Uccidere

In questi giorni sono stata tappata in casa per il caldo. Ne ho parlato con la Loretta del Roseto in Via Cerreto e vedo che siamo in sintonia, siamo nauseate dal caldo e dalle le zanzare diurne. La situazione è al limite della disperazione, io reggo perché devo andare a lavorare e  sento la responsabilità di essere, la sera,  se non fresca almeno disposta a sei/ sette ore di lavoro fisico costante con cervello acceso, quindi per il resto mi risparmio un pò e aspetto a gloria la fine di questo "Lucifero" davvero infernale. Non vi dico che aspetto hanno i boschi e la campagna intorno, molti lo sapranno perché vivono anche loro in queste zone che diventano predesertiche, è inutile far finta di no. Qualche giorno fa scendendo per la scaletta alla vasca dei pesci per annaffiare ho sentito un fruscio, come lo produce l'acqua che esce da una fessura del tubo. I nostri tubi son molto rotti e riparati con il nastro adesivo. Mi son chiesta se era possibile che il giorno prima avessimo lasciato la cannella aperta, perché comunque il motore del pozzo lo spengiamo con un interruttore in casa, ma mentre mi ponevo questa inutile domanda ho visto che il rumore lieve era prodotto da qualcuno che si muoveva lento verso il muretto, un serpente . E' l'anno dei serpenti, questo, ne vidi uno piccolo che nuotava nella vasca, prima che si riempisse di erbe ossigenanti come un'insalatiera, ma questo qui era bello grosso. Sono tornata piano in casa e ho detto a mio marito che venisse a vedere anche lui, non sia mai che sia una vipera! Ho detto. Ma lui quando sente serpente si scoccia subito, non ha mai del tutto superato l'orrore che provava da più giovane. Poi c'è stata una telefonata opportuna che gli ha impedito di venire con me. Io sono tornata di sotto e il serpe era ancora là, fra l'erba secca, grosso, grigiastro, corto, con delle macchie più scure alternate, e la testa in vista, ma non abbastanza . Insomma, alla fine se ne è andato, o perlomeno è andato dove io non potevo vederlo, e non l'ho ucciso, ma avrei dovuto farlo certamente. Per vari motivi. Molto probabilmente era una vipera. Ci sono vipere qua intorno, anni fa il vecchio Goffredo fu morso nell'orto da una vipera che stava fra i sassi di un muretto, stette in ospedale un sacco di tempo. Qui da me ci sono diversi gatti e un cane e di solito sono un deterrente forte per i serpenti, ma ora è così caldo e la vasca è una piccola oasi con acqua, pesci e rane, cioè cibo. Chi rinuncerebbe ad una proprietà con piscina e cibo in abbondanza?
Quindi: se era una vipera, cosa controllata con le foto di Internet, che lasciano qualche dubbio, ma non tanti, è pericolosa per noi e per il cane, per i gatti di meno, sono più esperti.
Se non era una vipera era comunque una minaccia per i pesci, non voglio mica fare un vivaio di serpi, vorrei una vasca di pesciolini, libellule e anfibi, e devo difendere il progetto!
Quindi dovrò uccidere. Chi mi segue, non tanti ormai, sa che ho letto di recente "Farm city". Anche lì si parla di uccidere, in realtà la vita in campagna, o comunque la realizzazione di una piccola fattoria anche urbana, sono scelte che ti pongono prima o poi davanti alla necessità di uccidere, per non essere ucciso, per mangiare, per conservare quello che hai. Uccidere te, in prima persona, senza affidare il compito alla chimica o ad altre diavolerie. Per noi essere umani moderni, per alcuni di noi, quelli che non girano armati, che vivono nel tentativo di essere in pace, è difficile pensare di uccidere, eppure qualche volta necessario.
Nelle case di campagna dell'uccisione degli animali da mangiare se ne occupano spesso le donne, da loro passa la vita e la morte. Così torno a Farm city, qualcuno l'ha letto e trovato " carino". No, non è carino, a volte fa ridere, e non è condivisibile al 100%, ma pone all'attenzione questioni reali, come procurarsi del buon cibo, come uccidere gli animali che si allevano, come proteggere il luogo che si coltiva, questioni che, comprando il petto di pollo al supermercato, ma anche il tofu, si ignorano. Questo non fa di noi persone migliori, fa di noi esseri piuttosto artificiali, che a volte teorizzano pace sociale, non violenza e altre robe del genere senza aver mai toccato niente con mano, non so se mi spiego. Novella Carpenter ha sviluppato l'idea di allevare e coltivare da sola il proprio cibo e ha voluto essere responsabile anche della morte dei propri animali. Anche chi compra le fettine al supermercato, ma perfino le carote, si ciba perché qualcos'altro muore. Le cose che ho scritto ora dipendono dalla presenza del serpente, sempre "disturbante", dal paese di Offida, col suo serpente aureo, fino a Ciggiano, casa mia. Prima o poi col serpente bisogna averci a che fare, me lo disse anni fa una sciamana e in fondo me l'aspettavo, d'altra parte è matematica: laghetto, libellule, pesciolini, ranocchie, e alla fine, serpente .
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