Natale appena passato , Natale di tanti anni fa.
L' Epifania tutte le feste le porta via . La mia amica Paola fondeva due proverbi e diceva : l'Epifania tutte le feste le pela e le porta via. E rideva. La Paola ora abita a Milano e quando per le feste torna ad Arezzo ci vediamo con le altre amiche, tutte compagne di liceo. Anche ieri sera ci siamo trovate a cena a casa mia. In queste feste abbiamo mangiato un pò di più, neanche tanto, ma di sicuro troppo per la nostra condizione attuale, di signore di una certa età, tutte in menopausa. Allora ho detto, "Venite da me, ma non ci troviamo per mangiare, preparo io qualcosa, pochino, faccio un menù San Donato." San Donato è il santo patrono di Arezzo, e ha dato il nome all'ospedale, un menù San Donato si diceva in un bar in cui ho lavorato per intendere chi a pranzo sta leggero, verdura lessa , uovo sodo, mozzarella , un menù ospedaliero, triste , un pò deprimente . Ma io non l'ho fatto deprimente e la Luisa, appena arrivata , ha voluto sapere che c'era in questo menù San Donato. Ho spiegato che era un San Donato con trasgressione, c'era una minestra tipo passatelli fatta con il brodo buono , il bollito misto (anche la lingua) con la mia maionese fatta in casa buonissima, radicchio rosso in insalata , e poi puntarelle , finocchio e carciofo con il nostro spettacolare olio verde in pinzimonio. La trasgressione era un fritto di verdure miste in pastella e pangrattato . Alla fine, per rispettare l'indicazione ospedaliera , ho fatto le mele cotte, ma non da piangere, quelle profumate con bacche di cardamomo, cannella, buccia di limone , prugne e uvetta . Poi la Rossana ha portato un panettone ai frutti esotici, e la Luisa i cioccolatini e la Paola il vino e la Concetta l'ananas e abbiamo mangiato troppo un'altra volta . Abbiamo anche riso parecchio . Mauro , mio marito , piangeva dal ridere .
Pensavo alle feste appena concluse. Che confusione ! Poveri bambini, come faranno ad orientarsi, prima arriva Babbo natale , che a volte sentono chiamare Santa Claus, e per un bambino italiano sono nomi diversi e quindi persone diverse . Inoltre Santa Claus deve essere una donna, sennò si chiamerebbe Santo Claus. Alla televisione compaiono babbi natale di tutti i tipi , giovani , vecchi , maschi e perfino femmine e parecchi film con storie su babbo natale, ognuno con la sua version . Alcuni babbi natale ammiccano vagamente osceni e questo è davvero brutto per i bambini. Dopo una quindicina di giorni arriva anche la Befana e anche qui si vedono 25000 befane di tutti i tipi, assortite . Si tenta di spiegare ai bambini la storia della nascita di Gesù, ma in modo poco efficace . Troppi messaggi diversi.Mi ricordo quando la mia prima bambina era piccola una volta, alla fine di un lungo pensamento, mi chiese se Gesù fosse un extraterrestre. Rimasi malissimo e mi chiesi come diavolo era potuto accadere che si formasse quest'idea nella sua testa . Certo, pensavo, era difficile per lei farsi una graduatoria di veridicità e serietà delle cose, poteva capitarle di mettere vicino Gesù e UFO Robot.
