai silicati ( Keim) che trovo ad Arezzo, colorata sempre di rosa. Chiarissimo, antico rosa.   Ho verniciato anche il parquet, trattato e levigato anche lui 11 anni fa, rischiavo di doverlo trattare di nuovo, cosa molto costosa, invece, con questa vernice all'acqua, penso che durerà ancora molto tempo. La camera, alla fine del lavoro, era  quasi vuota, solo un vecchio armadio molto bello, che mi piace, di legno biondo, il parquet di nuovo lucido, le pareti rosa con pochissime cose appese. A posto così , mi pareva due giorni fa, quasi vuota .

Che bello il vuoto ! Si apprezza il soffitto di legno, il colore delle pareti, la luce che entra dalla finestra, il legno a terra . Mi era venuta voglia di fare come i giapponesi, che tirano fuori l'occorrente per dormire ogni notte, lasciando tutto libero di giorno. Sono io che ho bisogno di sgombrare, allargare , liberare.  Tenere solo  l'essenziale.

Mi torna in mente una cosa successa quando ero bambina. Vennero a trovarci dei parenti delle mamma a cui teneva molto. Eravamo da poco nella casa nuova, non ancora arredata del tutto, per la mamma era un piacere indescrivibile andare dai rigattieri, diventati poi tutti antiquari, a scegliere vecchi mobili da far restaurare, uno per uno. L'arredamento progrediva lentamente.
Arrivarono questi parenti: lui americano, funzionario d'ambasciata, alto, cordiale, un americano dei film, bell'uomo, con delle grandi orecchie a sventola. Lei italiana del Molin Nuovo,  bella, bella come una foto antica, graziosa, una crocchia morbida di capelli scuri.
Tutti e due  semplicissimi, vivevano nelle ambasciate, un periodo in Marocco, un periodo a Bangkok, in quei mesi in Giappone. Lei aveva degli abiti di  tessuto sintetico e la mamma diceva :
"La Bruna, così bella, elegante, mette addosso quella robaccia! Dice che lo fa perché durante i viaggi lava i vestiti in camera e la mattina dopo sono asciutti, senza stirare!" Era allibita.
Nel soggiorno di casa nostra non c'era niente, una grande parete tutta vetri, affacciata sul panorama della campagna / periferia , ancora tutto godibile, e un tappeto persiano che la mamma aveva comprato al mare .  Quando arrivarono Paul e la Bruna, che era sua cugina, la mamma, mortificata , aprì la porta del soggiorno (mostrava la casa nuova) e disse che ancora era così... vuoto.
I due entrarono sorridendo, si guardarono intorno e dissero che era molto bello e che loro, in Giappone, avevano imparato a sedersi così.. e si sedettero sul bordo del tappeto a gambe incrociate, come a Tokio, battendo le mani a terra per invitare tutti a sedere. Noi bambini fummo subito conquistati. La mamma e il babbo timidamente si sedette. Ci mettemmo a chiacchierare con allegria. Una serata meravigliosa. Non li dimenticherò mai , Paul e la Bruna. Si erano incontrati in guerra, si sono amati per tutta la vita. Una cosa rara.


Bene. La mia camera ha riavuto il suo letto e due comodini, cioè un tavolino di vimini e una piccola cassa antica.  Una seggiolina leggera all'angolo della stanza. Sopra il letto il quadro che Remo Gardeschi ci regalò quando ci sposammo. E' ancora abbastanza vuota e sembra nuova, ogni tanto vado a guardarla. Come disse un' amica quando fece  mettere il parquet in camera, contro il parere di tutti, e rientrò a dormire la prima sera dopo i lavori "Sembra di essere in albergo!"