GIARDINITE 2

Sto lavorando. E' quel periodo dell'anno che mi dovrei fare in quattro per tutte le cose che c'è da fare: una delle quattro dovrebbe lavorare in casa, per non vivere come barboni, la seconda in pizzeria a lavorare per la pagnotta, la terza a lavorare in giardino, che ce l'hai a fare il giardino se non è in ordine quando è più bello?,  e la quarta nell'oliveto, per avere l'olio a novembre o almeno provarci. Quattro che lavorano in un modo faticoso e pressante. Qui ci siamo io e Mauro, che fa anche altre cose. Ne mancano due e cerchiamo di rimediare all'assenza, col risultato che io qualche volta la sera dormo in piedi.
Per fortuna che il lavoro in pizzeria è ripetitivo e impegna solo in parte il cervello. Si è rotto il filo dell'avviamento del tagliaerba e Mauro ha provato a sostituirlo, poi l'ha portato a accomodare. Sono rimasta senza aggeggio per qualche giorno e già c'era uno sconfortante effetto giungla. Mi ero fatta un regalo, dopo trent'anni in campagna avevo comprato una sega circolare per tagliare la legna, attrezzo molto femminile e amato dalle donne, come è noto...
L'ha montato Mauro con un amico, l'abbiamo provato e funzionava bene. Il giorno dopo non funzionava più. Ahi noi! Tornato dal venditore, lì la sega vigliacchissima funzionava. Ora deve tornare di nuovo qui. Monta e smonta, porta qua e porta là, un sacco di tempo perso. Intanto, siccome quest'anno lavorando tanto siamo avanti con i lavori all'aperto, mi sono messa a ripulire un confine dove non avevamo messo mai le mani. Che soddisfazione vedere crollare a terra montagne di rovi secchi e edera arborea! Ho gli avambracci che sembra mi sia torturata per i graffi, nonostante i guanti, ma il lavoro è stato grandioso. 

E' di questo che volevo parlare oggi, i confini. Il giardino è moltissimo "ordine", nel senso che se guardi un giardino ordinato ne ricavi una sensazione di pace e bellezza. Non troppo ordinato. Troppo ordinato, per me, è effetto lager. E in questo ordine sono importanti i confini, i limiti. Se il prato è tagliato e i limiti rifilati con la vanga, come faccio io, si ha questa bella sensazione, anche quando si permette ad una pianta, o più di una, di varcare il confine e spargersi sull'erba. Significa che c'è un limite, una regola, ma si concede a qualcuno di ignorarla, di andare oltre. La situazione resta sotto controllo e non c'è rivoluzione. Il prato tagliato, anche un similprato come il mio che nessuno ha seminato e arieggiato e ci nasce quello che gli pare, è uno sfondo adatto per far emergere tutto ciò che emerge adesso e cioè veramente quasi tutto, peonie arbustive, peonie erbacee in boccio, ultimi tulipani, i ceanothus che stanno per esplodere le palline blu, il maggiociondolo che stavolta è pieno di fiori e tanto altro. All'ombra una Phuopsis stylosa, regalo di Valeria del Posto delle Margherite, è diventata molto grande e prepara le palline rosa. Non vedo l'ora!

In tutto questo Mauro arriva e dice "Che c'è per pranzo?"
Ma niente, non c'è niente per pranzo. Se tua moglie ha la giardinite a primavera non le interessa di mangiare, e il problema non è solo del marito frustrato, ma anche di lei che ingrassa perché mangia qualunque cosa, non fa più nessuna selezione, il cervello è orientato solo al lavoro in giardino. In questo esatto momento se mi chiedono che vorresti fare direi avere del tempo libero. Per far che ? Per lavorare in giardino. Lavorare di meno per lavorare di più. Da matti, certo. L'ho detto: GIARDINITE. In tutto ciò Mauro sta diventando molto bravo con le foto, non vi pare?



tulipani


il loro riflesso