panorama d'estate in val di fiemme: alberi che suonano

Prima di tutto un grande saluto ai blogger amici , soprattutto signore, a Sari , Loretta, Cinzia, Strega e tutte le altre e gli altri. Siamo stati qualche giorno in val di Fiemme. Come mi piace la montagna! Direi che è proprio amore. Non uso spesso questa parola, e quando la uso vuol dire che sono davvero coinvolta.
Amo molto anche questo posto in cui vivo e mi rendo conto che tante persone ci invidiano il fatto di abitare nella campagna toscana; più passa il tempo e più lo apprezzo e me ne sento parte.  Eppure quando con l'auto saliamo le lunghe strade di montagna, i tornanti che si susseguono fra boschi e prati, ho la sensazione di tornare a casa.
L'acqua del Travignolo
Sono stata in montagna la prima volta con Don Sergio, che insegnava al liceo e aveva raccolto un gruppo di ragazzi a cui proponeva attività e vita comune durante tutto l'anno e in estate una vacanza/seminario di dieci giorni in luoghi delle Alpi sempre diversi. Quella prima volta ( la prima per me , che

Il ponte elfico sul Travignolo





avevo 15 anni) andammo ad Auronzo di Cadore, in riva ad un piccolo lago fra i boschi. Di solito andavamo in case di religiosi, strutture spartane e essenziali con camere a 4 o 5 letti e bagno comune.  Se non sbaglio non c'era nemmeno l'acqua calda, ma io, eroica, mi facevo la doccia lo stesso volentieri con l'acqua ghiacciata di montagna. Era una casa di suore, abbastanza arcigne e infastidite dalla nostra confusione. Forse avevano ragione: eravamo sempre tanti, ora non saprei dire, ma circa quaranta adolescenti, per quanto liceali piuttosto beneducati, possono essere difficili da sopportare. Le suore, quella prima volta, cucinavano davvero male, le pietanze avevano un gusto tutto uguale, che somigliava alle facce antipatiche delle religiose, ma noi assaporavamo altre esperienze, la compagnia reciproca, la fatica delle lunghe escursioni, l'aria profumata di resine, erbe e fiori, l'acqua limpida dei torrenti e le parole del Vangelo che colavano su di noi come una pioggia d'oro. Mi ricorderò sempre una ragazza nuova, che era con noi per la prima volta, la Lella, che veniva da un'altra scuola, non dal nostro liceo, e io la snobbavo un pochino. Entrò nella camera che ci avevano assegnato, se non sbaglio con noi c'erano anche la Ida e la Silvana, che era più grande, a cui forse Don Sergio aveva assegnato un compito di sorveglianza di noi più piccole. La camera era semplicissima, ma aveva il pavimento e le pareti di legno, e per tutte noi era una piacevole novità. La Lella, per la felicità di tutto, della camera tappezzata di legno, di dormire tutte insieme, di stare insieme per tanti giorni, si mise a ridere e gridare e saltare sul letto! Me la vedo ancora rimbalzare come una molla! Il letto alla fine era una cuccia. Era impossibile non volerle bene  e tutto il mio snobismo fu spazzato via dal suo entusiasmo! In effetti credo che sia sempre una donna meravigliosa. Uscite dalla casa la prima piccola passeggiata intorno al lago mi fece scoprire i fiori alpini. Erano dappertutto! I prati, i bordi delle strade erano disseminati di margherite, campanule, achillee, centauree, myosotis, e le sponde dei corsi d'acqua erano invase da fiori di cui allora ignoravo i nomi. In seguito li andai a cercare nei libri. Credo che quelle vacanze in montagna siano una delle origini della mia passione per il giardino. 

In seguito Mauro e io siamo andati in montagna parecchie volte, anche con le nostre bambine. Fino ad alcuni anni fa desideravo salire, andare in alto, sempre più in alto. Quest'anno ho apprezzato tutto. Il secondo giorno abbiamo fatto una meravigliosa passeggiata in piano intorno al lago di Paneveggio, nel bosco dove crescono gli abeti di risonanza, chiamato anche la "foresta dei violini". Il legno di questi abeti rossi, per le condizioni climatiche e il terreno in cui vegetano, si presenta omogeneo, con anelli di crescita equidistanti e quasi privo di nodi. Riporto qui un brano pubblicato dalla Provincia di Trento:

nell'ambito del legno pregiato per la costruzione di strumenti musicali viene chiamato "Mondholz", legno lunare, quello di abete rosso (Picea abies Karst), tagliato nei giorni seguenti il novilunio di dicembre. Una parte dei tronchi ottenuti vengono immessi nel torrente Travignolo dove l'acqua invernale provvederà ad accarezzarli, scuoterli, farli vibrare e suonare. A maggio verranno prelevati e lavorati per ricavarne tavole di legno "lavato". Questo legno, apprezzato da numerosi liutai, si distingue per leggerezza e ricchezza di vibrazioni armoniche che riesce a produrre e trasmettere all'intero strumento musicale.

Metto qui due link per chi è curioso : questo e questo. La presenza degli abeti maestosi, l'acqua che scende pulita e fredda fra i massi scuri di rocce vulcaniche, la luna in cielo che dialoga col legno e con le creature del bosco e infine la musica degli uomini, attività puramente creativa e gratuita che ha bisogno per esprimersi di quel legno e di quei boschi, tutto questo fa  sentire immersi in una dimensione che non direi magica, ma veramente Umana, l'unica dimensione reale che nutre e fa crescere le parti migliori di noi. Una vacanza in questi posti è un'esperienza da custodire e non, come dire, uno status symbol da esibire.