Per me, da piccina, era così: la mia mamma, che governava la nostra vita di bambini come un sovrano assoluto, perché non avevamo nonni e tutti gli altri li teneva a distanza, era molto portata per le novità. In seguito ho capito che era un modo per cancellare un passato che doveva esserle scomodo, ma intanto era proiettata nel futuro , si scrollava di dosso tutte le tradizioni . All'epoca , fra il 1958 e il 1965, diciamo dal momento in cui cominciavo ad organizzare i ricordi a quello della disillusione, nelle case arrivava Gesù Bambino a portare i doni e tutti facevano il Presepe . Andavano a cercare la borraccina (il muschio) nel bosco e facevano la capannina con i legni della stufa. Montavano ponticelli su specchi che imitavano laghetti , creavano piste con i sassolini e mettevano statuine grandi e piccole, senza considerare la prospettiva. Si divertivano un sacco. Babbo natale non lo conosceva nessuno, solo noi . E la mamma lo chiamava Papà Natale , così come il nostro babbo ce lo faceva chiamare papà , perché , diceva, babbo è troppo popolare , una parola vecchia e quando voi sarete grandi nessuno lo dirà più , nell'era della televisione tutti diranno papà. Ve lo immaginate in Toscana? Eravamo bambini schizoidi, a scuola dicevamo babbo e anche parlando con gli amici, se avessimo detto papà ci avrebbero guardato pensando : cosa gli è preso a quella? Però davanti alla mamma si doveva dire papà, dire babbo era una grave trasgressione, come una parolaccia. D'altra parte lei quando parlava del nonno diceva "il mio babbo" .Aveva creato una regola che valeva solo per noi. Quindi avevamo Papà Natale. E facevamo l'albero, il Presepe mai fatto, perché i miei genitori erano abbastanza anticlericali . Eravamo originali, alla mamma piaceva molto esserlo, essere sempre diversa dagli altri e in controtendenza, ma per una bambina può essere un problema .Un bambino ha bisogno di sentirsi parte di un gruppo sociale, di essere riconosciuto. Aggiungiamo un elemento indispensabile per la comprensione, la mamma aveva sempre ragione, diceva sempre la verità . Mi sarei fatta ammazzare per difendere le affermazioni sentite in casa . Quindi per me tutti gli altri bambini, dicendo che da loro ci andava Gesù Bambino, sbagliavano .
Ma poi chi era questo Gesù Bambino che la mamma non me ne aveva mai parlato?
Qualche volta alla televisione parlavano anche di San Nicola, Santa Claus e Santa Lucia, tanto per alzare un pò di polverone e confondere ancora di più le idee . Fare l'albero mi piaceva immensamente, anche se la mamma non voleva farci toccare le palline, tutte di vetro, tutte fragili , sempre le stesse con due o tre nuove ogni anno. E l'odore dell'albero ... di solito un abete bianco . Io credo che gli odori che si sono sentiti da bambini non siamo capaci di risentirli più . Aprivi la porta di casa e sembrava di essere nel bosco .Oltre quello c'erano poche decorazioni, ma la vita era assai più spartana e semplice, e quei pochi decori mi sembravano bellissimi e preziosi.
Dopo un pò di giorni arrivava la Befana e passava dal camino. Ma in casa, anche se si stava in una casa del '400 proprio in centro, il camino non c'era e allora la mamma ci inventava delle cose a cui credevamo subito, senza un dubbio. Passava, diceva lei , dal tubo della stufa a legna, perché era magica . Ah, ma allora era tutto chiarito. C'era una prova incontrovertibile del suo arriv , noi la sera lasciavamo la tazza di caffelatte con il panettone e la mattina non c'erano più , era stata certamente la Befana , che arrivava affamata! Quando avevo 7 anni e pensavo a quei due, babbo Natale e Befana che facevano lo stesso mestiere, concepii un pensiero, dovevano essere sposati, marito e moglie . Poi riflettei sul fatto che avevano uno stile diverso, uno ben pasciuto con un bel vestito rosso, bei capelli e bella barba, l'altra quasi una strega, stracciata , con la scopa volante. Lui stava al Polo nord, lei in Casentino . Quanto ho arzigogolato su queste storie fantastiche!
Un giorno la mamma mi prese da parte e mi disse che Papà Natale non esisteva . Credo che fosse stupita della mia ostinazione nel credere a quella leggenda. Ebbi la prima crisi grande della vita, capii che tutto il mondo di sogno dell'infanzia cadeva come un castello fatto con le carte e per il momento non vedevo cosa potesse sostituirlo, solo una grigia realtà, la grigia penosa realtà degli adulti.
