L'albero di Giuda


Lavorando ho trovato nell'ultima fila di olivi vicino al bosco un serpe morto. Qualcuno, (un cinghiale, una volpe, un lupo?),  l'aveva azzannato alla testa e il buco si vedeva benissimo. Nei campi e nel bosco si svolgono drammi di cui vediamo solo le tracce. Quassù a casa invece è fiorito l'albero di Giuda. Ne abbiamo trovato uno qui quando siamo venuti a abitarci, dietro la casa, si vede dalla finestra del bagno. L'aveva piantato nel nostro terreno il vicino e io l'ho lasciato fare e crescere. Siccome è accanto alla stradina dopo qualche anno il vicino che l'aveva piantato voleva che lo tagliassimo come diceva lui. Diciamo che è stato motivo di qualche contrasto, appianato poi perchè la testa l'abbiamo abbassata noi. L'albero di Giuda intanto si era disseminato in giro. Un paio li ho trapiantati vicino al bosco e ormai sono autonomi. L'anno scorso da quelle parti ne ho piantati altri due piccolini che forse ce la faranno. Quali sono i nemici di un alberello vicino al bosco? Il primo è il calore e la siccità di queste estati infernali. Bisogna portargli l'acqua con l'annaffiatoio, che non è semplice, trovandosi lontani da casa. Il secondo nemico importante sono gli animali che mangiano i germogli e strusciano le corna sui tronchi, tanto è vero che alcuni alberelli ho dovuto avvolgerli con una rete metallica. Tre alberelli di Giuda sono cresciuti lungo la recinzione in giardino e li ho lasciati fare, saranno a breve motivo di discussione col vicino, quando i rami arriveranno alla strada. Sono bellissimi e ogni anno mentre li ammiro mi ricordo della leggenda di Giuda che, pentito del tradimento, restituì i trenta denari e si impiccò ad uno di questi alberi. Ogni anno la mia mente rifà lo stesso giro: perchè mai, mi chiedo, legare questo albero così bello a Giuda che fece uccidere Gesù? Mi rispondo che Giuda col suo tradimento in un certo senso compì la storia di Gesù e con essa, per chi crede, l'intera storia della salvezza. Ogni anno ripercorro gli stessi pensieri e alla fine c'è sempre lo stupore, mi pare una storia molto bella, un racconto anche pieno di simboli, in cui il traditore però non è cristallizzato, ma è una figura complessa, che infatti è stata indagata parecchio, dalla letteratura e dal cinema. A me piaceva tanto il Giuda nero di Jesu Christ Superstar. Su facebook un caro amico mi bacchetta: la storia raccontata così è letteraria, anche se Giuda avesse scelto diversamente Gesù sarebbe stato catturato, ucciso e risorto lo stesso.
Capisco che mi avventuro in un terreno minato. Dopo aver frequentato la chiesa da giovane ora ne sono lontana da tempo. Mi sono sentita come una che, proprio perché da tempo lontana, quasi rinnegata, non ha titolo per parlare di certe cose. E mi sono ritirata. Ma questa storia appartiene anche a me, mi parla, a me come a tutti quelli che ne sentono il richiamo. La fede, la storia della cristianità, è una grande Narrazione e secondo me appartiene a tutti gli uomini, non solo ai praticanti. Altrimenti a che servirebbe? 
Metto qui un link al blog di Enzo Bianchi, sulle narrazioni e sui numeri, i numeri del Covid 19, dietro i quali ci sono facce e storie, e il grande racconto della Salvezza, che io ora chiamo piuttosto narrazione dell'Umanizzazione. In questo racconto, nella mia visione personale, Giuda è decisivo, senza di lui, (o se non fosse stato lui ci sarebbe stato un altro con un altro nome), la storia non si sarebbe compiuta, perché ci voleva un traditore, uno che in buona o in mala fede, non era convinto e si sporcava le mani, compiva il male. Il male e il bene si intrecciano sempre nelle storie umane e si prendono per mano, collaborano, per far risorgere Gesù.