l'anello di acque lucenti



"Le lontre fanno sempre quello che vogliono; non sono cani, e coesistono con gli uomini, piuttosto che appartenere a loro." 

Attualmente passo del tempo ogni giorno in Scozia, in un posto sul mare, in compagnia di un uomo e di molti animali selvatici e domestici, in un tempo imprecisato alla fine degli anni cinquanta del secolo scorso. Poi torno qui, certe volte istantaneamente. Come si fa questa magia è presto detto: leggendo, e neanche tanto. Ogni sera un pezzettino e poi me lo porto dietro durante il giorno e ci passo un pò del tempo scomodo di questo periodo. Chi parla con me mentre sono altrove non sa e non può sapere che in quel momento sto seguendo le evoluzioni subacquee di una lontra fra le fronde di laminaria, nel limpido mare del nord, e per questo ho lo sguardo un po' distratto. Ognuno ha i suoi rimedi per la vita difficile, e io non sono il Buddha, purtroppo. Il qui e ora non sempre mi si addice.  

Il libro è "L'anello di acque lucenti", comprato nel 1980 o 81 per il titolo. Un "anello di acque lucenti", con il bel disegno di una lontra in copertina, non si lascia in libreria. Vedete dalla foto che la copertina è ormai un po' sporca, per tutte le volte che il volume è stato portato in giro e letto.Se si trova ancora in vendita lo suggerisco come regalo di Natale per una ragazzina, o ragazzino, anche se poi i genitori dovranno parlarne con il giovane lettore, perché è una storia vera con molti errori dentro, come la vita, da leggere con molto senso critico. Gavin Maxwell è l'autore, famoso per aver vissuto con le lontre. L'avevo in libreria e dopo tanti anni l'ho riletto con grande piacere. Inizia con il cane Jonnie, di cui nel libro c'è una foto, compagno di vita e di caccia agli squali. Dice ad un certo punto Maxwell che, alla morte di Jonnie, si era reso conto di non voler più avere un cane, perchè non aveva più l'età per un cane attivo. Ecco, questa è una riflessione che molti dovrebbero fare, che un cane ha delle esigenze di movimento, vita sociale, ma principalmente di natura, di cui non si tiene abbastanza conto. 

A quel punto Maxwell comincia a desiderare la compagnia di un animale selvatico, e in particolare una lontra. La prima, poverina, proviene dalle paludi dell'Arabia. Sapeva qualcuno che in Arabia ci sono delle paludi? Ci sono eccome, al delta dei fiumi Tigri e Eufrate. Questa popolazione, attualmente di 150000 individui circa, chiama se stessa Ma'dan. Qui trovate un link.  Il primo cucciolo di lontra, Chahala, muore quasi subito per essere stato nutrito con del pesce catturato dagli arabi con l'ausilio di piccole quantità di digitale, tossica per i pesci e per le lontre, e in quelle quantità indifferente per gli umani. E subito si capisce come il contatto con gli umani sia sempre o quasi deleterio o mortale per gli animali selvatici, anche quando gli umani sono animati dalle migliori intenzioni. 

La seconda lontra è Mijbil, delizioso animale che viene portato in aereo e trascorre una parte del viaggio libero terrorizzando i passeggeri e un'altra parte con i bagagli, cadendo in uno stato di catalessi, animazione sospesa, comunque di totale isolamento simile alla morte, chiuso in una scatola e spaventatissimo. Poi però a Londra, per un periodo, i due fanno veramente amicizia, fino alla vita in natura di Camusfearna, una casa in riva al mare di Scozia dove la lontra potrà vivere quasi del tutto libera. Camusfearna non è il vero nome di questo posto, che esiste e si chiama Sandaig. Sandaig e Maxwell si trovano in rete. Maxwell non voleva rotture di scatole all'epoca e per questo aveva cambiato il nome del luogo. Qui di seguito un piccolo brano sui rituali degli animali, ma queste osservazioni si possono estendere agli umani, come dice Maxwell.

