Viaggio all'est

Ormai che ci sono racconterò ancora un pò di cose su quel viaggio di una settimana, in pulman , Polonia  Ungheria. Auschwitz fu solo una tappa , rimango dell'idea che in un posto così si dovrebbe andare come in pellegrinaggio, in un viaggio interiore, e non un pezzo di un itinerario .
Auschwitz allora veniva conservato dai polacchi così com'era stato, solo tenuto  pulito . In giro per il paese c'erano pochi soldi e poche merci e conservare Auschwitz forse poteva essere un lusso, ma lo facevano, era un atto di Civiltà . Pare che i tedeschi già negassero alcune memorie, e alcuni lager li avessero già fisicamente cancellati . D'altra parte è diverso vivere certe storie da protagonisti o subirle, come è diverso il senso di colpa dalla rivendicazione del dolore .
I forni crematori erano ancora affumicati , si doveva sentire  l'odore, ad avvicinarsi . C'erano queste stanze impossibili , dove ogni oggetto ammucchiato alla rinfusa era appartenuto ad una vita buttata via . Si erano ingegnati gli assassini e pianificando lo sterminio avevano cercato di fare qualcosa con gli oggetti e perfino con i corpi, uccidere tanta gente senza farne niente, di loro e dei loro averi , impossibile!, avevano fatto anche del sapone. Quelli nelle stanze erano i resti inutilizzati.  La banalità del male, appunto. Uscimmo dalla visita ad Auschwitz come se ci avessero preso a schiaffi in faccia, inebetiti, ma poi il resto del viaggio fu di tutt'altro tenore.
Camminammo per Cracovia di giorno e di notte . Di giorno ricordo un negozio di frutta e verdura che aveva in vetrina, come fosse la merce migliore esposta , un gran mucchio di meline rinsecchite, che qui sarebbero state considerate di seconda scelta o destinate agli animali . C'era molta povertà.
 Entrammo nella cattedrale . Giovanni Paolo Secondo era Papa da qualche anno e proveniva da lì, era cresciuto anche fra quelle strade e aveva pregato in quella grande chiesa oscura, poco illuminata, una cattedrale orientale con molte icone . Alle pareti luccicavano moltissimi  ex voto, tappezzavano i muri,  venivano continuamente attaccati per chiedere o ringraziare, cuori gambe e bambini di latta brillante . Tutto mi diede l'idea di un sentimento religioso cupo e pesantissimo, diverso da quell'aria felice, controversa, ma libera che respiravo nelle nostre chiese in quegli anni.
Mi chiesi se quel sacerdote polacco poteva essere un buon Papa per il resto del mondo, oltre che per i suoi conterranei, se non rappresentasse una specie di controriforma, una risposta di chiusura al Concilio Vaticano Secondo.
Per le strade, di notte, giravano ubriachi silenziosi in bicicletta o a piedi , sbandavano o cadevano a terra,  immagine di una solitaria disperazione, bastonati o portati via da solerti e silenziosi poliziotti .Una sera andammo a cena in un locale con spettacolo: la cena era abbondante e per noi molto a buon mercato, il piatto forte erano delle scaloppine ai funghi. Ricordo sempre qualcosa del cibo, perché mi piace molto mangiare .

Lo spettacolo era una ragazza molto bella,  languida  e fredda, che si spogliava , aveva un piccolo costume luccicante . Ero imbarazzata , non avevo mai assistito ad una cosa simile e potendo scegliere non l'avrei fatto neanche quella sera . C'era un brusio diverso dal chiasso assordante dei nostri locali . Ad un certo punto, durante lo spogliarello, qualcuno mosse bruscamente tavoli e sedie e si capì che era in corso una rissa, silenziosa anche quella , a parte il rumore degli oggetti spostati con violenza. Fu subito sedata . Ci rimase l'impressione di un popolo molto compresso, violento e triste , che poteva esplodere da un momento all'altro. L'Ungheria, al confronto, fu banale e da cartolina , ricordo quasi niente , una sfilata del Primo Maggio, celebrativa, piena di gente , ma per me insignificante . Una cena , con un piatto di goulash e  due persone che suonavano il violino fra i tavoli , una musica da zingari meravigliosa. E la visione di Budapest lungo il Danubio .