principi rospi


Nulla due volte accade nè accadrà (Wisława Szymborska)

Nulla due volte accade
nè accadrà. Per tal ragione
si nasce senza esperienza,
si muore senza assuefazione.

Anche agli alunni più ottusi
della scuola del pianeta
di ripeter non è dato
le stagioni del passato.

Non c'è giorno che ritorni,
non due notti uguali uguali,
nè due baci somiglianti,
nè due sguardi tali e quali.

Ieri, quando il tuo nome
qualcuno ha pronunciato,
mi è parso che una rosa
sbocciasse sul selciato.

Oggi, che stiamo insieme,
ho rivolto gli occhi altrove.
Una rosa? Ma cos'è?
Forse pietra, o forse fiore?

Perchè tu, malvagia ora,
dài paura e incertezza?
Ci sei - perciò devi passare.
Passerai - e qui sta la bellezza.

Cercheremo un'armonia,
sorridenti tra le braccia,
anche se siamo diversi
come due gocce d'acqua.

Nei miei viaggi in auto per andare e tornare dal lavoro ho sentito leggere, una notte, questa poesia di Wislawa Szymborska...  Diversi come due gocce d'acqua. Gli iris che si aprono in questi giorni sono tutti iris , eppure quanto diversi fra di loro!
I fiori del glicine, tutti apparentemente uguali,  nella mattina nebbiosa, avevano formato un tappeto lilla sotto la pianta. Questo glicine, diversamente da altri fiorisce completamente senza foglie. Ci sono alcune piante che presentano insieme fiori e fogliame, questo no, fa un ombrello lilla. Ora che cadono i fiori, nella notte ha iniziato ad aprire le sue foglie di questo verde un pochino marrone rossastro, molto primaverile e perfino un pò autunnale, freschissimo nonostante le note calde. Il glicine fa solo fiori e foglie, e si arrampica. Tutto lì. Ma che bellezza! Giapponese, molto giapponese, almeno di quel Giappone immaginato nella mia testa.
Mi viene il dubbio che ad andarci, in Giappone, ci si accorga che è diversissimo da come ci si immagina, e che i giapponesi pensino forse che il glicine sia molto "italiano". E' la storia dell'insalata russa, che noi chiamiamo russa, ma pare che i russi la chiamino insalata italiana. Storto, il glicine, sempre tendenzialmente a spirale, il tronco dopo qualche anno si regge da sé , senza più bisogno di sostegni e poi a primavera mette fuori questi meravigliosi fiori ricadenti e molli, che dicono molto su un certo modo di prendere la vita.
Tutto ora va veloce, il fiore solitario di eremurus cresce a vista d'occhio come un asparagione, le rose gonfiano i bocci, la peonia arbustiva rosa ha aperto quest'anno un unico fiore con pochi petali, chissà perché che l'anno scorso ne aveva almeno otto. Pazienza. è la prima virtù che deve coltivare il giardiniere! Sarà per l'anno prossimo. Gli anni precedenti Mauro stava a casa pochissimo, quest'anno che è in pensione stiamo cercando di metterci in pari con vecchi lavori sempre nuovi, come la pulizia dei greppi dell'oliveto, che è un lavoro da matti. Nella prossima











 vita mi ricorderò, se dovessi proprio rinascere e se dovessi rinascere con questo divorante legame con la terra, di avere del terreno messo in piano. Questo giardampo/oliveto, come dice Loretta, assorbe lavoro come una spugna assorbe l'acqua. In più se non vedo un pò di ordine in giro mi sento male, e già non mi sento benissimo di mio... Comunque siamo a buon punto, restano mille cose da fare , ma mille sono state fatte. Certo che un pochino bisogna accontentarsi. Intanto il bambù ha messo fuori nuovi fusti che sembrano antiche lance infisse nel terreno, coperti come sono da una guaina scura, legnosa come materiale, ma metallica a colpo d'occhio.  Siamo pieni di rane. Ormai non si nascondono neanche più. Se la Loretta vuole approfittare quando verrà a trovarci potremo provare a catturarne almeno tre per trasferirle dalle sue parti. Ci sono moltissime creature che rodono, succhiano, divorano. Le lunarie che hanno illuminato di violetto la prima primavera, sono attaccate dai bruchi delle cavolaie, d'altra parte sono crucifere come i cavoli. Lumache di tutte le dimensioni mangiano gli acanti e molte altre piante, soprattutto le hoste. Le formiche formano coni di terra fine intorno agli accessi dei formicai, i lombrichi guizzano vispi appena sotto il primo strato di terra.  Stamattina ho visto le danze amorose dei pesci rossi, si affollavano tutti intorno alla femmina che, suppongo, stava per emettere le uova. I pesci non si uniscono nell'accoppiamento , ma devono trovare tutta la faccenda ugualmente molto eccitante, si vede!
Mauro diceva che non aveva visto rospi. Stamani, mentre prendevo la terra nel composto per piantare il basilico rosso e quello greco, oplà mi sono ritrovata un bel rospetto grasso fra un pò in mano. Mi ha fatto fare un saltino di sorpresa. Molto grazioso, come rospo, grigiastro, non tanto bozzoluto, vivace e con dei begli occhi arancio. Baciabile, se una ragazza volesse provare per trovare il principe azzurro. Però. appena trasformato, bisognerebbe fargli una serie di domande per verificare l'intelligenza e la disponibilità, sennò meglio farlo tornare rospo.