Il punto di svolta di Fritjof Capra, iniziare a leggere e soprattutto a capire

Per Natale una delle mie figliole ha comprato per tutti noi "Il punto di svolta" di Fritjof Capra (quello del Tao della fisica). Ha detto qualcosa circa il fatto che doveva servirci per la nostra formazione. E' un libro dell'82 e non so quanto possa essere ancora considerato innovativo, anche se per me lo è molto. Sto cominciando a leggerlo e lo leggo in macchina, una mezz'ora prima di entrare al lavoro, a voce alta, me lo leggo così perché è piuttosto difficile e tratta di cose che non mi sono tanto familiari, anche se rimandano alla lettura del Tao della fisica di cui mi pareva di non aver conservato niente e invece si vede che il mio cervello ne aveva ricavato abbastanza, perché ora leggere questa roba non è così ostico. In un capitolo iniziale che si intitola "La nuova fisica", parla del fatto che a livello subatomico quelle che vengono chiamate particelle (la fisica delle particelle) si comportano sia come particelle che come onde, hanno cioè natura corpuscolare ma anche ondulatoria, e la differenza la fa  il modo di osservare, cioè l'osservatore non è neutrale rispetto a ciò che accade, se pone una domanda alla particella, risponderà la natura di particella, ma se pone una domanda all'onda, sarà questa a rispondere... Il discorso sulla non neutralità dell'osservatore rimanda al principio di indeterminazione di Heisemberg, che credo tutti abbiano sentito nominare più di una volta. Tutt'altra cosa è riuscire a capire/riferire di che si tratta e le sue implicazioni in campo filosofico e scientifico. Al livello molto piccolo, subatomico, non è tanto importante il singolo oggetto, elettrone, neutrone, positrone che sia, ma le relazioni esistenti fra gli oggetti, anzi gli oggetti quasi spariscono e restano le relazioni e le interconnessioni. Le particelle, confinate dentro lo spazio definito dell'atomo, si muovono in esso ad una velocità vicina a quella della luce e in quelle condizioni non si può più parlare di oggetti come quelli che rientrano nella nostra esperienza.  C' è un breve passaggio, letto ieri, che continua a frullarmi in testa, che oggi voglio lasciare per voi. 

Dal "Punto di svolta"

La teoria della relatività ha conferito vita, per così dire, al tessuto cosmico, rilevandone il carattere intrinsecamente dinamico; dimostrando che la sua attività è l'essenza stessa del suo essere.Nella fisica moderna l'immagine dell'universo come macchina è stata trascesa dalla concezione che vede in esso un tutto indivisibile, dinamico, le cui parti sono essenzialmente interrelate e possono essere intese solo come strutture di un processo di vastità cosmica. Al livello subatomico le interrelazioni e interazioni fra le parti che compongono il tutto sono più fondamentali delle parti stesse. C'è un moto, ma non ci sono, in definitiva, oggetti che si muovono; c'è attività, ma non ci sono attori; non ci sono danzatori, c'è solo la danza. 

Non ci sono danzatori, c'è solo la danza. La danza dell'energia. 
Dentro le nostre molecole e gli atomi che ci compongono c'è solo, si fa per dire, una danza di energia pura. Il Libro tibetano dei morti dice : il nulla è tutto e il tutto è nulla. 

Per sdrammatizzare questi concetti così affascinanti si potrebbe scendere terra terra e osservare :"E allora perché combiniamo tutto questo casino?"
Anche questa è una fantastica domanda da porsi.