Esagerati, per un pò di neve !



Avevano annunciato la neve da alcuni giorni e io, ieri pomeriggio, ero preoccupata soprattutto di non arrivare al lavoro in tempo, e poi, una volta finito il lavoro, di non riuscire a tornare a casa in macchina. Così sono partita  appena ho visto scendere i primi fiocchi , piccoli e radi , e alle 16 ero già in città. Poi ho chiesto a mia figlia di accompagnarmi al lavoro e tenersi la macchina e a mezzanotte la mia nuova datrice di lavoro mi ha accompagnato dalla mia suocera, dove stanno da un pò le mie figliole. A mezzanotte e un quarto ho suonato il campanello, a terra c'era poca neve , ma già si respirava meglio , l'aria era più pulita. La mia suocera è venuta alla porta in camicia da notte, le mie figliole mi hanno "fatto posto" , una mi ha ceduto il letto per dormire  sul divano , la mia suocera ha trovato delle coperte e un lenzuolo, e abbiamo rifatto il letto. Ero stanca morta . La nonna era sorridente e eccitata, le piace quando arriva gente, anche così tardi nella notte, le ho detto che la sua è una casa accogliente e la mia figlia più piccola ha esclamato " Nonna , qui è sempre rumba!"
Siamo state  un pò sedute a chiacchierare, e intanto passava nella strada lo spazzaneve, la mia figlia più piccola saltava su per vederlo dalla finestra e ci siamo ricordate di quando da piccola gridava per essere sollevata e vedere il camion della spazzatura, che le piaceva tanto . Ci ha spiegato che le piaceva soprattutto il fatto che sollevasse i bidoni e scaraventasse il contenuto nella propria pancia , la affascinava la confusione e lo sbatacchiamento, così come le pare interessante, adesso, il camion dell'autospurgo, con quei grossi tubi che ingoiano i liquidi , sì , ha detto la sua sorella, ma dal puzzo non ci si sta vicino.


Siamo andate a dormire e mia figlia  più piccola mi ha raccontato un pò di cose successe in questi giorni, ma dovevo stare attenta a come mi muovevo sul letto, le reti sono vecchie e morbide e io rischiavo di cadere di sotto ogni volta che mi giravo, mentre il mio letto di casa è rigido e affidabile. Mi aveva detto di chiudere bene la porta che la nonna russa forte, sennò non si dorme. Mi svegliavo ogni tanto e sentivo un ronfare profondo . La mattina presto il signore del piano di sopra parlava con la moglie a voce altissima , immaginate che i puntini siano molte parole che non capivo :" ......84 anni!....rincoglionito, ma io non sono mica..... " Ha berciato parecchio, con esclamazioni e qualche parolaccia, almeno fino alle otto . Mi sono alzata e la mia figlia grande era già al computer, sta lavorando per un'imprenditrice orafa che le fa scrivere e mail in inglese o fare delle telefonate nella stessa lingua. Pagata poco e impegnata per molto tempo : è un lavoro che le è capitato per caso , ma ha a che fare perfino con l'intermediario di una principessa araba che compra ad Arezzo molte catene d'oro, e questo dev'essere per forza divertente . Fuori, per le strade di città,  era già tutto bianco.Tanto c'ero ho spazzato la camera delle ragazze, rifatto i letti e mi sono occupata di alcune cose sospese.  Ha chiamato mio marito e ha detto che non mi azzardassi a tornare a casa, ci sono 40 cm di neve, ha detto, ma io non resistevo, volevo tornare a casa mia, il pensiero di dormire di nuovo nel letto ondeggiante e la sveglia del piano di sopra non mi attiravano affatto, e poi  oggi è il giorno di riposo settimanale . Così mi sono messa in viaggio, a piedi, perché con la macchina non era proprio il caso . Sono andata alla stazione a prendere il trenino per la Val di Chiana, ormai era già mezzogiorno, e di solito i treni per gli studenti sono garantiti.






Sono passata a salutare la Marcella , un'amica rumena  che è venuta per lavorare d'inverno ad Arezzo in un hotel , lasciando ancora una volta a casa la famiglia, il marito e la figlia. Il trenino è arrivato in orario, ma è partito dopo mezz'ora . Pian piano, scivolando sui  binari coperti di neve, siamo arrivati alla mia fermata . Scendendo sono rimasta sorpresa, sono affondata nella neve soffice fin quasi al ginocchi . Dire 40 cm di neve e doverci camminare in mezzo sono cose diverse. La strada era abbastanza libera e mi sono messa a marciare di buon passo, sotto il cielo grigio . Dal nord arrivavano folate di vento gelido che sollevava l'ultima neve fine, in una tormenta insolita per questi posti . Sembrava di essere nella tundra siberiana. Le mani, che reggevano a turno l'ombrello, hanno cominciato a dolermi. Ho accelerato il passo per non sentire freddo. Sul manto bianco al lato della strada il vento aveva formato i disegni che si vedono sulle dune  dei deserti o sulle spiagge. Poi è uscito il sole e tutto è diventato più bello. Passavano delle auto, ma non si è fermato un cane per offrirmi un passaggio. Sono arrivata casa alle tre e mezzo. Non riuscivo neanche ad aprire il cancello per la neve accumulata .Ora vediamo se gli olivi sopravvivono e quanto ci vorrà per tornare alla normalità.