Mentre tornavo dal lavoro

Mentre tornavo dal lavoro ho sentito su radio 24 che gli industriali dell'auto e tutto il comparto protestano perchè il governo non ha dato loro la giusta attenzione, e attenzione significa misure di sostegno e soldi. Invece in Francia Macron sostiene l'auto e soprattutto la produzione di auto elettriche e ibride. Qui da noi però c'è stata sempre questa resistenza verso l'elettrico, accampando motivi come il costo delle batterie, tecnologie non ancora sviluppate, difficoltà di ricarica...so solo che per questo Covid il mondo scientifico ha fatto tutto in gran velocità e forse sarebbe il caso di accelerare anche per i motori elettrici. In Italia fra i veicoli circolanti ci sono tanti, troppi diesel, e questo perché moltissima gente compra usato, per evidenti motivi economici, e nell'usato trova moltissimi diesel. Non sono certo un'esperta né di auto né di economia. Però mi viene da chiedermi: se a questo punto è necessaria una svolta vera in campo ambientale da qualche si dovrà pur cominciare? Se ogni volta che c'è una possibilità di cambiare direzione si rimane lì dove si era prima è difficile invertire i processi. L'Italia è stata in mano agli industriali dell'auto per decenni, padroni occulti del paese, certo non gli unici; la famiglia Agnelli era quasi considerata e onorata come una famiglia reale. Il risultato è stato di avere tre o quattro auto per famiglia, qui da noi. Anche e soprattutto nelle famiglie di campagna i giovani lavoravano presto e l'auto serviva a quello, andare a lavorare, ognuno in un posto diverso. Il risultato è stato anche quello, però, di avere un inquinamento pesante in molte città, soprattutto Milano e Torino, e un funzionamento quasi ridicolo dei mezzi pubblici, che tanto servivano ai poveri. E alle donne. In autobus e nel trenino della Valdichiana, quando anni fa lo prendevo, trovavo donne, collboratrici familiari, operaie, che le famiglie lasciavano senza macchina e senza patente. Il maggior numero di casi di coronavirus è stato in pianura padana ed è dimostrato che è collegato con l'inquinamento. Adesso si riparla di biciclette, e perfino di monopattini. Tutto questo mi pare ancora molto confuso. Abito in un paesino distante una ventina di km dal posto in città dove lavoro, e siccome viaggio di notte non c'è un mezzo che mi garantisca di arrivarci, così vado in auto. Ma anche fosse di giorno sarebbe quasi lo stesso. Le mie figlie quando andavano a scuola non avevano garantito certamente nemmeno l'autobus. L'Italia non è fatta solo di città, ma moltissimo di paesini, anche molto piccoli e isolati, e è abitata da anziani. Non c'è un servizio pubblico decente per questa gente e ci si lamenta dell'abbandono dei paesi dell'Appennino... Chiacchiere, lamentazioni inutili. Non è ora di cambiare sistema sul serio? Questo governo qualche segnale, confuso, vago, lo dà. Ma subito insorgono i soliti, che però le tasse, se non erro, le pagano in Olanda.. Ma si difendono dicendo che fanno lavorare tanta gente. Molta meno di prima, le famiglie reali sono meno reali. Il servizio alla radio, quello da cui sono partita, finiva col dire che chi inquina davvero sono i riscaldamenti delle case, quelli sì! Non so, mi viene da pensare che radio 24 è di Confindustria. Sono solo io a pensare queste cose?