Pesce Lazzaro

Ieri ho lavorato un bel pò in giardino per ripulire la zona davanti all'ingresso superiore della casa. Quelli che, ormai molti anni fa, ristrutturarono, volevano trasformare la vecchia colonica in una villetta borghese, e ci avevano fatto anche la siepe di lauroceraso, con grandi foglie lucide, impenetrabile allo sguardo e comune in tutte le periferie urbane. A me non piace per niente il lauroceraso,  neanche le villette, o meglio, siccome le piante mi piacciono tutte, questo qui mi piace solo quando è tenuto in forma libera e fiorisce. Fa dei fiori a pannocchia bianco crema abbastanza belli e profumati, ma l'uso come siepe non lo fa fiorire, perché viene continuamente potato. E' una pianta dalla crescita veloce e tutto quello che va così veloce ed è sempreverde, ha bisogno di molta acqua e concime. Tipiche idee anni settanta e ottanta, tutto rapido, costoso in termini ambientali, pronto effetto. Qui da me le estati terribili ultime lo hanno sciupato molto e ora vorrei proprio toglierlo. Ieri ho iniziato a tagliare, ma toglierlo di terra non ci riesco, mi ci vorrebbe un piccolo escavatore. A me piace che la casa somigli alla sua storia passata il più possibile, e mi piace che abbia piuttosto una siepe mista, fiorita, che somiglia alla campagna intorno. Nella fila di laurocerasi si sono formati dei buchi e ci sono nati tre cercis siliquastrum, l'albero di Giuda, dai semi di quello che c'è dietro la casa. Li ho lasciati e gli ho fatto spazio. Diventeranno alberi veri e ci sarà il problema di potarli, ma forse sarò troppo vecchia o non ci sarò più quando succederà e ho deciso di fregarmene. Accanto c'è una photinia che sta per aprire i fiori, e una banksiae lutea dai fiorellini giallo zolfo. Più in là c'è un bi-tiglio. cioè un tiglio che mi regalarono quando arrivò la Holly da noi, e lei ci saltò sopra e lo ruppe. Ma la piantina aveva molta voglia di vivere e buone radici e è ripartita, e da un solo fusto iniziale ora ne ha due vicini, per questo un bitiglio. E' molto bella, elfica, ora che è giovane e apre i germogli. Poi c'è una lonicera fragrantissima, un sommacco a foglia rossa e un groviglio di lillà bianco, viburnum tinus nato da solo, e   oleandro che forse si è seccato per il gelo. Insomma un sacco di roba, oltre alla grande clematis Armandii che però quest'anno, fra la terribile estate e il forte inverno, ha praticamente saltato la fioritura. Non ci si pensa, si dimentica che l'estate scorsa è stata quasi impossibile e che l'inverno ha fatto vittime, ma dai giardini si vede. In fondo alla fila, a presidiare il cancello, c'è una quercia che quando arrivammo era piccola e ora è molto grande. Ho un piccolo progetto per questa zona e spero di avere le energie per realizzarlo.

Pesce Lazzaro
 
In questi giorni c'è stato un piccolo dramma.
Avevo liberato la vasca dalla pianta galleggiante che copriva la superficie e finalmente avevo potuto contare i pesci rossi. Sette: cinque rossi e due rosa. Anni fa erano molti di più, e so di sicuro che alcuni li ha mangiati un airone che veniva ogni tanto.  Una notte  è piovuto molto e la mattina dopo, che era giovedì scorso, sono andata a vedere, e li ho contati di nuovo, lo faccio sempre, è un'abitudine, loro vengono a vedere se porto del cibo e posso anche toccarli, e intanto mi assicuro che ci siano tutti. E' una cosa molto da vecchia signora, ma lo facevo anche da giovane, capisco che con quello che succede nel mondo i pesci rossi non sono una priorità, ma mentre su quello non posso farci niente, con i pesci rossi magari riesco meglio a combinare piccole cose buone. Erano sei, mancava uno dei pesci rosa. Mi si è stretto il cuore. Che sarà  successo, forse sarà stata la Sekmet, la micia grigia che sta sempre con le zampe nell'acqua? O la Cacciatrice, che si chiama così perché acchiappa tutto quello che si muove? O un altro uccello? 
Quando è tornato Mauro gliel'ho detto e lui era dispiaciuto come me e ha fatto una cosa che io non avevo fatto, un giro intorno alla vasca e il pesce rosa era dall'altra parte, subito fuori del punto in cui l'acqua tracima quando piove tanto. Sarà saltato fuori?  Sarà uscito col flusso dell'acqua nella pioggia forte? L'avrà davvero tirato fuori una delle gatte? Non importava, perché il pesce era stecchito. Ho avuto un flash: la sera prima, che ero a casa per il riposo settimanale, guardando la televisione e scarrellando, avevo visto la scena di un film in cui si rompe una boccia con un pesce rosso e una donna dice "lascia fare, lo prendiamo dopo, i pesci rossi resistono anche 24 ore fuori dall'acqua" Avevo cambiato canale infastidita perchè il pensiero del pesce che boccheggia sul pavimento mi disturbava. Che cosa strana, ho pensato, il film  e oggi il pesce morto...
Mauro ha preso il pesce per la coda e ha detto che si poteva provare, i pesci rossi, dai suoi ricordi di pescatore bambino, sono resistentissimi, e ha messo il pesce nell'acqua. Mi ha fatto impressione. Era morto e metterlo lì nell'acqua viva... ma le branchie hanno iniziato piano a muoversi. Il movimento era debole ma riusciva a mandare il pesce in giro in cerchio, sdraiato su un fianco a galla. Un morto che cammina, occhi sbarrati e pinne ferme, oltretutto sporco di terra che gli era rimasta attaccata addosso. Gli altri pesci si sono quasi fermati, anche se erano distanti. L'acqua doveva aver diffuso il messaggio che c'era uno quasi morto, uno di loro che stava per morire. Siamo stati a guardare. Il pesce girava e faceva davvero impressione questo moto insensato in cerchio. Mi sono ricordata quando, bambina, trovavo un insetto o un verme mezzo morto e provavo orrore, e l'impulso era di schiacciarlo, di finire di ucciderlo. Invece, pietosi, siamo stati a guardare. Ci chiedevamo se fosse stato danneggiato dall'esposizione all'aria, se avesse preso  una zampata da una gatta che aveva leso gli organi...Ha girato così per tanto tempo, poi ha avuto un guizzo. Un altro e un altro, ha tentato di mettersi dritto. Ha provato un pò di volte e è riuscito a immergersi perbene, senza più stare sulla superficie dell'acqua. Ora stava dritto e aveva recuperato l'equilibrio. Ha cercato di andare più a fondo, poi è tornato in giro, sembrava molto confuso quasi come un ubriaco. Il giorno dopo era debole ma mangiava insieme agli altri. Aveva avuto davvero una brutta avventura, e ne porta il segno nelle scaglie che sono state esposte all'aria e si sono scurite, magari più avanti le cambierà? E' stata una piccola esperienza sconvolgente, anche perché riguarda la morte e la vita, e non è di tutti i giorni vedere un essere vivente "risuscitare". Mi viene da chiamarlo pesce Lazzaro.