Incontro

In questi giorni mi è successa una cosa. Dovevo ritirare del denaro da un conto corrente che non uso e dove di solito c'è solo il necessario per la sopravvivenza del conto stesso. Mi serviva per una visita medica. Ero un pò in ansia, la mia vita si è talmente ristretta, fatta sempre di meno cose, che ogni uscita dal mio personale labirinto per cavie umane mi mette in agitazione. Avevo recuperato il PIN, di cui non ero certa di ricordarmi, e invece il mio cervellino l'aveva custodito correttamente, e sono andata a fare l'operazione al bancomat. Tutto è andato bene fino al momento di prendere fisicamente il denaro, allora la macchina ha scritto che dovevo ritirare subito la carta, e l'ho fatto, e intanto aspettavo di vedere un qualche segnale su dove ritirare anche le banconote, che apparisse un pezzettino di carta da qualche parte. Pochi secondi e è apparsa un'altra scritta, avevo aspettato troppo e il denaro veniva trattenuto. 

Vedi che avevo ragione a essere in ansia? All'interno della banca, chiusa, un cassiere mi ha visto e mi ha fatto entrare, un pochino scocciato, anche a lui non piacevano le deviazioni dal labirinto per cavie umane, ma poi, mosso da pietà a vedermi tanto mortificata, mi ha sorriso e ha detto che succede, perché non è chiaro dove escono i soldi, c'è più di una feritoia, e ci si può sbagliare, inoltre si deve essere rapidissimi...ma ora bisognava fare tutta una procedura, e dovevo aspettare e firmare alcuni fogli, e i miei soldi che un minuto fa erano disponibili li avrei riavuti dopo una settimana, se avessi fornito l'IBAN, che ho dovuto cercare a casa e che anche quello non era indicato troppo chiaramente. Dovevo nascere nel 1800, mi sono detta. Con carrozze e cavalli e muli, e senza bancomat. Abbiamo concordato con questo signore che sarei tornata a ritirare e qualcuno mi avrebbe assistito perchè non mi sbagliassi di nuovo. Ieri sono tornata e il cassiere dell'altra volta mi ha detto che era impegnato e che chiamava qualcun'altro per aiutarmi. E' arrivato un uomo giovane e molto grande, dall'aspetto di un gigante buono. Mi ha preceduto davanti al bancomat e lì mi ha detto "Ma non sei te la Lorenza Mori?"
"Sì, sono io..." Ero stupita, quel ragazzo non lo conoscevo.
"E io sono..." Mi ha detto nome e cognome. E' il figlio di due signori che abitavano sopra di noi, all'ultimo piano del palazzo, quando io stavo con i miei genitori, per moltissimi anni. Ci abitano ancora. Quando mi sono sposata lui aveva 8 o 9 anni. Sono fisionomista, ha detto. Io lo ero, ma ricordare un bambino e vedere un uomo...Non so come dire, quest'incontro mi ha reso felice e mi ha illuminato la giornata. Per la simpatia, per l'affetto, per due chiacchiere fatte insieme, per il modo di vedere le cose...per essere stata vista e riconosciuta. Essere riconosciuti da la certezza di esistere e nei propri labirinti spesso questa sensazione si perde. Ho avuto l'impressione che tutta la rottura del bancomat avesse un senso, quello di farmi incontrare questo giovane, che un pizzico di caos avesse generato una luce. Come un piccolo scherzo della sorte, vedi? , ti faccio arrabbiare, ti imbroglio, ma intanto ti sto portando da qualche parte, in un posto che ti farà piacere... Ma siccome ultimamente ho infiniti dubbi sul senso di tutta la faccenda, intendo la realtà, mi limiterò a dire che è stato un bell'incontro. Metto qui anche "L'incontro" di Guccini, da ascoltare fino alla fine quando dice:


...e pensavo dondolato dal vagone
cara amica il tempo prende il tempo da
noi corriamo sempre in una direzione
ma quale sia che senso abbia chi lo sa
restano i sogni senza tempo
le impressioni di un momento, le luci nel buio 
di case intraviste da un treno
siamo qualcosa che non resta
frasi vuote nella testa 
 e un cuore di simboli pieno