Ignorare il Natale

In questi giorni, ad un preside di un paese del Nord Italia, è venuta l'idea di ignorare il Natale nella sua scuola. Non voglio fare polemica, voglio ragionare. Quest'uomo, visto tutto questo casino dell'Isis e delle varie guerre e la presenza massiccia di immigrati e dei loro figli nella scuola, ha pensato di fare la sua parte eliminando quella che, secondo lui, può essere una causa di emarginazione, separazione, polemiche e alla fine, odio. Ignoriamo il Natale e facciamo una bella festa d'Inverno, però lontana dalle festività. E' venuto fuori un casino quasi internazionale, io seguo i notiziari e hanno ripetuto e fomentato la scintillina iniziale fino a creare un vero incendio, finché alla fine il preside, che sicuramente è una bravissima persona, si è sentito in dovere di dimettersi. Perché dico che, quasi di sicuro, è una brava persona? Perché si è posto il problema del rispetto, diversamente dalla maggioranza. E anche perché si è dimesso, chi è che si dimette, qui da noi? Solo le persone perbene, quegli altri hanno la colla al sedere, una colla speciale che si attiva quando trovano un posticino redditizio. 
Però io non sono d'accordo con lui. E' un discorso lungo, comincia da lontano, da quando i nostri antenati vedevano, in questo periodo dell'anno e alle nostre latitudini, diminuire la luce solare, e si spaventavano, sarebbe mai tornato a crescere, il Sole? Si sarebbero di nuovo allungate, le giornate, e la vita avrebbe di nuovo preso il sopravvento sul freddo e lungo inverno? Lo sapevano bene che sarebbe successo, ma quando fa freddo e buio non si sa mai, è meglio celebrare la luce, per essere quasi certi che torni in tutto il suo splendore! 
Ed ecco le feste d'inverno, che i romani celebravano come Saturnali, andate a vedere il post di Grazia di questo mese, blog "senza dedica". In queste feste che, svolgendosi fra il 17 e il 21 dicembre, precedevano il nostro periodo di Natale, che allora non esisteva, si "liberava Saturno", Dio pericoloso e inquieto, che stava tutto l'anno legato per i piedi, e si lasciava che si sbizzarrisse sulla terra. Poi c'erano i riti di Mitra del Sol invictus, le celebrazioni dei Celti e su tutto questo, arrivato il Cristianesimo, si è innestato il Natale cristiano, stabilendo che la nascita del Cristo fosse avvenuta proprio intorno al solstizio d'Inverno e saldando la rinascita del Sole all'Avvento della luce spirituale.
Il Natale, cancellando tutto il baraccone commerciale, è questa stratificazione di significati che ci accompagnano da millenni. Veramente pensiamo di cancellarli o ignorarli? Impossibile.  Tutti sentono il Natale, anche quelli che lo soffrono perché li obbliga, come festa della famiglia e degli affetti, luce delle nostre vite, a rivedere i propri comportamenti. Il Natale può essere vissuto anche solo con qualche candela, ornamenti naturali e non costosi, e offerto a chi è diverso da noi come un piccolo o grande dono, magari poi celebrando con bambini e adulti di altre tradizioni le loro credenze e festività. Questa è l'unica via per andare d'accordo, così penso io.

Invece abbiamo scelto di litigare anche per Natale, è arrivato Salvini col presepio a cavalcare la tigre di Natale, senza dimenticare che la tigre per Natale non c'è, c'è l'asino, e il bue. Lascio sospesi i significati. Ed è arrivato un signore a cui piace litigare facendo finta di voler bene a tutti, che ha distribuito ai bambini fuori della scuola, gratis, s'intende, cappellini da Babbo Natale, senza sapere che quella è piuttosto una pubblicità della Coca Cola... se io fossi stata lì come mamma l'avrei mandato dove si può immaginare, lui e i suoi cappucci rossi. E' meglio che io stia sola a Ciggiano, dappertutto troverei da leticare.