POZZETTO SGRASSATORE

L'estate scorsa avevo fatto realizzare davanti al finestrone di cucina un pozzetto sgrassatore. E' un pozzetto in cui l'acqua di scarico del lavello di cucina , e forse in casa nostra anche della lavatrice, entra per un tubo con una curva verso il basso e poi esce di nuovo per un altro tubo anche quello curvo, che ha l'imboccatura più in basso. Il pozzetto, obbligando l'acqua a passare dalle due curve a diverso livello,  serve a trattenere grassi e residui dei detersivi che sono più leggeri dell'acqua e rimangono a galla. Comunque se non sono stata chiara e magari ho sbagliato qualcosa trovate spiegazioni in rete digitando pozzetto sgrassatore. Ce ne sono in vendita già pronti, noi l'abbiamo fatto più piccolo per questione di spazio. L'avevamo fatto su disegno di Italo, idraulico e amico, che era anche capitato a pranzo; insieme avevamo aperto il coperchio, ma ancora dentro non c'era quasi niente, solo acqua sporca. Mi ero prefissa di aprirlo di nuovo durante l'inverno, in una bella giornata, il grasso in inverno resta più solido ed è più facile rimuoverlo, perché il pozzetto sgrassatore ogni tanto va ispezionato e pulito. Perché fare un pozzetto sgrassatore? Intanto credo che stia diventando obbligatorio averlo in uscita dalle cucine, per le abitazioni come la nostra che sono isolate e non collegate alla fognature. Si dice in questi casi che gli scarichi sono "a dispersione", ma un muratore che era venuto a lavorare nella prima casa in cui abbiamo abitato, un certo Pipi, diceva che gli scarichi erano "a sperdizione", cosa che mi evocava immagini di dannati che bruciano nel fuoco infernale. Il Pipi aveva due espressioni sue, originali, questa degli scarichi a "sperdizione" e quella delle "cipolle scrille". Chiamava così i semprevivi che crescono sui muri e formano una graziosa rosetta. Son cipolle scrille, diceva. Chissà da dove gli era saltato fuori.

 Dunque questi scarichi a dispersione o sperdizione che dir si voglia finiscono di solito in un fosso o direttamente nella terra, comunque nell'ambiente circostante l'abitazione, senza essere trattati e io cerco sempre di immettere meno sporco possibile, chimico e non, di quello che inevitabilmente produciamo. Il passo successivo, se mi riuscirà, sarà un piccolo fitodepuratore familiare, a cui penso spesso... 
Insomma oggi che è domenica,  l'aria è tiepida, e c'è perfino un pò di sole, abbiamo aperto il pozzetto e, meraviglia delle meraviglie, si era formato uno spesso strato puzzolente e quasi solido di ... robaccia, che non è stato difficile rimuovere con una paletta da giardinaggio. Questa roba qui la mando all'inceneritore, in gran parte sono grassi. Mio marito era piuttosto schifito, e abbastanza soddisfatto, ma io, che ultimamente non ho grandi soddisfazioni, mi sono sentita colma d'orgoglio. Il mio aggeggio era stato realizzato dal mio amico G. col mio aiuto (modesto in questo caso) e la mia supervisione, perché lui non aveva idea di come lavorasse e a che servisse, quindi lavorava abbastanza alla cieca. Oggi ho visto che FUNZIONA! 
Funziona e senza elettricità, senza nient'altro che un pozzetto e un paio di tubi, tecnologia minima che evita di spargere un bel pò di sporco nel campo dove c'è lo scarico.  Mi congratulo da sola e mi dico evviva, come dire che me la canto e me la suono tutta da sola.