Il libro dell'estate 2.

Tove Jansson: Il libro dell'estate. Comprato per la copertina, dicevo nell'ultimo post, e forse anche per il titolo. Quanto è importante il titolo di un libro non ci si immagina. 

Questo libro della scrittrice finlandese è fatto di tanti racconti, alcuni molto brevi, sulla nonna ( non sappiamo come si chiama, la nonna) e Sofia. C'è anche un babbo, perché la mamma di Sofia, ce lo dice all'inizio, è morta. Di questo non si parla, solo in un racconto, Sofia, obbligando la nonna a fare un gioco del tipo "... si faceva che io ero .. e te eri ..",( non so se avete presente, io ricordo molto bene questo tipo di giochi), dice " Si faceva che tu eri la mamma e io la bambina.."
 La nonna si allarma, non le piace questo cambio di ruolo, ribatte subito "..ma io sono la tua  nonna..." 
"Potrò anch'io dire mamma qualche volta?" dice Sofia e apre una finestra sui propri pensieri. La narratrice fa questo, apre finestre, svela, senza narrare troppo direttamente, in un modo lieve, che si intreccia sempre con quello che accade in cielo e sul mare che circondano l'isola  su cui vivono. La terra di cui l'isola è fatta e le rocce sono anch'esse molto presenti, e certe erbe forti che tengono ancorata la sabbia e resistono alle onde, proprio sulla battigia. Erbe e non alghe. Anche i ginepri, la torba, il muschio e le ossa bianche degli animali morti lavate dall'acqua salata.

 Il babbo dunque nei racconti c'è, ma non parla, è una presenza molto solida, che da sicurezza. Della nonna sappiamo quando è nata, lo chiede Sofia, " Tu sei dell'800, vero?" e la nonna risponde "1882, per l'esattezza, ma non credo che la cosa ti riguardi." Fra la bambina e la nonna c'è un rapporto vero e poco tenero, niente baci, niente abbracci, ma la nonna è presente, anche quella volta che, nel colmo della notte, Sofia si sveglia e torna in casa, perché si trovava a dormire in tenda, all'aperto.
Dormire da soli in una piccola tenda canadese è un'esperienza da fare, aveva detto la nonna, si deve solo farlo e vedere cosa si prova. Con i rumori della notte, gli scricchiolii, gli strani richiami degli uccelli notturni  e i passaggi di altri animali accanto alla tenda, sulla ghiaia, e alla fine, la paura, intendeva la nonna senza dirlo, e infatti la paura arriva e Sofia si affaccia, battendo i denti per il freddo, alla camera dove dorme la nonna.
Ma la nonna non dorme, è sveglia per lei e anche per se stessa, non riesce a ricordare cosa si prova a dormire in tenda e riflette su come il tempo, scorrendo, le abbia portato via i ricordi. Questo le procura una grande ansia e allora Sofia riesce a superare la sua paura aiutando la nonna a ricordare, poi, entrambe più calme, la bambina rifà tutta la strada e torna a dormire nella tendina canadese nascosta in un crepaccio, vicina vicina al mare.

In questi giorni sono stata male, mi ha preso un virus intestinale. Credo fermamente che i virus ti prendano solo quando sei predisposta, troppo stanca di corpo o di mente, che poi è la stessa cosa. Io ho una cura immediata, sto a letto e questo mi procura un sollievo immediato e una sensazione di piacere fisico. Ogni tanto apro un occhio e leggo un pezzettino di libro. Così facendo ho assaporato di nuovo "Il libro dell'estate " e ho scoperto che la nonna di Sofia, che mi pareva tanto attuale, aveva due anni più dei miei nonni materni, nati tutti e due nel 1884. Dei nonni paterni non conosco le date di nascita e di morte.
 Io quindi potrei essere stata Sofia, ma ora, per l'età mia e per quella delle mie figliole, potrei essere la nonna. Chissà quando e se mi toccherà essere nonna, deve essere una bella relazione, spogliata da tutti gli sdolcinamenti e le zuccherosità delle immagini preconfezionate, speriamo solo di arrivarci con una certa efficienza fisica.
Credo che andrò a cercarmi altri libri di Tove Jansson.