 “Gran parte delle sue azioni obbedivano a dei rituali; io credo che ben poche persone che possiedono animali selvatici realizzino l’enorme senso di sicurezza che deriva loro dalla consuetudine e quale importanza abbia nel mantenimento del buonumore dell’animale. Quando l’eguale ripetersi di atti consueti viene alterato, entra in scena un nuovo elemento, una traccia appena percettibile ma d’ora in poi sempre presente, la paura dell’ignoto, così tipica del comportamento di ogni creatura animale, ivi compreso l’uomo. Ogni essere vivente si mantiene in vita mediante consuetudini di ogni tipo; i piccoli rituali dell’abitudine sono le pietre miliari, i limiti di sicurezza, le rassicuranti mura che tengono lontano l’horror vacui; così nella nostra specie, dopo qualche tempesta dello spirito in cui le pietre miliari sembrano spazzate via, l’uomo striscerà a tentoni entro l’oscurità della sua mente, per tastare quelle mura, assicurarsi che sono ancora là dov’erano, un gesto necessario, perché le mura sono una sua costruzione, affatto prive di validità universale, e quel che l’uomo crea, l’uomo può distruggere. Per un animale, queste pietre miliari sono ancora più importanti, perché una volta strappato al suo ambiente naturale, al suo modello ecologico, relativamente poco di quel che i suoi sensi percepiscono può trasformarsi in funzione o potenzialità, mentre sono già presenti insicurezza e paura. Come accade tra gli umani, l’insicurezza degli animali può esprimersi con aggressività e terrore, cattivo carattere o cattiva salute, o con un eccesso di affetto verso una figura materna; disgraziatamente, questo ultimo aspetto incoraggia molti a coltivare l’insicurezza in chi da loro dipende, bambini e animali, come un mezzo per un fine."

In rete si trovano filmati in cui le lontre giocano con sassolini o altri oggetti come giocolieri. A vederli si pensa all' abilità di un singolo individuo, ma non c'è niente di eccezionale, Maxwell descrive questi stessi comportamenti. Un altro brano sulla curiosità e la smania di fare delle lontre.
 

"Quando le lontre non hanno niente da fare diventano insopportabili. Non possono stare sveglie e tranquille come fanno i cani; o dormono o sono tutte prese dal gioco o da altre attività. Se non hanno a disposizione giocattoli di loro gradimento o se sono di umor cattivo, si abbandonano a ogni sorta di diavolerie, apparentemente con la migliore buona grazia, seminando dietro di sé il deserto. Sono convinto che tutte le lontre  vedano nell'ordine e nella pulizia qualcosa di profondamente provocatorio nei loro confronti, e tanto più è grande lo stato di confusione che riescono a creare intorno a loro, tanto più sono contente....l'aspetto di una stanza dove è stata data via libera a una lontra assomiglia in tutto e per tutto alle conseguenze dell'affrettata ricerca di uno svaligiatore in caccia di di un piccolo oggetto di valore nascosto. Non avevo mai afferrato in profondità il significato della parola saccheggio, fine a che non ho visto cosa riesce a fare una lontra."

Su Wikipedia ci sono informazioni su Maxwell. Era omosessuale ma si sposò, come succedeva anni fa, per mantenere una facciata "normale", ma le mogli non sono cani, somigliano più alle lontre, e il matrimonio naufragò quasi subito. Dicevano che fosse bipolare. Va bè, si sa che ormai questa definizione è come il prezzemolo, va su tutte le originalità. Il suo libro è pieno di osservazioni utili riguardo gli animali e gli uomini e rivela una grande capacità di osservazione e introspezione. 


 "Capii quella volta che Mijbil significava per me assai più della maggior parte degli esseri umani di mia conoscenza, che avrei sofferto per la perdita della sua presenza fisica molto più che per la loro, e non me ne vergognavo affatto. Sapevo che Mij aveva in me una totale fiducia, molto maggiore di qualunque essere della mia stessa specie, e questo soddisfaceva un bisogno che fatichiamo ad ammettere." 

Rileggere mi ha ricordato cose che ho fatto e non avrei dovuto con i miei animali, o piuttosto con gli animali che hanno condiviso pezzi della mia vita. E' sempre così con animali e bambini, non siamo mai perfetti genitori, mai perfetti compagni, nemmeno sufficentemente buoni, troppo spesso. Abbiamo nei loro confronti una resonsabilità, perché siamo consapevoli di molte cose e loro di meno, e li scegliamo, li teniamo con noi, non sono loro a sceglierci, se non raramente. Il libro di Maxwell è bello, bellissimo, pieno di immagini, natura, esseri umani di qualità, penso a Morag, la donna che capisce le bestie. E è pieno di animali: pesciolini appena nati che fanno diventare il mare una zuppa d'argento, piccolissime anguille che lottano per salire pareti verticali tornando al luogo di origine, e alcune ce la fanno. Oche selvatiche, capre, orche. E deliziose lontre.