ECO-NOMIA : Etain Addey e il cesto delle more.

Economia, se non mi sbaglio eco= oikos e nomos=la legge, la legge della casa, la regola per far funzionare bene le cose in casa, nella nostra e nella casa di tutti, lo Stato.
Economia minima, cioè lo scambio o BARATTO. Si va al mercato con una merce che abbiamo prodotto ed eccede i nostri bisogni, oppure l'abbiamo prodotta apposta per scambiarla, e si torna a casa con un'altra merce che ci serve, ma non possiamo produrre. Da qui si parte, da questa economia essenziale degli inizi, e si arriva alla follia di scambiarsi,via computer, titoli immaginari facendo girare milioni di dollari, eppure non si è toccato niente con le mani, nessuna merce REALE è in gioco, si dice che mentre il patrimonio di una società è uguale a 100, poniamo, in un giorno si scambi un valore di azioni di quella società di 1000000, è evidente che è impossibile. Questa è moderna ECONOMIA, da quello che ho capito dalle varie trasmissioni e articoli informativi, cioè un'altra cosa da matti.
Ma no, l'ECONOMIA è serissima, attenzione! , si deve tener conto delle sue leggi per vivere bene, ma anche per vivere e basta, pensiamo alla crisi del '29 e a quella che ha colpito noi tutti nel 2008? 2009?
Ho già perso la data, la mia famiglia è in una crisi perenne, quando ci pare di rialzare appena il capo, che forse quest'anno ci riesce a fare una cosina in più, tipo una vacanzina, ce lo fanno subito riabbassare. La data a noi ci cambia poco.

Devo sempre ricordarmi di andare al dunque, quando scrivo.
La comune amica blogger Duck, tanto più giovane di me, mi ha lasciato, qualche post fa, un commento in cui mi chiedeva se conoscevo Etain Addey. No, ma sono andata subito a vedere e ho trovato la descrizione di una di quelle persone "alternative" conosciute in gran numero ai tempi dell'Erba Salvia, il mio negozio di alimenti biologici, gente che voleva provare a vivere in un altro modo, più naturale. Qualcuno voleva proprio sottrarsi alla società dei folli, isolarsi e non esserne dipendente: niente frigorifero, niente lavatrice, acqua in casa?, forse, luce?, forse, ma poi le devi pagare, e devi avere una fonte sicura di reddito. E' così che ti ricattura, attraverso i tuoi bisogni, allora si deve diminuire i bisogni, ridurli all'essenziale e per il reddito, provare ad offrire quello che hai come una merce speciale, la tua poca marmellata, quella che fai senza avere attrezzature necessarie per la sterilizzazione e  il confezionamento, perché se le hai oltre a spendere un sacco di soldi rientri in quella dannata mentalità di profitto, con l'obbligo di produrre una certa quantità (eccetera eccetera) che hai rifiutato. Allora la tua merce, pochina,  se la vuoi vendere ad un prezzo maggiore, che ti pare equo e ti permette di vivere, che non è il prezzo del supermercato, deve per forza essere accompagnata da un valore aggiunto: sei TE il valore aggiunto, e le tue speciali scelte che ti mettono al margine della società, un personaggio davvero interessante . E qui tu non lo vuoi vedere, ma stai usando il marketing e le sue regole, regole dell'economia che hai con tanto vigore sfuggito.
Trac, sei dentro un'altra volta.


