un novembre di meraviglie

Di solito il mese di novembre è il più triste, per me, con la luce solare che diminuisce, ma questo che si è concluso è uno dei più belli che ho vissuto negli ultimi anni. La faccenda delle olive è stata eccitante, quest'abbondanza straordinaria qui da noi ha un pò ubriacato tutti e in casa nostra sta ancora condizionando la vita quotidiana. Nei negozi, alla posta, in giro, dovunque ti fermi a comprare un pezzo di pane o la frutta nei magazzini lungo la via di Foiano, tutti parlano di olive. Molti fanno a gara per quante sono riuscite a coglierne ogni giorno. Un signore anziano, più di me, l'altro giorno quasi gridava, mostrando le grosse mani scurite, che da solo ne aveva colte 6 quintali al giorno. 
"Sì, ma quante foglie ho tirato giù!" e rideva. 
Bisogna dire che in due io e Mauro abbiamo colto anche 4 casse al giorno, che sono più o meno 80 kg. Le cogliamo a mano, aiutandoci con dei rastrellini, ma quando siamo sulle scale una mano serve anche a tenersi. Le cogliamo per 5 o 6 ore al giorno, di più io non posso, lavorando anche la sera in pizzeria. La mattina presto se gli olivi sono molto bagnati non si dovrebbero toccare. 



Da qualche anno ci sono in commercio delle macchinette per cogliere. Due tipi di macchine, uno fa più danno una meno. Gli uomini si inventano macchine per velocizzare i lavori, fare meno fatica, ma la macchine mica fanno tutto da sole. Uno di questi aggeggi è una specie di frullatore messo in cima a un'asta, elettrico o forse anche collegabile alla presa di forza del trattore, che deve essere sostenuto e mosso fra le fronde delle piante. Chi lo usa si stanca molto. Però coglie anche tanto, come diceva quel signore, e tira giù con le olive tantissime foglie. Considerando che l'olivo è un sempreverde e quindi non perde le foglie d'inverno questo non è un bene. In ogni modo si tratta di scelte, e anche di conti, se le piante producono poco e non hai denaro che ti avanza il frullino non lo compri. Per ora noi abbiamo fatto così e chissà, l'anno prossimo magari si cambia idea e il frullino si compra anche noi. Ultimamente la compagnia degli umani mi rimane ostica da digerire, gli omìni che colgono sei quintali di olive e tritano le piante, e sono bravi a fare tutto e sono sempre in gara col resto del mondo non li sopporto. 

Ne parlavo con Mauro, di questo omino dei 6 quintali al giorno e lui diceva che sono gli ultimi colpi in canna prima del cantuccio del focolare. Qui ci vorrebbe una faccina che ride. In ogni modo scommetto che sono gli stessi che mettono i lacci e i veleni per uccidere i selvatici e che hanno usato il veleno per la mosca dell'olivo anche quest'estate che proprio non c'era bisogno. 
Ho trovato questa raccolta dell'anno 2018 molto buona per me proprio per il contrario di quello che diceva quell'omino: per la lentezza, per la pace della campagna, per aver lavorato con Mauro. Quando si colgono le olive si sta molto zitti, soprattutto quando il sole cala e siamo ormai stanchi, ma anche si parla. Di tutto, della famiglia, di qualche progetto, del presente, delle raccolte di anni lontani, di gente con cui si coglieva che non c'è più, operai che venivano a lavorare in un altro podere, a cui eravamo affezionati come a gente di casa, di cosa avrebbero detto di fronte a questa straordinaria abbondanza, di come tutto è cambiato. Si parla molto di cose che ci fanno arrabbiare, di rancori che pure noi abbiamo, e dei politici, argomento sempre verde che fa venire il mal di stomaco. Si parla del fatto che quest'anno è unico, l'unico anno, per esempio, che abbiamo lavorato nel pulito. Non è piovuto fino alla fine di ottobre, le olive erano piccole e già annerivano, ma non c'era stato tempo per la mosca di iniziare un importante ciclo vitale, vista la siccità. Poi l'acqua ha fatto ingrossare le olive, non molto, un pò. Secondo me è andata così, tutto fermo per il grande calore e l'asciutto, poi l'acqua della fine di ottobre ed erano pronte e già cominciavano a cadere, e la resa in olio è stata molto bassa, perché non c'è stato un normale ciclo di maturazione. E' il cambiamento del clima. Al magazzino dei Tonioni dove mi sono fermata a comprare la frutta una delle ragazze che lavora lì diceva che il suo babbo aveva fatto quest'affermazione "Se rendono meno del 15 (il 15 % di olio per quintale di olive) m'ammazzo!" Al frantoio c'è andato il genero e le olive hanno reso il 13 e qualcosa. La ragazza, sua figlia, gli ha telefonato e gli ha annunciato "Babbo, preparati a ammazzarti!" L'ha raccontato ridendo, perché la storia delle olive e dell'olio in questa stagione da gioia a tutti.


Sono cadute tante olive ma erano talmente abbondanti che sulle piante restava comunque una quantità eccezionale di frutti, che stiamo ancora raccogliendo, quando la pioggia lo permette. Neanche l'erba e i rovi dopo la pioggia hanno fatto in tempo a ricrescere tanto da impicciare, e così cogliamo, eccezionalmente, nel pulito. Ancora qualche giorno e avremo finito, ancora una ventina di olivi, forse venticinque... In questi giorni, quasi un mese intero, comprese le giornate di pioggia in cui ovviamente ci si ferma, abbiamo visto il bosco intorno diventare sempre più giallo, e nelle giornate di sole la luce è bellissima. In qualche segreto modo ci si sente nutriti, come se la nostra anima non chiedesse che questo, essere immersi, per qualche ora al giorno, nella campagna, che ci parla, nonostante le nostre chiacchiere e la stanchezza, con una lingua segreta che fluisce in noi senza che ce ne accorgiamo e la sera, finito il lavoro, ci si sente in pace. Anni fa mi capitò di parlare con una donna che prima abitava in campagna, da queste parti, e era andata a stare in città, oltretutto lungo una strada di Arezzo in cui c'è traffico a qualunque ora. Diceva che a lei tutto quel movimento, tutte quelle auto che sfrecciavano sotto la sua terrazza, facevano bene, che invece svegliarsi la mattina in campagna con quel campo lavorato davanti, vuoto, le metteva un gran tristezza, fino all'angoscia...


...vedi come siamo diversi! Intanto io quel campo vuoto, se fosse stato mio, l'avrei trasformato in un giardino, o in un orto. Ho ancora delle cose da scrivere riguardo a questa storia delle olive, ma devo elaborarle perbene.