un centinaio di olivi

Abbiamo un centinaio di olivi. Non so se al momento abbiano un qualche valore economico, se gli viene attribuito credo sia puramente teorico, perchè, come ho detto tante volte, l'oliveto va mantenuto e questo ha un costo, soprattutto un oliveto come questo fatto di terrazze, il che complica la pulizia. L'olio, pur risultando caro rispetto ai prodotti che si trovano nella grande distribuzione, non ripaga neanche lontanamente le spese.




E' uno strano periodo per tutti, non si sa cosa abbia valore, in cosa si possa riporre fiducia e cosa possa costituire un investimento per il futuro.

Gli olivi: ogni tanto vorrei tagliarli tutti al piede, e altrettante volte vorrei piantarne altri. Quelli che abbiamo sono sulla proda dei terrazzamenti, perchè in mezzo i contadini facevano il grano per il pane. Chissà chi li ha piantati, chissà quando. Messi così sono scomodi, una parte della pianta sporge sul campo di sotto ed è difficile da cogliere e da potare. Non li togliamo perchè sarebbe un costo anche quello e poi ci siamo affezionati, sono troppo belli, quando sono belli. Uno dei primi anni che eravamo qui, molto piovoso, persero tutte le foglie. La nostra è una posizione riparata e calda, ma poco ventosa e soggetta ai ristagni e alle nebbie, d'altra parte siamo in Val di Chiana, anche se in collina; e agli olivi piace il sole e l'asciutto. Gli piace, non si direbbe, il vento del nord che asciuga e qui quasi non arriva. L'anno che persero tutte le foglie potammo degli stecchi. Arrampicati sulle scale con forbici e seghetto ci si sforzava di immaginare l'albero verde. Ci volle coraggio e speranza. E' stato qui che abbiamo cominciato a usare i prodotti a base di rame per proteggere le piante, qui ci vuole. Ora, questo autunno, gli olivi sono bellissimi. Venne una mia cara amica qualche tempo fa e facemmo una passeggiata nell'oliveto e nel bosco. E' tedesca, guardandosi intorno ammirata disse "Ma è un paesaggio!" Sì, è un paesaggio, fatto dall'uomo, in cui si armonizzano i due aspetti, la natura più libera del bosco con l'ordine cercato nel frutteto,  e noi cerchiamo di conservarlo, quando ci riesce. Abbiamo più che altro morelli, o moraioli, poi alcune piante che danno frutto quasi sempre, e sono come dei grossi cespugli indomabili, con delle olive grasse e più chiare. Non so che varietà siano, so solo che a riprodurli ci sarebbe da tenere solo quelli, che sopportano meglio il freddo e sono tanto produttivi, anche se le potature durano dieci giorni, poi ributtano moltissimi succhioni e sembrano la testa di Einstein. 

Gli animali selvatici hanno pesantemente danneggiato i pendii, che chiamiamo greppi. Ci salgono per traverso e fanno crollare quello che resta dei muretti a secco. Raccogliendo le olive ho trovato tanti escrementi che non ho potuto fotografare, mi mancava il telefono. Avevo già notato la presenza dei coleotteri della cacca, in giardino, che smontavano le cacche della Holly. Qualche anno fa non c'erano. Ora mi viene da pensare che siano aumentati con l'aumento dei selvatici, trovano molto materiale. Ho trovato cacche numerose a forma di goccia, e altre che trovate qui .

 E anche qui, dove c'è una serie di foto che permettono di riconoscere gli escrementi che si trovano in giro. Mentre si lavora l'oliveto è silenzioso, un silenzio vitale di canti di uccelli, di voci umane, qualche volta un crepitio di fuoco, un decespugliatore...nel bosco fitto che delimita l'oliveto stanno gli animali che sono numerosissimi e non si fanno vedere, escono appena noi ce ne andiamo e la mattina troviamo arato. Mauro ha detto che voleva pagarli per il lavoro di rivoltamento delle zolle.