Ho trovato su Internet un pezzo sulla raccolta delle more in cui la signora Addey raccontava una storia interessantissima che la portava a fare numerose importanti riflessioni. Aveva presso la sua casa un ospite,  un manager di una catena di supermercati britannica, che era andato con la moglie a fare  vacanze alternative da loro. Una mattina si alzano e tutti, famiglia e ospiti, si predispongono ad andare a cogliere le more per la marmellata, una delle fonti di reddito. L'ospite si informa sulle postazioni delle piante di rovo e va in avanscoperta. Mentre gli altri si avviano con calma e intanto chiacchierano piacevolmente e si godono la bella giornata, l'ospite torna e spiega come devono comportarsi: coglieranno le more in alcuni posti dove i frutti sono grossi e succosi, lì vale la pena, mentre negli altri posti non è economico raccogliere, si deve lasciar perdere perchè il lavoro della raccolta non sarà abbastanza produttivo, frutti piccoli e troppo tempo speso per quell'attività. Etan Addey si ferma a spiegare che quell'uomo non riusciva a staccarsi dalla sua forma mentis, continuava a valutare secondo un criterio economico, mentre loro semplicemente godevano dell'attività, anche quando le more non erano così grosse, e mentre coglievano se erano soli riflettevano, se erano in compagnia chiacchieravano. Ho riassunto in soldoni, ma l'articolo mi ha profondamente colpito, perché anche noi, molti e molti anni fa, abbiamo scelto di vivere una dimensione più naturale. Non ci siamo buttati a capofitto, abbiamo continuato ad avere una casa con acqua corrente e luce, con frigorifero e lavatrice, abbiamo mandato le figlie a scuola e abbiamo insistito perché frequentassero l'università, e questo costa dei soldi, mio marito ha lavorato in Ferrovia ed ha assicurato lo stipendio che ci permetteva di vivere, ed io ho lavorato per periodi lunghi fuori di casa, il che, quando si sta in campagna, è un guaio. Abbiamo tenuto una gamba di qua e una di là, col risultato di non essere sempre in equilibrio, di discutere fra noi, io e Mauro, ogni tanto e da quando le ragazze sono diventate grandi anche loro. Discutiamo molto, litighiamo, anche!
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I soldi sono stati tanto condizionanti, ma abbiamo cercato di vivere bene non solo nelle vacanze o nei fine settimana, un pochino sempre. Come disse John Lennon, " la vita è quello che ti accade quando sei intento a fare altri piani",  intanto facciamo in modo che il tempo non scorra inutilmente, mentre ci si organizza. C'è chi sta in un appartamento in città in un brutto posto tanto va sempre a lavorare e non si gode che i fine settimana e le vacanze, ma ha una ottima condizione economica, e c'è chi sta in campagna in un bel posto, ha una condizione economica così così, ma vede un bel panorama, fa l'orto eccetera.

Conosco gente che vive ignorando le regole economiche, un'amica, per esempio, che le piega e le usa come le servono, riesce senza soldi a fare un sacco di cose .
Conosco gente che vive per fare soldi, che considera chi non li ha fatti un fallito.
Conosco persone che pensano, da vecchie, che la loro occasione arriverà, che la vita ha sorprese da offrire.
Conosco gente che ha tutto pianificato, è in pensione ed ha un bel gruzzolo e una grande casa, ma si è ammalata appena smesso di lavorare .

Tutti i giorni ci parlano di economia alla televisione e sui giornali, degli alti e bassi della Borsa, come se questo cambiasse la nostra vita. L'economia è una seria scienza, ma mio marito ricordava  certe vigne che furono impiantate in alcune regioni italiane per una seria motivazione economica e per questo furono assegnati finanziamenti, dopo alcuni anni furono assegnati altri finanziamenti per smantellare le stesse vigne. I proprietari della terra ci hanno guadagnato due volte, ma non per un lavoro che ha prodotto qualcosa di buono, il guadagno è stato legato al caso, o alla conoscenza di meccanismi legislativi ed economici, un guadagno che non da nessuna soddisfazione.  Va benissimo per chi ama far soldi sopra ogni altra cosa .

Anche l'economia può essere folle. Allora meglio considerare l'economia reale, quella dei beni che si toccano, si mangiano, si trasformano, e meglio considerare di fare cose che ci fa piacere fare, cose che ci rendono migliori o felici, anche se non tanto economiche, come la raccolta delle more di Etain Addey. Se vi va leggete, è un racconto divertente e una spiegazione chiarissima , migliore di quella che potrei fare io, di cosa sia  un'economia sostenibile.