aerobico anaerobico gas puzzi odori

Il compostaggio può avvenire in presenza di aria, e quindi di ossigeno, o anche senza. Certe aziende compostano scarti organici in assenza d'aria e raccolgono i gas che si formano, soprattutto metano, e lo riutilizzano come si usa il metano, per far funzionare caldaie e simili, ma naturalmente si tratta di processi quasi industriali. Nel composto familiare si cerca di privilegiare la compostazione aerobica, questo raccomandano i sacri testi, ma io non la faccio tanto lunga, stratifico e si formano anche strati compatti dove ossigeno non entra: pazienza! Quindi aerobico e anaerobico insieme, poi arrivano i lombrichi e entrano nelle parti più compatte e ci pensano loro a arieggiare. Quando tolgo il composto a primavera per spargerlo alle piante trovo strati densi e perfino burrosi, se non fosse che sono marrone scuro. Sembra cibo! E' cibo per piante.
Una volta che si parlava del compostaggio, prima che fosse usato in larga scala per i rifiuti delle famiglie, un tipo di Legambiente mi disse: "Ma tu sai cosa fa la materia organica quando marcisce? Puzza tremendamente! Compostare non è cosa semplice!" Certo che lo sapevo, ma facevo già il composto e sapevo che se fatto anche solo discretamente non puzza. Il problema di questi grandi esperti di ecologia è che spesso non hanno fatto niente con le mani. Tutta teoria.
 Il composto ha un odore, che somiglia un pò a un gradevole odore di stalla pulita e di fieno, certo mi rendo conto che molti adesso non hanno idea di che odore abbia una stalla pulita o il fieno...fidatevi, è buono. Se i materiali sono coperti e stratificati non puzza. E' un odore e non un puzzo. Credo che anche nel nostro composto familiare si liberi un pò di metano, e anche molto azoto, che torna in atmosfera, che è composta per la maggior parte di azoto. E' visitato da tanti animali: il serpente che diceva Loretta nel commento al post precedente che ha per titolo Il suolo. I ricci, a cui piace per il caldino e la presenza di lombrichi e larve.  A proposito di lombrichi Mauro conosceva un signore che era convinto che la parola fosse "ombrico" , l'ombrico, e quindi al plurale diceva gli ombrichi. 
 Anche ai rospi piace il composto. Ne trovai uno qualche anno fa che doveva esser lì  a svernare e si era legato con una radice di gramigna. Lo liberai io, aveva degli occhi arancio molto belli. 

Cosa si mette nel composto? Si è già detto: scarti organici, tutti quelli di cucina, evitando la carne per non attirare animali. Potature di piante, erba tagliata, tutto tagliato in pezzetti piccoli, ci sono allo scopo anche delle macchine chiamate biotrituratori, che io non ho mai usato. Guscio d'uovo: per i biodinamici si tratta di sostanza quasi magica, dato il ruolo di protezione che ha per la macrocellula del pulcino, si consiglia di macinarli e metterne un pizzico nella buca d'impianto delle piantine dell'orto. Anche se non fosse vero che proteggono le piantine è bello pensarlo. 

Nel compost si mette anche la carta, ma bisogna che sia carta non troppo, o per niente, trattata con sostanze tossiche, e non plastificata, ma questo è scontato. Non carta stampata, in ogni modo. Ci si può mettere la segatura, ma anche qui bisogna guardare che non provenga da truciolati in cui il legno è mischiato alle colle, o da legni coperti da una pellicola di plastica, tipo formica.  Se non si è sicuri meglio lasciar perdere, vogliamo fare un buon composto sano. 
In una tv locale una sera facevano vedere il capannone dove avevano stipato l'organico proveniente dalla raccolta differenziata prima di trattarlo, qui ad Arezzo. Uno spettacolo di materiale marcescente in qui si individuavano bene CD,  cassette da registrazione e perfino radioline. Il giornalista si mise a ridere: ma che organico é? chiese. 
No comment. Per onestà bisogna dire che in certi posti hanno delle macchine capaci di ripulire l'organico... meraviglia!
Tuttavia per esperienza personale bisogna fare attenzione a cosa si butta nell'"umido", perché è facile mettere cose inappropriate. Nonostante faccia attenzione trovo spesso, nel compost che faccio io, pellicole di plastica, e soprattutto posate. I nostri cucchiaini da caffè sono passati dal composto quasi tutti. Togliere il composto è un metodo sicuro per ridimensionare il mio ego, se ce ne fosse bisogno: sono convinta di farlo molto bene e che non mi sfugga niente, e invece mi accorgo che mi ci finisce dentro un sacco di porcherie.  Soprattutto plastiche: la plastica in tutte le sue composizioni è diventata così pervasiva, invasiva, direi, che è dappertutto, in frammenti minuscoli che non si riesce più a separare. Per esempio mettono il polistirolo espanso nei terricci per alleggerirli, considerandolo un "inerte". Bah!
 Ora però vedo che questa è diventata, grazie al tam tam di Facebook, un'ossessione comune, che dopo aver nevrotizzato milioni di persone forse servirà a risolvere qualcosa.
Per ora siamo concentrati sui sacchetti e sulle pellicole, ma c'è un sacco di roba fatta di plastica. Nella terra dei campi trovo spesso vecchie suole di gomma. Gomma? materiale naturale, cioè destinato a disfarsi senza fare danni, o pericoloso anche quello? Io in ogni caso lo porto in casa e lo metto nell'indifferenziato. Pare che gli abitanti di questo posto considerassero la terra dei campi una vera discarica, da quando ci abito non faccio che drenare porcherie dalla terra. La terra mi piace pulita, sarà perchè sono nata sotto un segno di terra, la considero sacra, la madre di tutti. 

Per molti anni abbiamo abitato in un altro posto, e qualche volta portavo le bambine a scuola passando da una stradina dei campi, dove poteva passare una sola auto. C'era un campo recintato e dentro una capannina con un orto, un piccolo frutteto, dei vasi fioriti, un tavolo con un'incerata sopra e delle sedie, e tutto perfettamente in ordine e pulito. Davanti al cancello sempre chiuso a chiave, c'era un fosso. E lungo il fosso il pulitissimo abitante della capannina ammucchiava i suoi rifiuti e poi li bruciava, grandi cumuli di plastica dei sacchi del concime, e rami secchi e erba tagliata. La plastica si scioglie col calore ma non brucia tutta, occorrono le temperature alte di un inceneritore, si formano composti nuovi e tossici, le temute diossine, e il fumo puzza tremendamente. Quando pioveva tutto il liquame finiva nell'acqua del fosso. E' opinione comune in campagna che il fuoco sia purificatore e la plastica, dal momento che non si vede più, sia andata, come la carta. Tutto lo sporco fuori e dentro pulito, questo è stato il concetto di molti anni di gestione delle cose, qui da noi. E' così facile, rifiuti portati in giro in paesi che li accettavano in cambio di denaro, in fondo come paradigma basta prendere il mio omino di allora e la sua capannina linda. Senza considerare che questo pianeta è un sistema chiuso, e quella roba ce la saremmo ritrovata prima o poi nel piatto, nell'aria che si respira, e infine nel sangue.