Dopo l'alluvione in Sardegna 2

Quando nacquero i verdi e misero al centro della loro visione politica la questione ambientale furono guardati con disprezzo dai politici storici. I democristiani, che ancora esistevano, non li presero neanche in considerazione, considerandoli un fenomeno transitorio, e invece dopo tanto tempo che governavano si dimostrò che erano loro transitori, loro e tutte le loro trame fatte all'ombra dello scudo con la Croce. Quelli di sinistra, poi Ulivo, poi partito Democratico,  considerarono i verdi gente senza storia e senza radicamento culturale. Pensarono che mettere al centro l'ambiente, la casa di tutti, fosse riduttivo, al centro ci dovevano stare le grandi questioni dell'economia e del lavoro, come era sempre stato dopo Marx. I socialisti di Craxi, che tutto misuravano in denaro, pensavano che essere verdi era un BUSINESS, come il  negozio di prodotti bio che avevamo aperto con due socie, me lo disse un socialista introdottissimo supermassone vestito di lusso in un incontro pubblico, strizzandomi l'occhio, come a dire che anch'io stavo facendo i miei bei soldi... avessi avuto gli attributi mi sarebbero caduti in terra, perché io e le mie colleghe i soldi del cosiddetto business non si vedevano neanche col cannocchiale. 

 I verdi avevano cambiato prospettiva, mettendo al centro l'ambiente/pianeta/casa di tutti, perché c'era un'urgenza temporanea di affrontare questa faccenda, per non rimanere del tutto senza casa e rischiare seriamente l'estinzione. I verdi non volevano essere un partito, ma un movimento, uno strumento temporaneo con cui intervenire per un periodo, finché le cose non fossero un pò sistemate, per indirizzare la società umana al meglio e farle superare l'evidente emergenza ambientale. Che ancora non si manifestava con tutta la sua violenza, c'erano piuttosto dei casi sporadici. Sembrava che i verdi fossero dei fanatici fissati con alcune tematiche prevalenti e che riunissero le donnine anzianotte amanti dei gatti e dei cani (come potrei essere considerata io ora), gli zoologi sognatori che piangevano all'idea dell'estinzione del baco violetto della Groenlandia ( me ne invento uno), i flippati New Age (flippati è una parola che usa mia figlia grande), e un'altra serie di categorie di persone varie, strampalate e neanche omogenee. Comunque visto l'interesse pian pianino tutti i partiti si dettero una verniciatina di verde, casomai si guadagnasse qualche voto.

Intanto però il lavorio di pensiero dei verdi non si fermava. Cioè, a parte il fatto non secondario dell'impossibilità di dare il voto ad una formazione che in Italia ancora non esisteva in Parlamento, si andava comunque formando un pensiero verde, come una pianta che cresce a partire dall'idea semplice di mettere al centro il pianeta. C'era stato uno scienziato, James Lovelock, che aveva elaborato una teoria curiosa e affascinante: aveva ipotizzato che la Terra fosse un unico organismo vivente , e l'aveva chiamata Gaia, col suo nome in greco antico. Noi  genere umano siamo esseri simbionti di Gaia, suoi figli , ma se turbiamo il suo equilibrio generale, dinamico e sempre in trasformazione, può essere che lei ci scrolli di dosso, come delle pulci...( Una conseguenza di questa teoria fu che molti verdi, entusiasti della faccenda, chiamarono le loro bambine Gaia, e che il nome divenne di moda anche fra gli altri che non avevano alcuna idea del significato. Mia figlia Gaia ancora me lo rimprovera. )

Palla al centro. Io purtroppo divago moltissimo. 
Mettendo al centro la casa di tutti, la Terra, venivano fuori cose davvero sorprendenti. Per esempio ci si accorgeva che per ASCOLTARE la voce della Terra e rispettare i suoi ritmi vitali era meglio essere miti ( beati i miti perché erediteranno la terra?) e la mitezza era un valore e non una debolezza, e anche la lentezza era un valore.... Ad essere miti, gentili, collaborativi, si impara da piccoli e venivano fuori e venivano recuperati importanti lavori sull'educazione e si riparlava di educazione PERMANENTE, cioè la possibilità e la necessità di educare ed educarsi fino da vecchi. Si parlava anche del modo di nascere, di parto DOLCE: io mi trascinai dietro mio marito che non era tanto convinto, in quest'avventura del parto dolce, e lui ricorda ancora la notte che, fra tuoni e fulmini, mi accompagnò all'ospedale di Figline Valdarno,  dove la mattina dopo nacque la nostra prima figlia, lui tagliò il cordone ombelicale poi rischiò di svenire fra l'emozione e la stanchezza...  pensare da verdi diventava vita, diventava modo di nascere, di fare le cose quotidiane, di fare l'orto recuperando tutto il materiale organico di scarto in un grande cumulo....Diventò per noi anche il negozio di alimenti bio. Infatti che te ne fai delle idee se non le usi? Alla fine te le dimentichi, le fai sbiadire. 

Comunque si vedeva bene che pensare come verdi, anche se non votavi per loro, era una filosofia vera e propria che si spandeva in tutti i campi di vita, come una griglia che si pone sulla realtà per ordinarla, come un metodo di lettura e interpretazione del mondo. I verdi cominciavano ad avere opinioni verdi su tutto e a volte queste opinioni non andavano d'accordo fra loro, ma ci si provava... era una specie di laboratorio permanente. Non si poteva più dire che fossero degli ignoranti venuti dal nulla: c'erano fior di scienziati fra loro e anche umanisti e personaggi pieni di carisma. Che pensare di Vandana Shiva? O di Alexander Langer? Poi i Verdi approdarono alla politica ufficiale. In Parlamento ci arrivarono anche degli scienziati verdi come Massimo Scalia e Gianni Mattioli. Io che a quel punto votavo verde ed ero iscritta, ricevevo a scadenza fissa un giornale con cui mi si informava di quello che i verdi stavano facendo in parlamento. Erano pochi, a contatto con quel magma fagocitante e rallentante che vediamo agire anche ora. Ma si davano tanto da fare. Per esempio il prof. Scalia faceva parte di una commissione che studiò l'interramento dei rifiuti nel napoletano. Giorni fa è stato intervistato e gli hanno chiesto perché all'epoca non aveva fatto niente, non aveva denunciato il fenomeno. "Ho fatto molto con i miei colleghi, abbiamo denunciato più volte, abbiamo fatto degli esposti, ma nessuno ci ha preso in considerazione." 

Giornalista: Dice che una parte di responsabilità è dei cittadini?
Prof Scalia :C'è stato troppo silenzio da parte degli abitanti delle terre dei fuochi. Nella graduatoria delle cose che non hanno funzionato, naturalmente al primo posto darei la colpa alla criminalità organizzata e in seconda battuta allo Stato. Ma ricordo bene che quando mi riunivo con i comitati, questo non aveva certo un seguito popolare.

Ora sta a vedere che la colpa dell'interramento dei rifiuti finisce per essere anche quella dei verdi e non di chi l'ha fatto, o di chi ha visto ed è stato zitto, o di chi ha visto e ha pensato che fossero bruscolini. Certamente allora i tempi non erano maturi, questo si può verificare, non erano maturi per il mio negozio ad Arezzo (Bravi! Ma è troppo presto!") non erano maturi per gli abitanti della "terra dei fuochi" che non si chiamava così, che allora pensavano che non ci fosse nulla di pericoloso e di male nel sotterrare rifiuti tossici. E' tragico che ci si debba ammalare e morire per imparare qualcosa.

fine della seconda puntata.