I pettirossi , Adriana Zarri e la neve .









Per la neve, per tre notti ho dormito a casa della mia suocera. La sera entro al lavoro intorno alle cinque con la proprietaria, che ha le gomme da neve, e fra mezzanotte e l'una usciamo. Le strade in città erano quasi subito abbastanza pulite, ma nel paesino in cui abitiamo c'è ancora molta neve e ghiaccio.
 Una notte ho preso coraggio per tornare a casa, ma non avevo nulla per togliere lo strato di neve ghiacciata e dura di almeno cinque /sette cm sul parabrezza, così ho rinunciato. L'ho fatto la mattina dopo, di liberare il vetro, solo con mezzi meccanici, un coltello e un falcetto per l'insalata di campo. Capisco che è strano, ma non c'era altro a disposizione. Pare che ai distributori di benzina vendano degli spray che dissipano istantaneamente qualunque strato di ghiaccio ... L'idea non mi piace per niente, chissà che c'è dentro a queste bombolette. Ma si sa che appena c'è una situazione scomoda, il rispetto per l'ambiente va a farsi benedire e si è disposti, per non turbare il normale andamento della vita, ad inquinare ed usare veleni, con l'alibi del ghiaccio e del freddo.  Il concetto è: salverò il pianeta domani, ora è troppo scomodo.
Sono tornata a casa la mattina sul tardi.
Qui continua ad esserci tutta la neve del primo giorno, ed è ancora bianchissima, soffice  e bella. Come mi mancava casa mia, i suoi spazi dove si pensa bene, i suoi colori, la stufa accesa. Mio marito, poveraccio, in questi giorni è stato solo a casa con la febbre alta.
In pizzeria, dopo un paio di serate abbastanza vuote, c'è stata tanta gente.
Ho cominciato, Duck, a leggere "Un eremo non è un guscio di lumaca ", di Adriana Zarri, come mi ci ritrovo!






Davanti al finestrone di cucina da quando c'è la neve vengono i pettirossi, soprattutto loro insieme a qualche altro uccellino di più difficile identificazione, per me, devono esserci dei passerotti, ma la scena è dei pettirossi. Mauro, dietro ai vetri, ha fatto qualche bella foto. I gatti, vedendo gli ospiti pennuti zampettare graziosi fuori dalla finestra, subito vogliono uscire. Ma non glielo permetto. L'inverno profondo, come ora, fa diventare la vita piccola piccola, fatta solo di legna da portar dentro, cenere da portar fuori, gatti sulle sedie e sulle poltrone, il cane che dorme in casa e di notte si raccoglie il tappeto intorno e fa il nido. Pulizie, cibo da cucinare, niente acqua calda perché un tubicino è ghiacciato e speriamo non si sia spaccato. Per ora niente lavatrice, non voglio mettere in casa anche i panni ad asciugare, che poi l'umidità se ne va negli angoli lontani, diventa condensa e poi muffa. Questa vita, a parte il lavoro nelle ore serali, è un pò come un eremo e non mi dispiace affatto. Adriana Zarri  lo cercò, l'eremo, e lo scelse. Io credo di averlo vissuto da tanti anni in modo meno consapevole, la solitudine a volte mi pesa e mi spaventa, spesso mi ci sento come un pesce nell'acqua, ma continuo a desiderare la compagnia degli umani, però con regole che piacciono a me, di ascolto, di attenzione, di spazi di silenzio. A proposito di rapporti di amicizia, con il ghiaccio la mia amica Antoinette è caduta e si è rotta un osso della mano, l'hanno ingessata .



 Dice Adriana Zarri:


A questo mondo disumano, fatto di direttive e di  risultati tangibili, distribuiamo sorrisi, fiori, baci, gatti, musica, sogni, preghiere, gratuità. Questo è il maggiore affronto, la controcultura più profonda.


Riguardo alla preghiera:


Non cambiate le carte in tavola con discorsi tipo "chi lavora prega". Chi lavora lavora, anche se la preghiera, essendo uno stato più che un'occupazione, si può depositare sul lavoro e far corpo con esso.






Riguardo al silenzio :                                                         
Neanche la musica lo rompe: lo rivela; perché il silenzio è come il bianco: non è un'assenza di colore: è la somma di tutti i colori, riassunti e unificati, quasi messi a tacere nella candidezza. Così il silenzio contiene ogni possibile parola.




Gli animali di casa e intorno a casa :


I profeti parlano dell'escatologia in termini di amicizia degli animali fra loro e fra gli animali e l'uomo. Ed ecco Selù (la gatta) che si fa anch'essa un piccolo simbolo, un piccolo segno, un piccolo anticipo di quel mondo futuro e già iniziato.

Credo che tutti quelli che vivono con bestiole domestiche e selvatiche  sentono il legame dell'anima con loro così forte che li porta a dire cose come quelle qui sopra di Adriana .