GRANDINE

E' tanto tempo che non scrivo più niente e il blog cade nell'oblio, nel "dimenticatoio", com'è giusto che sia. Perché non si scrive più? Perché si è troppo stanchi. Perché il dialogo interiore, da cui gli scritti traggono l'origine, si affievolisce e si indebolisce. Perché è difficile vivere nelle contraddizioni e soprattutto raccontarle. Perché alcune situazioni che avvengono pongono problemi non banali che non si sa risolvere e neanche tanto bene spiegare. Proviamo a scrivere di una di queste cose. 
E' grandinato. Anche gli anni passati è grandinato, ogni tanto. Le grandinate erano eventi piuttosto rari e distruttivi da ricordare con paura. Ma ora era grandinato già dieci giorni fa, quando passai da Tegoleto, un paesino in direzione di Arezzo, e aveva appena piovuto: al bordo della strada c'erano dei mucchi di roba bianca. Per qualche secondo pensai che fosse polistirolo, invece era grandine, ammucchiata come neve. A casa nostra ne era venuta solo un pò e io avevo ringraziato il cielo di averci risparmiato. Ora è toccato a noi, dopo quella settimana /dieci giorni di caldo esagerato che aveva cominciato a seccare tante piante. Correnti fredde da nord e torride da sud che si incontrano e generano la grandine, grossa, come uova di quaglia o di gallinina mugellese. Le pietre della scala esterna sono macchiate dove è caduta, i secchi rotti, le sedie robuste di plastica scalfite. Si può immaginare l'insalata, i pomodori, l'uva. Per non parlare dei fiori. Forse in parte si salvano le olive, anche se dobbiamo ancora affrontare l'estate piena e poi l'autunno...chissà che potrebbe ancora accadere. 

Mi stupisce sempre il commento di certe persone: "Avere la terra non è un guadagno!"  ha detto una donna, come se alla fine la cosa non la riguardasse. Come se alla fine anche lei non mangiasse ciò che la terra produce, da qualche parte. C'è questo atteggiamento che non ho mai sopportato, di chi non sono mai affari suoi, ed è meglio se rimane il caldo a trentacinque gradi, tanto loro escono solo col fresco, per il resto vivono in ambienti con aria condizionata, che anche quella contribuisce al riscaldamento complessivo, e neanche si accorgono che perfino gli insetti vanno a bere e si affollano intorno alle sorgenti d'acqua. Questa gente si intenerisce tanto alla notizia di cani o gatti maltrattati, ma non pensa mai per esempio ai selvatici assetati dalla calura, o affamati perché tutto si è seccato, o spaventati a morte dalla grandine a cui non possono sottrarsi.  
Poveri noi, se non fosse che la grandine, così frequente e distruttiva, o le alluvioni, o il caldo esagerato, o le tempeste di ghiaccio, sono solo l'atto finale di una serie di azioni volontarie, compiute in piena coscienza dagli uomini di questo pianeta contro l'equilibrio che sulla terra si era instaurato, precario, delicato, da cui dipende la vita stessa degli uomini come specie. Parlando col nostro vicino di casa mi è venuto da dire che gli errori degli anni passati, quando si pensava che le risorse fossero infinite e la terra in grado di accogliere i nostri rifiuti all'infinito, quegli errori ci tornano in testa dal cielo. Per un tempo che poteva essere una ventina di minuti o forse meno, che noi abbiamo percepito più lungo di un'ora, è grandinato. Sembrava che mitragliassero il tetto della casa e ancora dobbiamo salire a vedere i danni. Finita la grandine, sono andata a lavorare in città e ancora diluviava, certe parti della strada erano allagate e ho dovuto cambiare itinerario, pensando che ci sono stati casi in cui si è sottovalutato il pericolo e ci si è trovati in un sottopassaggio allagato, a morire come topi. Queste situazioni diventano frequenti e difficili da affrontare, bisogna agire con tutti i sensi allertati e il cervello ben acceso.  Nonostante tutto mi è venuta una certa eccitazione. Distruggi, e io ricomincio. Il giorno dopo ero già con le forbici e il tagliaerba a sistemare, togliere il secco, il fradicio, e tutto ciò che era stato spezzato e buttato a terra. Sotto la pergola c'era un tappeto di tralci e foglie, e grappoli, purtroppo. Via tutto nel cumulo del composto e si riparte. Purché i potenti che ci comandano, comandano e non governano, si sveglino, per piacere. Fra poco ci sarà un altro incontro sul clima: SVEGLIA!