Il cielo stellato

Avviso i lettori, del cielo stellato parlano solo le ultime righe di questo post. Quella appena trascorsa è un'estate molto diversa dalle altre. Intanto fino ai primi di luglio non avevo fatto l'orto. Per me non fare l'orto è strano...mi manca qualcosa di essenziale. Avevo curato il giardino, che è già tanto, e tolto alcune piante, fatto spazio. Ero riuscita a tagliare l'erba e tenere piuttosto a posto, senza però fare alcuni lavori quasi strutturali che mi ero riproposta. A luglio ho piantato qualche pomodoro, qualche melanzana, cetrioli e zucchine. Pensavo che con il caldo corressero, invece abbiamo avuto i primi pomodori solo venti giorni fa, cioè in settembre. Abbiamo avuto in compenso, presto e a lungo, zucchine e cetrioli e melanzane striate. Tutto  sommato non è andata male. Bisogna accontentarsi di quello che si riesce  a fare, ma io non sono una che si accontenta. Ho una vita talmente piccola da troppi anni che almeno qui devo avere dei risultati, altrimenti esplodo. Poi siamo stati in Galles a trovare Fiamma, la figlia maggiore. E ho potuto visitare Bodnant Garden e vedere la brughiera fiorita. 

Ho cominciato a avere dei problemi col nuovo decespugliatore a batteria che aveva comprato e che mi era stato tanto utile. Per non pesare su Mauro che aveva le sue cose impegnative da seguire. E per essere indipendente, cosa per me importantissima. Il mio vecchio tagliaerba aveva già perso il sacco raccoglitore e non c'era verso di ripararlo. Quindi una volta tagliata l'erba, bisogna rastrellare e raccogliere, lavoro doppio. A un certo punto la macchina ha perso anche una ruota. Ho provato a usarlo così, zoppo, e ho scoperto che era perfino più facile farlo camminare, perchè, se hai una ruota storta, quella frena, ma certamente è faticoso spingerlo dovendolo tenere in equilibrio su tre gambe. Non è possibile sostituirlo, per ora, quindi si fa così. Diciamo che i miei collaboratori principali avevano deciso di abbandonarmi. La Holly aveva un dolore alla gamba, è artrosi dell'anca, quindi anche per lei antidolorifici. E' cominciato un periodo in cui tutto sembra rallentare e infrenarsi. In agosto abbiamo portato qua la mamma di mio marito. A vivere. Finalmente. Perchè da un certo punto di vista alcune cose sono andate al posto dove dovevano andare da anni, ma certo questo ha reso la vita qui più complicata. Anche per altri aspetti è stata un'estate difficile, fra il grande caldo e altre cose di cui non posso parlare perchè riguardano anche altre persone, ma che non sono state per niente secondarie. Sembra certe volte che qualcuno ti metta una cesta sulle spalle e cominci a caricare. Ce la fai così? Allora ne metto un altro po', poi un altro po'. Ce la fai ancora? Un altro po'. Ora cammina. E te vai avanti con tutto quel peso. Anche Mauro è carico e ci è meno abituato. Aveva il lavoro, ma certe questioni famigliari gli rimanevano al margine. Come al confine del campo visivo. Se però il decespugliatore e il tagliaerba funzionassero bene, se alcune cosine meno centrali collaborassero, ci si sentirebbe meno pressati.

Non capita mica solo a noi di essere carichi. Ne vedo tanti, soprattutto donne, cariche stremate all'inverosimile, che non si ribellano, si lasciano schiacciare e perfino annientare. Io no, eh! Io ho il mio giardino. Interiore e materiale, il mio blog, i miei libri, da leggere e da scrivere, e i miei sogni. Le mie AMICHE. Mi prendo del tempo per me. Mi assicuro degli aiuti. Ma quando vado al distretto sanitario vedo tante donne schiacciate dal peso delle famiglie, in cui tutti lavorano e è "naturale" mettere tante cose addosso alla mamma o alla nonna ancora attive, che però non lavorano fuori di casa. Tutto questo lavoro femminile fa risparmiare denaro alla famiglia, ma il prezzo è l'annullamento di queste donne.  Fra queste cose da fare c'è la pulizia della casa, il far da mangiare per tutti,  lavare e stirare, la cura degli anziani di casa che spesso sono anzianissimi, spesso malati...la vita diventa una specie di schiavitù volontaria. Non si ribellano, non sanno niente di femminismo, di diritti, sembrano il bue che si vedeva tirare l'aratro nei campi, ormai decine d'anni fa, che conosceva solo la fatica. Si legge negli occhi di queste donne, si sente nella voce un'amara rassegnazione, e nel corpo si vede un'attitudine a portare il peso, le spalle abbassate.

Ieri l'altro la mia suocera la mattina presto si è alzata per fare la pipì e si è rotta il femore, è già stata operata. Da ora in poi si vedrà. Non si può chiedere niente alle alte sfere, dico quelle alte alte, perchè c'è gente che muore sui barchini in mare, gente che perde la casa, gente che viene torturata, uccisa...questi vengono prima di noi che tutto sommato siamo nell'ordinaria amministrazione. Due piogge grosse estive, di cui una, non qui, ma qui vicino, è stata un'alluvione, hanno garantito una fioritura autunnale di settembrini molto abbondante, benchè caotica. Una ragazza in questi giorni mi ha ricordato un altro nome di questi aster che avevo dimenticato: il cielo stellato. Ecco, proprio così. Mi guardo questi e quello, stanotte, al ritorno dal lavoro, e mi rimetto a posto. Sempre che non si rannuvoli.