Civetta in visita







In questi giorni caldi è più facile lavorare all'aperto la mattina presto, quando fa fresco e le zanzare non si sono ancora svegliate. Erano già le undici, io e Mauro eravamo ancora fuori, io molto sporca e sudata, e  dopo aver tagliato l'erba e rimesso un pò a posto il giardino stavo facendo l'elenco delle cose da fare, tipo quella verniciatura delle persiane il cui pensiero mi perseguita, e altre faccende del genere. Quando mi lancio in questi elenchi di solito Mauro cambia argomento e anche quella mattina l'ha fatto e mi ha detto: "Ma quello che è?" indicando un punto del pavimento accanto ad una scatola di roba da portare alla discarica. Ho guardato e ho visto, rincantucciata e mimetizzata, questa civettina che tentava di nascondersi appiattendosi nell'angolino che occupava. L' ho presa in mano delicatamente e in silenzio, non fosse mai che la vedessero i gatti o la Holly!
Mauro ha fatto queste foto della creaturina, alta circa 15 cm., deliziosa, tutta nuova e perfetta come un neonato, anche se forse, per la sua età di civetta, si poteva piuttosto paragonare a un'adolescente. E' stata con noi un giorno e una notte, nel corso dei quali ho cercato di comunicare con qualcuno che mi sapesse dire cosa era opportuno fare. La notte l'ha passata in bagno.
La mattina del giorno dopo ho raggiunto al telefono un certo signor Peruzzi, gentilissimo, che mi ha informato sul fatto che le civette non bevono ( le avevo dato da bere per paura che si disidratasse), che mangiano carne cruda con scarto, cioè coniglio con ossa e pelliccia, pollo con penne eccetera. Dopo mangiato rigurgitano dal becco una pallina (bolo) con gli scarti del cibo ingerito. Questa cosa del bolo la sapevo già. Senza ossa e penne o pelo la digestione per loro si fa difficile e gli viene la diarrea. Per cui allevarle è veramente un'impresa. Quella mattina ero la quarta persona che lo contattava per una civetta appena volata dal nido, ma non ancora autonoma.
"Probabilmente all'autonomia manca una settimana o forse meno, ma molti animali muoiono, è da considerarsi una selezione naturale, anche se li mangia il gatto."
Ci si deve rassegnare, e io lo so bene, ma è difficile farlo quando ti trovi in mano una creaturina così inerme e deliziosa. Ti senti responsabile come con un neonato. La cosa migliore da fare, mi ha detto, era rimetterla sul tetto, da dove probabilmente proveniva, e sperare che i suoi parenti, nella notte, tornassero a cercarla.
"Perché la civetta ha una sua vita sociale, signora!"
"Immagino." ho detto io, e ho pensato che forse la sua vita sociale era più vivace della mia in questo momento.
Le avevo dato da mangiare della carne macinata aprendole il becco con uno stecchino, con delicatezza, ma mi pare sempre una piccola violenza. L'avevo carezzata con l'indice sulla testa, e lei aveva chiuso con grazia la palpebra.

Sono andata al lavoro e all'imbrunire Mauro è salito sul tetto e ha sistemato la civettina lassù, con tutti i nostri auguri e benedizioni. Nel colmo della notte siamo stati svegliati dal forte richiamo, di lei?, di un suo parente?, proveniente dal tetto. Non sapremo mai come è andata a finire, speriamo che si sia potuta ricongiungere con i genitori e che fra i richiami che sentiamo ogni notte uno sia il suo. E' stato un vero piacere conoscerla. Posata sulla mia mano se la spostavo in alto o in basso il corpo si muoveva con essa, ma la testa restava lì fino alla massima estensione del collo, un'estensione notevole. Una cosa molto buffa. Per tutto il tempo che è stata con noi non ha mai tentato di beccarmi e non ha emesso suono, ma mi teneva d'occhio continuamente e mi seguiva con gli occhi bellissimi. Non avevo mai avuto fra le mani una civettina prima d'ora. La civetta rappresenta la saggezza, era l'animale della dea Atena, e c'è da sperare, per la storia degli animali totem, che significhi qualcosa di buono, magari un pò più di sale in zucca, la mia.