Alluvione.
In questi giorni io e mio marito abbiamo colto le olive fin dopo il calar del sole , perchè sapevamo che avrebbe piovuto. Acqua e vento , miscela pericolosa, significa che facilmente ,superata questa fase di tempaccio, troveremo le olive in terra . I campi sono zuppi e, anche se siamo in collina e il terreno drena bene , in qualche punto si sono formate grandi pozze , e si sa , agli olivi non piace affatto avere le radici a mollo. Un anno di lavoro ( pota, concima, zappa, passa con il ramato ecc ecc) rischia di andare perduto. Un anno di lavoro che questa volta ci aveva ripagato della fatica , perchè le piante sono cariche che è un piacere vederle . Beninteso: noi non vendiamo l'olio, se non piccole quantità . Ma l'olio è il nostro cibo! Alla televisione si parla troppo poco delle alluvioni in giro per l'Italia, il Veneto fa pena e paura , chi scrive 150000, chi scrive 300000 animali affogati , tutti animali che sarebbero stati destinati alle nostre tavole , vite senza voce ..Piccole vite : polli , tacchini , allevati in capannoni , che non avevano mai visto il sole. Vite di grandi animali miti , maiali e vitelli , affogati nelle stalle o nei recinti invasi dall'acqua. La televisione continua a mandare il Grande Fratello e altre oscenità, ignorando la vita vera. Osceni non tanto per il contenuto, ma per la volontà di distogliere i pensieri e l'attenzione da ciò che davvero accade. Nell'estate del 2001 , a metà settembre , chiesi un giorno di ferie dal lavoro per andare a San Casciano dove si teneva "Giardini in fiera". Ci andai con la mia amica Claudia . Mentre tornavamo a casa , in autostrada , si vedeva in lontananza il cielo molto scuro proprio in direzione delle Val di Chiana . "Sta a vedere che piove proprio da noi!" Dissi a voce alta, contenta perchè di solito la pioggia benedetta ci evita . Era una bella giornata, troppo calda e per il resto serena. Infatti avvicinandoci a casa cominciò a piovere, il campo davanti a casa della Claudia era allagato e ricordo una pattuglia di grosse zucche gialle che galleggiavano come portate dalla corrente del mare. Aspettai un pò dalla Claudia e poi mi avviai verso casa con il cuore in pena. E infatti trovai delle frane, che per fortuna non mi impedirono di passare, e parcheggiai la macchina in paese, per precauzione. Per arrivare da noi c'è un breve tratto di strada in discesa, ricordo che camminavo in dieci centimetri d'acqua, dalle ripe scendevano grossi ruscelli, e una cascata d'acqua, come un torrente in piena, cadeva dal muro davanti al finestrone di cucina. Una cascata d'acqua impossibile, che non c'era mai stata, che nessuno aveva mai neanche immaginato. Per entrare in casa mi bagnai perfino le mutande anche se aveva smesso di piovere. Dentro la casa l'acqua era filtrata alla base di un muro interno e aveva formato una pozza, sembrava il diluvio universale. Pare che una piccola perturbazione si fosse "fermata " per quattro o cinque ore nell'adiacente Val d'Ambra, dove aveva fatto danni enormi. Noi, ci aveva preso solo col suo bordo, con le frange. I cani, che allora erano quattro, erano spariti nei ricoveri e non si fecero vedere. Da quel giorno il Chicco, che allora era un cucciolo, era terrorizzato ogni volta che sentiva tuonare anche molto lontano. Anche io mi faccio prendere dall'ansia quando sento piovere come adesso, pesantemente, insistentemente, su terreno già fradicio e appesantito. Ripenso a quell'altra volta, era notte, io la mia figlia più grande tornavamo a casa in auto e anche quella volta aveva piovuto tanto, arrivammo quasi fino al cancello e alla luce dei fari vidi un olivo davanti a me, non c'era mai stato un olivo in quella posizione.. era smottato il campo di sopra, aveva invaso tutta la stradina e l'olivo tutto intero si era capovolto e ora stava con le radici all'aria. Mia figlia cominciò a gridare "Babbo ! Babbooo!" Con quella sicurezza che il suo babbo, con il quale peraltro non perdeva occasione per litigare, avrebbe risolto qualunque problema, sarebbe arrivato, forse volando?, a trasportarla sopra la frana. Invece io la esortai a muoversi, che il babbo era tranquillo in casa e neanche sospettava quello che era successo, non poteva sentirci con la televisione accesa. Prendemmo tutti i suoi bagagli (tornava dall'università) ed entrammo dentro la frana di fango fino ed oltre le ginocchia, ogni passo era uno sforzo grande per sottrarsi al risucchio colloso. In confronto a quello che sta succedendo in Veneto è niente, eppure basta così poco per modificare la piccola geografia delle nostre vite e quando succede la cosa più difficile è adattare il pensiero alla nuova condizione, che non avevamo pensato, che non eravamo stati capaci di immaginare .