Gesuiti, Borghezio e segni di speranza...

Nella primavera del 2000 lavoravo in un negozio di prodotti bio di Arezzo. Avevo chiuso il mio negozio un anno prima, ma restavano tutti i contatti e rapporti allacciati in 10 anni. Un giorno parlavo con una cliente/amica,  che mi disse che la sua figliola andava, in estate, in vacanza a Selva di Val Gardena, una specie di corso estivo per i ragazzi delle scuole superiori organizzato dai Padri Gesuiti di Milano. Anche io da ragazzina ero andata in vacanza in montagna con Don Sergio Carapelli e tanti altri ragazzi, e sono tuttora fra i ricordi più belli della mia vita. Scoprivo la montagna, i fiori alpini e l'amicizia di  ragazzi come me molti dei quali sono tuttora fra i miei più cari amici.  Don Sergio ci faceva camminare tanto, lunghe e faticose escursioni in luoghi bellissimi, e alcune giornate erano dedicate in gran parte ad un lavoro di approfondimento su temi religiosi e di impegno sociale. Ricordate? Erano gli anni settanta, pieni di stimoli e speranze, anche se alcuni ricordano solo il sei politico e la la libertà sessuale. Per noi un periodo meraviglioso per diventare grandi.

Quella primavera del 2000 mi feci dare dalla Daniela il numero di telefono di Piazza San Fedele a Milano. Avevamo appena comprato la casa ed eravamo completamente al verde, con le tasche prosciugate, non potevamo permetterci di andare in vacanza, ma le ragazze dovevamo mandarcele in qualche modo. La vacanza a  Selva era anche accessibile come costo.  La mia figlia più grande aveva l'età giusta per partecipare e ci andò con un'amica. Fu così che lei  e poi noi avemmo il primo contatto con i padri gesuiti. Nei loro confronti c'è un forte pregiudizio, sono chiamati i soldati di Cristo e fra gli ordini religiosi sono fra i più colti. Io però non sapevo granché di questo.  Le mie figlie non sono state battezzate, per mia scelta principalmente, perché se avessi insistito mio marito non credo che si sarebbe opposto. Avevo vissuto intensamente e criticamente nella Chiesa, a cui forse chiedevo troppo, di essere povera e semplice e pura, di non assecondare e coprire le ingiustizie e alla fine, di fronte a certe esperienze sconcertanti, avevo rifiutato tutto, e non volevo che le mie figlie crescessero nell'ipocrisia e nella confusione. Alcune cose gliele ho insegnate io e capitava di verificare spesso che ne sapevano più loro di questioni religiose, di molti bambini battezzati. Una volta la più piccola, che frequentava le elementari, parlando con i suoi compagni, durante la ricreazione, aveva detto di non essere battezzata. Un bambino molto bravo e studioso l'aveva guardata intensamente e poi le aveva detto, dopo una riflessione profonda "Allora, se non sei battezzata, non puoi avere la carta di credito!"  Tanto per dire che scala di valori era in uso nella sua famiglia, da scambiare la carta d'identità con la carta di credito e metterla in relazione con le questioni religiose.

A Selva venivano accolti tutti i ragazzi, battezzati e non, credenti e non credenti, e non si tentava di trasformarli, ma gli si dava un aiuto per crescere. La sera veniva celebrata la Messa, ma non c'era obbligo di partecipare e in alternativa chi lo desiderava poteva fare yoga con Padre Filippo. Padre Filippo fra tutti i padri che si trovavano a Selva era la personalità più affascinante. Come immaginavo, quando la Fiamma al ritorno scese dal treno piangeva, avrebbe voluto restare a Selva per sempre, l'esperienza che aveva vissuto era stata piena e stimolante e vissuta in assoluta libertà. Venne da piangere anche a me riconoscendo le emozioni che avevo vissuto tanti anni prima. E' tornata a Selva altre due volte in estate, non ha mai manifestato l'intenzione di farsi battezzare, poi i rapporti si sono allentati. Credo di non sbagliare se dico che Selva è stata forte esperienza di formazione nella vita sua e dell'altra mia figlia. Un' estate siamo andati io e Mauro per una settimana, c'era un seminario sul Cantico dei Cantici ed il succo di tutto era che due persone che si amano, sposate o non sposate, vivono un rapporto che è sacro, la dimensione del sacro che tocca tutti, in qualunque religione e nell'assenza di essa. Ora non posso approfondire, ma è bellissimo scoprire nella propria piccola esistenza queste cose. I due coniugi che tennero il seminario si servirono di musica e dipinti per sviluppare questo tema, e ricordo un quadro meraviglioso di Chagall, con gli sposi, il violinista, la luna, le capre...
In quell'occasione conoscemmo alcuni padri gesuiti, Padre Beppe, Padre Filippo e altri. Riportai a casa un libretto sui gesuiti nel mondo. Sono pochi, forse un migliaio di persone, che vivono lontani gli uni dagli altri. Ora girano notizie sull'ordine dei Gesuiti che lo dipingono come una setta o un'organizzazione di potere. Io che li ho conosciuti ho avuto la sensazione opposta. A Milano Padre Filippo, che qualche estate fa morì durante un'ascensione in montagna, viveva a Villa Pizzone, in grande semplicità. Qui trovate delle informazioni su Villa Pizzone. La Fiamma mi raccontò che una volta ci fu un incendio e bruciarono moltissimi suoi libri, ne fu molto addolorato, ma poi disse che era un'esperienza utile anche quella, che in fondo doveva imparare a lasciar andare anche i libri, l'unico bene materiale a cui era rimasto attaccato.

