Insalata di campo

Ci sono piante che scelgono questo periodo dell'anno per fiorire e farsi vedere, poi spariscono oppure diventano insignificanti.  Le bulbose fanno così: il colore fresco e allegro dei giardini di primavera è dovuto, oltre che all'erba nuova, ai gialli tenui o accesi dei narcisi, ai tulipani, all'azzurro delle scille... che rapidamente spariscono dalla scena. Intanto però i giardini di metà febbraio, marzo e aprile restano indimenticabili grazie a queste piante fresche, succose e colorate, e io ricordo in particolare certi scorci deliziosi di piccoli giardini francesi della zona di Cluny, dove andavo con Don Sergio e tutti gli altri da ragazza, per trascorrere la Pasqua a Taizé.
 Senza impegnarsi ad acquistare e piantare bulbi  ci sono delle bulbose spontanee che allietano la stagione, come il ranunculus ficaria, detto volgarmente favagello. E' una piantina così graziosa! Nasce da dei bulbetti simili a patate minuscole bianche e traslucide. Le foglie bellissime somigliano vagamente a quelle dei ciclamini, verde intenso striate e chiazzate di nero, fra cui spuntano fiori grassotti giallo lucido. Da me un grosso cespo è cresciuto fra due  ajuga tappezzanti color rosso scuro, un accostamento casuale e molto azzeccato. In un altro posto in cui ho abitato c'erano gli anemoni rosa, ma qui il terreno non è adatto. Mi mancano tanto questi anemoni Hortensis. Fra un pò ci saranno anche i fiori di ornithogalum , la stella di Betlemme. Un certo simphytum, non chiedetemi il nome esatto, che qui è spontaneo, fa tutto quello che deve fare in un paio di mesi fra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera, poi sparisce del tutto fino all'anno dopo. Molto carino! Il giardino di primavera è abitato da piante che fra poco non ci saranno più, e se ne sentirà la mancanza. 
Il favagello è una delle tantissime erbe commestibili. Qualche giorno fa ho fatto un giro e ho trovato tante di quelle insalate che ho dovuto per forza raccoglierne un pò. Provo a fare un elenchino, che non sarà preciso come quello di Francesca, che sta facendo un corso sulle erbe che si mangiano, io vado per esperienza, mi mancano, di queste erbe , i nomi botanici, come ho già detto in un post visitatissimo che si intitola "i nomi dei fiori". 
C'è un greppo ripido dove trovo una cicoria che produce fiori ma soprattutto grandi soffioni in piena estate. Lì c'è anche la ginestrella, buona in insalata. Lungo un muretto è nata tanta di quella valeriana che sembrava ce l'avessi seminata. In mezzo alle perenni del giardino ho trovato cespi grandi di raponzolo. Il raponzolo, o raperonzolo, quello della fiaba, ( ma anche il nome di un rivenditore tedesco di alimenti bio, il famosissimo Rapunzel), è una piantina che produce appunto un cespo di foglie molto saporite ma soprattutto una radice gustosa. Da ragazza lo trovavo ai margini dei boschi e lo coglievo senza rimpianti, finché scoprii che in estate fa delle campanule azzurre molto belle, infatti si chiama campanula rapunculus. Ora lo colgo con parsimonia e vedo di lasciare sempre qualche pianta, perché si riproduca. Quest'anno dev'essere stata, con tutta questa pioggia, una stagione molto favorevole, perché si trovano tanti raponzoli. Poi poi... si trova molto sonchus oleraceus. Che sarà mai ? Un'erba che punge solo pochino, è comunissima e nelle insalate fa soprattutto volume, perché non ha un sapore eccezionale. Sa di erba. Qui la chiamiamo crespignolo. A me piace mettere anche un pò di daucus carota, la piantina giovane della carota selvatica, che ha un sapore/odore forte e gradevole, ma non a tutti è gradita. Se fossi andata nel bosco avrei trovato il poterium sanguisorba, o pimpinella o salvastrella, che sa di cetriolo. Per non parlare dei giovani papaveri, della nipetella, del finocchio selvatico, del tarassaco, della silene...
giacinti...
il mandorlo in fiore

narcisi...


l'intreccio della lonicera
Ho colto un sacchettino pieno di erbe tenere e mi ci è voluto un bel pò di tempo a pulirle e lavarle, ma poi quando le ho mangiate dopo averle condite tutti gli odori si sono mescolati formando un bouquet piacevolissimo che a me ricorda primavere di molti anni fa, quando ero ragazzina e già mi piaceva cercare le insalate. La memoria olfattiva riporta indietro, anche se in questa fase non sono in vena di ritorni al passato, ma questo ricordo non è malinconico, è piuttosto il ricordo di giornate in cui, cercando le erbe, mi immergevo nel presente, ero tutta lì, senza avere una gamba nostalgica e l'altra proiettata nel futuro, che oltretutto si sta scomodi. L'erba di campo è sempre l'erba del presente, tanti sapori buoni dovuti al fatto che ogni erba cattura di più un elemento chimico, come per esempio l'acetosa che è acidula perché contiene acido ossalico. Ogni sapore è un messaggio chimico, ma è anche un gusto, un profumo, e l'insalata di campo mi fa quest'effetto, mi cala nel presente, mi mette piedi a terra, elimina le nubi dalla testa.
favagello