Un ciclo che si chiude

La mia suocera è morta il primo aprile. Il due e il tre, senza sapere niente, mi hanno telefonato delle amiche che non sentivo da tanto. Loretta, Maura, Manola...che piacere! Avevo la sensazione di chiusura di un ciclo e loro l'hanno sottolineata, chiamandomi proprio quando ci voleva. A volte sembra davvero di essere immersi in un "campo" che ci collega tutti. Ma mio marito dice che il 4 era Pasqua, e magari queste amiche hanno chiamato per quello. Comunque grazie. Il primo, di pomeriggio, quando ancora non si sapeva che la sera la cosa si sarebbe conclusa, mi ha chiamato al telefono una signora che anche lei non sentivo da tempo, solo che erano almeno 25 anni. Sono la signora... si ricorda di me? 

Certo che mi ricordo, era la padrona di una casa vicino a noi dove abitava una famiglia che ci ha spaventato per alcuni anni. All'epoca le chiesi aiuto scrivendole una lettera dettagliata, ma lei non rispose e mi ignorò completamente. Avrebbe potuto fare molto, e se non molto, almeno qualcosa. Erano anni difficili, ci sentivamo ignorati e dimenticati perfino da Dio. Il primo aprile mi ha chiamato perché le servivano delle informazioni. Certo che mi ricordo, le ho detto, come mi potrei dimenticare di quella gente, di quelle violenze, degli animali uccisi? Be', sa, mi ha risposto, quando sentii di animali uccisi non volli sapere più nulla, una storia troppo brutta. 

Cos'è? Una forma del peccato di ignavia, un peccato mortale, per i credenti, per me una cosa insopportabile che ancora mi fa arrabbiare dopo trent'anni e più. E con la faccia come il c..., di bronzo, cercava da me informazioni che le ho dato nei limiti del possibile, ma anche con la durezza che non sarei stata in grado di usare allora. Io mi sarei vergognata, al posto suo, di andare a cercare per pura utilità una persona, e attraverso di lei una famiglia, che mi aveva chiesto aiuto e per cui non avevo fatto niente di niente. Alla fine quella casa dove abitavamo si dovette venderla, non solo per i vicini, le cose sono sempre molto complicate e intrecciate. I miei genitori la vendettero e senz'altro alla fine è stato meglio così, ma non cambia il peso delle violenze, delle omissioni, delle responsabilità di tante persone compresa questa che mi ha telefonato. Che è una donna ricca, campata di rendita di beni che aveva ereditato e ora preoccupata di vendere quella casa in cui avevano abitato i nostri persecutori. Dopo 25 anni cercava informazioni da me perché quelli che hanno comprato la nostra casa non sono disponibili al dialogo. Che gente! Mi ha detto. MI sono messa a ridere: "Accidenti! Non mi sembra che possa fare paragoni con i suoi ex inquilini che avvelenavano cani e investivano i gatti sula strada e minacciavano .." 

Certa gente vive in una bolla privata, in cui non si entra fino a che li colpisce la malattia o la miseria e forse anche allora restano al centro del mondo. Comunque: il passato è  tornato a trovarmi e è davvero un ciclo che si chiude.