un'amica se ne va

Ho tolto tutti i post sugli amici che sono morti di recente. Mi pareva che questo diventasse un blog di lapidi. E' vero che all'età mia è facile che molte persone intorno muoiano, non tocca a noi finché siamo qui a raccontare. Infatti è morta un'altra amica, in questi giorni, io l'ho saputo troppo tardi e non ho potuto andare al funerale. Eravamo amiche da quando avevo il negozio, lei era stata una delle mie prime clienti, persone con cui spesso si creava un'intimità come se ci si conoscesse fino da piccole. Succedeva anche perché il negozio era una "missione", diceva così Mauro, che non ci si guadagnava niente e si teneva aperto per diffondere una buona novella sulla possibilità di coltivare in modo più rispettoso della natura e in generale vivere in Pace, un concetto di pace ampio e diffuso, che riguarda tutto il nostro modo di stare al mondo. Con alcuni si condivideva questa visione delle cose e anche una certa autenticità e immediatezza, così succedeva con questa che è morta adesso.
Aveva, questa donna, un viso scolpito come un'indiana americana, e un corpo forte e abituato al lavoro fisico. Avevamo bambini della stessa età e lei aveva un marito scelto per amore con cui aveva un rapporto anche quello forte e non sempre facile. Mi pare che i rapporti veri non siano mai facili.  Era stata ammalata ed era guarita, o almeno aveva temporaneamente superato la malattia, che è tornata ad aggredirla molti anni più tardi. Aveva una vita piena e generosa, aveva avuto ragazzi in affido e aveva creato una famiglia aperta e accogliente. Non so quanto avesse viaggiato, ho l'impressione che non lo avesse fatto tantissimo, come chilometraggio, ma quel poco intensamente.
Una sera al cinema dietro di me una giovane sconosciuta appena tornata dal viaggio di nozze raccontava all'amica seduta accanto a lei che col marito avevano "fatto" i Castelli della Loira, come se li avessero fatti di persona o partecipato alla costruzione. Diceva i nomi e che ne aveva visti tre, ma poi alla fine visto uno visti tutti, disse con l'aria di chi viaggia molto ed è esperto, chissà che ne avrebbero pensato gli architetti  costruttori, di una frase del genere. La mia amica no, non viaggiava così, viaggiava lentamente e col cuore, una volta aveva fatto un viaggio per incontrare  il Dalai Lama e se ne era fatta illuminare a lungo. Negli ultimi anni viaggiava a piedi per giornate intere  e tutto questo camminare e meditare le aveva permesso di tenere a bada le malattie che la minavano.
Una mattina molti anni fa capitò in negozio ed  era radiosa: mi disse che pensava di essere incinta, anche se era troppo vecchia, aveva alcuni anni più di me. Le dissi quanto ero felice per lei, e lei disse che erano stati imprudenti, lei e il marito, ma avevano fatto l'amore  senza contraccettivi dopo tanto che non succedeva, e l'avevano fatto tante volte "Ci siamo sfogati!" mi disse e si capiva che voleva dividere con me questa cosa bella che era successa, di ritrovarsi col marito. Chiacchierammo un pò, poi lei se ne andò e mi rimase per tutta la giornata un sorriso in faccia per la cosa in sé e per sé, che era molto bella, e per il dono di questa intimità che non è una cosa che si riceve tutti i giorni. Mi aveva scelto per raccontarmi questa cosa speciale. Parecchia gente pensa che di certe faccende non si deve parlare, che non è opportuno e neanche di buon gusto. Nel nostro negozio (nostro perché ho sempre avuto delle socie e sarebbe ingiusto dimenticarle) molte persone parlavano piuttosto liberamente, e io ascoltavo sempre volentieri. Mi piaceva moltissimo ascoltare i racconti degli altri. A volte succedeva che qualcuno giudicasse male una persona che a me invece piaceva: dipendeva, penso, dal fatto che io ascoltavo in profondità e che mi immedesimavo molto. Se ti metti nei panni di un altro vedi le cose dalla sua prospettiva e può sembrarti meglio di come appare dal di fuori, o almeno capisci le sue ragioni. Questa amica era molto aperta,  parlava liberamente, e ti raccontava molte cose che tutte danno "struttura" e sapore alla vita , il far l'amore, la fede in Dio (era credente), la meditazione, l'orto, gli olivi, i bambini che crescono...Ero stata alcune volte a casa sua, una  casa di campagna vecchiotta, tipo la nostra, molto semplice, in cui avevano fatto pochi lavori per renderla abitabile, ed era diventata comoda e personalissima.Proprio bella.  Ricordo un pomeriggio di primavera, marzo o i primi giorni di aprile, perché la luce del sole filtrava attraverso le prime tenere foglie dei tigli e si colorava di rosso per tanti tulipani piantati come per caso, a manciate. Aveva un buon gusto innato e un gran senso della decorazione, sia in casa che in giardino. Ero stata a trovarla l'ultima volta un paio d'anni fa e trovai la casa un pochino trascurata e lei che non stava granché bene, ora che ci penso forse già si stava preparando ad andarsene. Uno strano effetto quello dell'anima che si ritira dal posto dove ha abitato per tanto tempo. Chissà come sarà adesso la sua casa senza di lei, non riesco ad immaginarmela . Non riesco ad immaginare e non vorrei vedere il piccolo giardino lasciato a se stesso e i suoi figli che lasciano il nido vuoto. Anche se di sicuro lei aveva lavorato bene perché loro fossero pronti per la vita. Addio mia cara, sarai sempre nei miei pensieri.  Cerco nel mio nuovo libro una poesia adatta per lei e per far ciò apro a caso, sperando che il caso sia necessità e mi procuri la poesia giusta. Ed ecco cosa trovo:

Un minuto di silenzio per Ludwika  Wawrzynska



E tu dove vai,
là ormai non c’è che fumo e fiamme!

- Là ci sono quattro bambini d’altri,
vado a prenderli!
Ma come,
disabituarsi così d’improvviso
a se stessi?
al succedersi del giorno e della notte?
alle nevi dell’anno prossimo?
al rosso delle mele? al rimpianto per l’amore, 
che non basta mai?
Senza salutare, non salutata
in aiuto ai bambini corre, s’affanna,
guardate, li porta fuori tra le braccia,
nel fuoco quasi a metà sprofondata,
i capelli in un alone di fiamma.
E voleva comprare un biglietto,
andarsene via per un po’,
scrivere una lettera,
spalancare la finestra dopo la pioggia,
aprire un sentiero nel bosco,
stupirsi delle formiche,
guardare il lago
increspato dal vento.
Il minuto di silenzio per i morti
a volte dura fino a notte fonda.