Un regalo di Natale.

Nella primavera del 2006 lavoravo come una matta. Avevo avuto per un periodo contemporaneamente due lavori, uno la mattina dalle 8,30 fino alle 14,30 dal lunedì al venerdì, un altro la sera, dal giovedì alla domenica dalle 17 alle 24. Poi mi ritrovai senza niente per una quindicina di giorni e  di nuovo con un lavoro stagionale che sarebbe finito con la fine di agosto. Nel frattempo venne a cercarmi una signora, proprio a casa, che non era mai successo, e mi chiese se ero disponibile per un colloquio e una prova in un ristorante che riapriva dopo un lungo periodo di chiusura. Se avessi accettato avrei avuto un aiuto in cucina, una ragazza rumena, tanto brava . Ricordo quella prima volta che vidi la Marcella e la Dorota, rumena e polacca, io seduta ad un tavolo con la proprietaria, loro due che pulivano la grande sala del ristorante e intanto scoccavano delle occhiate nella mia direzione e parlavano sottovoce. Due donne giovani,  tutt'e due con figli, la Dorota più maschile, apparentemente più forte.  Tutt'e due carine, Marcella decisamente bella, occhi azzurri, bei capelli biondo scuro, un bel corpo agile. Avrei lavorato con loro tutto l'anno successivo, Dorota capitava ogni tanto in cucina, il suo compito era fare le pulizie del residence, però a pranzo veniva da noi. Con Marcella siamo state incollate per un anno. Bella, dura, dignitosa, non si poteva riprendere perché si offendeva, ma non ce n'era mai bisogno.
Aveva lavorato in un altro posto per alcuni anni, dove la trattavano da "extracomunitaria", non avevano capito niente di quanto era brava e non le avevano insegnato nulla, senza capire che avrebbe potuto essere mille volte più utile di come la "usavano" loro. 
Forte, disciplinata fino al sacrificio, intelligente, intuitiva , modesta, ma conscia del valore del suo lavoro e dei suoi diritti . Orgogliosa del lavoro quando alla fine era ben fatto. E dopo i primi giorni, una volta aggiustato il tiro e accordate le due personalità, il nostro lavoro era sempre ben fatto. Affettuosa, gentile . Un piacere lavorare insieme, siamo diventate amiche o di più, un'altra cosa . Cosa si diventa quando si lavora insieme per 12 o 16 ore al giorno, quando si forma una specie di entità unica che governa un piccolo gruppo ed allestisce con  successo cene e pranzi di qualità elevata, ben cucinati e ben presentati ? C'è da chiedersi se, fuori del ristorante, avremmo funzionato, ma credo di sì, lavorare insieme in modo creativo ed organizzato crea un legame molto forte, intimo, che ha coinvolto suo marito e la mia famiglia. Marcella è tornata in Romania l'estate del 2009 per viverci bene, con i soldi risparmiati avevano messo in piedi un'azienda agricola . Avevo avuto sue notizie dalla sorella, che vive qui , ma ormai era tanto che non sapevo più niente, perché non rispondeva più a quel numero di cellulare. La sera della vigilia Marcella mi ha chiamato dalla Romania. E' stato, per quest'anno, il più bel regalo.  Dall'amicizia con Marcella ho imparato che non conta niente da dove vieni perchè qualunque sia la provenienza puoi provare a trovarti su un terreno comune e creare un rapporto profondo di affetto e stima che attraverserà, per la durata  della vita, il tempo e lo spazio. Basta che ci tendiamo la mano e proviamo a lavorare insieme, a creare insieme qualcosa che abbia un valore. Siamo diventate amiche e proprio quando pensavo che non l'avrei più sentita è arrivata la telefonata, che diceva che, lontano lontano, in un altro paese del mondo, c'è un'amica che pensa a me.

MI piaceva molto lavorare in quel posto, c'era un solo difetto, non mi restava un attimo di tempo per il giardino , e questo per me è doloroso , perchè ormai il lavoro in giardino mi serve per pensare meglio, per ricaricarmi, per riordinare le idee e farmene venire delle altre nuove e inoltre il giardino ha bisogno di me.

L'anno trascorso in quel ristorante mi ha lasciato tanti ricordi, della Dorota, che veniva ogni tanto a chiacchierare e a chiedere qualcosina da mangiare ed era diventata anche lei come una sorella, delle ragazze rumene che venivano in frotta come aiuti per il fine settimana o quando avevamo grosse prenotazioni e lavoravano duramente sempre allegre fino a fine serata, dei camerieri mercenari e del responsabile di sala...
Ognuno non era solo quello che sembrava, ma sempre anche un'altra cosa. La Federica , una cameriera molto giovane con una vita complicata, era anche una scrittrice,   e aveva già pubblicato un libro di racconti. Le dicevo di sorridere di più ai clienti e lei rispondeva che con la bocca  non sorrideva, ma aveva un grande  sorriso interiore!
Il responsabile di sala era un cameriere , ma anche un attore dilettante e spesso declamava per i gruppi seduti a tavola una poesia di Stefano Benni che dice " Io ti amo e se non ti basta ..."e descrive tutte le cose che l'innamorato avrebbe fatto per dimostrare il suo amore, cose difficili o impossibili e conclude con " se non ti basta ... vaffanculo !" Ogni volta che si sentiva declamare a voce altissima si diceva tutte insieme  " Di nuovo!", si scoppiava a ridere e si attendeva la conclusione che veniva regolarmente urlata.
La Marcella era un aiuto cuoca, e veramente una cuoca molto brava, ma in realtà era una possidente, in Romania. Io dicevo che era  una principessa, una specie di tosta Cenerontola del 2007.
La proprietaria del ristorante era anche una cantante lirica, dalla sala arrivavano note di pianoforte e gorgheggi.

Così si impara che cose e persone hanno sempre più di una faccia e la realtà è complessa e affascinante.
Forse proprio perchè nessuno era quel che sembrava il lavoro in quel ristorante è finito in modo improvviso ed inatteso come era iniziato e la piccola precaria comunità umana che si era aggregata e cominciava ad amalgamarsi si è di nuovo dispersa sotto il vento della sorte ...tutti soffiati via verso i loro destini, condivisi solo per un pò. Buon Natale a tutti loro, a quelli numerosi che non ho ricordato, che si affacciavano alla porta di cucina per chiedere un lavoro ed avevano una vita difficile al limite della disperazione, che le cose siano lievi e sopportabili per ognuno e per tutti un pò di felicità.