Il nuovo Papa Francesco è un gesuita e io ne sono contenta, se somiglia a quelli che abbiamo conosciuto. I gesuiti sono molto colti e questo è utile. Di notte  sento la radio tornando a casa, dopo mezzanotte c'è la replica di una brutta trasmissione, "La zanzara" in cui i conduttori esagerano con la volgarità perché evidentemente devono seguire il copione che hanno messo in piedi e che li rende ormai famosi. Ieri sera qualcuno aveva intervistato uno dei nuovi onorevoli 5 stelle che riconosceva con disarmante semplicità di non sapere bene che fosse la Perestroika, qualcosa avvenuto in Russia all'epoca di Stalin ... Purtroppo le nostre peggiori previsioni si avverano. Non dico che tutti debbano conoscere la storia passata e recente, ma forse quelli che vanno in Parlamento sì, dovrebbero andarci i  migliori fra noi. O no? Ho anche  sentito per radio vari tentativi di sporcare sia Padre Bergoglio che Laura Boldrini. Ho sentito Borghezio definirla "Fancazzista buonista internazionale". Che sinceramente fa parecchio ridere.Anche la rabbia con cui dice queste cose fa ridere, deve avere un generatore perpetuo di rabbia dentro di sé, pover'omo, chissà che sbalzi di pressione.  Sarebbe solo buffo se non l'avesse detto qualcuno che ha un ascendente sulla gente comune, un pò di potere.

 In genere sono anche io molto critica  e cerco di vedere oltre le apparenze. Sono critica e diffidente. Ma ho voglia e bisogno  di pensare che stia cambiando qualcosa di importante. Pianino, piccole parti che mutano, ma conquiste permanenti. Mi scuso con chi non la pensa come me, mi perdonerà se trova questi post fra quelli sul giardino, ma per me va tutto insieme, giardino, religione, spirito, carne, terra, fiori, politica...tutto è vita, la nostra vita e non sono abituata a disinteressarmene, anche se spesso capisco che le mie sono osservazioni semplici e ingenue, come le potrebbe fare un bambino.
Un'ultima cosa. A me come a molti piace tanto il Dalai Lama. Una delle caratteristiche dei religiosi buddisti è l'umorismo, ridono molto, colgono nella realtà gli aspetti buffi ( la realtà ne è piena, vedi Borghezio) e sdrammatizzano. In fondo nel Creato noi possiamo considerarci un incidente ed è opportuno ricordarselo qualche volta, anche se Papa Francesco non approverebbe questo concetto. Anche lui ride molto, sorride e ride e uscito da una chiesa, domenica, si è diretto in direzione opposta a quella verso cui doveva andare, non verso il Vaticano, ma verso la città,  verso la folla che lo chiamava, a stringere mani e carezzare visi. Evviva!

Post scriptum, scriptum dopo un paio di giorni : vedete che sono un pochino briaca. Sono andata a riguardare questo libro  "I gesuiti" di Peter Hartmann, che nel momento in cui l'ha scritto insegnava storia all'Università di Magonza. Editore Carocci. Per mettere dei punti fermi e non fare confusione come al solito. Allora: nel 1999 i gesuiti in tutto il mondo erano 21714 e non un migliaio come avevo scritto io. La cifra di circa 1000 riguardava i novizi dei gesuiti, che sono evidentemente in calo tant'è che alcune scuole e istituzioni che si riferiscono a loro vengono chiuse .  Approfitto per salutare Maria che non sentivo da tanto.