Sono passati tanti anni . Anch'io ho imbrogliato le mie bambine, ho creato per loro la magica invenzione del Natale e poi le ho disilluse . Ma nel corso degli anni ho cercato di approfondire il significato del Natale e ho capito che è un periodo festoso che risuona profondamente dentro di noi , anche togliendo tutte le luci finte da lunapark , tutte le carte regalo, tutti gli oggetti scambiati, buttando via tutto il superfluo. Se si lascia solo il Natal , il Presepe e l'albero, le bacche rosse sui cespugli , i rami spogli , le fronde d'abete, la neve e il gelo e le giornate che si accorciano moltissimo e poi si allungano di nuovo, le notti fredde e luminose, se anche si fa un pranzo semplice ma curato con cose vecchie di famiglia sulla tavola, senza per forza dover comprare qualcosa di nuovo, si prova in questo periodo un'emozione forte , l'eccitazione della vita nuova che si forma nel buio, nella notte, nel freddo e fra poco esploderà di nuovo. Si prova il rassicurante contatto col passato, da cui abbiamo origine, la presenza della famiglia, che spesso opprime, ma è l'utile, solida radice del futuro, tutto questo ci serve ad affrontare l'ignoto che verrà, che ci attira , ma ci fa paura . E infatti in mezzo fra Natale ed Epifania c'è il rito del nuovo paganesimo, la festa di fine anno, condita di innumerevoli previsioni astrologiche , che vorremmo tutte belle e rassicuranti. Ricordo quando, in quarta elementare, dissi alla mia bambina più grande che Babbo Natale non esisteva . Ma il Natale è bello ugualmente, cercai di convincerla, elencando tutti i motivi possibili e dicendo che ormai era grande . Le vennero i lucciconi agli occhi e dignitosamente se ne andò a piangere la fine della sua infanzia in un'altra stanza , lasciandomi con un nodo di pianto che non voleva salire su.
Pensavo alle feste appena concluse. Che confusione ! Poveri bambini, come faranno ad orientarsi, prima arriva Babbo natale , che a volte sentono chiamare Santa Claus, e per un bambino italiano sono nomi diversi e quindi persone diverse . Inoltre Santa Claus deve essere una donna, sennò si chiamerebbe Santo Claus. Alla televisione compaiono babbi natale di tutti i tipi , giovani , vecchi , maschi e perfino femmine e parecchi film con storie su babbo natale, ognuno con la sua version . Alcuni babbi natale ammiccano vagamente osceni e questo è davvero brutto per i bambini. Dopo una quindicina di giorni arriva anche la Befana e anche qui si vedono 25000 befane di tutti i tipi, assortite . Si tenta di spiegare ai bambini la storia della nascita di Gesù, ma in modo poco efficace . Troppi messaggi diversi.Mi ricordo quando la mia prima bambina era piccola una volta, alla fine di un lungo pensamento, mi chiese se Gesù fosse un extraterrestre. Rimasi malissimo e mi chiesi come diavolo era potuto accadere che si formasse quest'idea nella sua testa . Certo, pensavo, era difficile per lei farsi una graduatoria di veridicità e serietà delle cose, poteva capitarle di mettere vicino Gesù e UFO Robot.
Per me, da piccina, era così: la mia mamma, che governava la nostra vita di bambini come un sovrano assoluto, perché non avevamo nonni e tutti gli altri li teneva a distanza, era molto portata per le novità. In seguito ho capito che era un modo per cancellare un passato che doveva esserle scomodo, ma intanto era proiettata nel futuro , si scrollava di dosso tutte le tradizioni . All'epoca , fra il 1958 e il 1965, diciamo dal momento in cui cominciavo ad organizzare i ricordi a quello della disillusione, nelle case arrivava Gesù Bambino a portare i doni e tutti facevano il Presepe . Andavano a cercare la borraccina (il muschio) nel bosco e facevano la capannina con i legni della stufa. Montavano ponticelli su specchi che imitavano laghetti , creavano piste con i sassolini e mettevano statuine grandi e piccole, senza considerare la prospettiva. Si divertivano un sacco. Babbo natale non lo conosceva nessuno, solo noi . E la mamma lo chiamava Papà Natale , così come il nostro babbo ce lo faceva chiamare papà , perché , diceva, babbo è troppo popolare , una parola vecchia e quando voi sarete grandi nessuno lo dirà più , nell'era della televisione tutti diranno papà. Ve lo immaginate in Toscana? Eravamo bambini schizoidi, a scuola dicevamo babbo e anche parlando con gli amici, se avessimo detto papà ci avrebbero guardato pensando : cosa gli è preso a quella? Però davanti alla mamma si doveva dire papà, dire babbo era una grave trasgressione, come una parolaccia. D'altra parte lei quando parlava del nonno diceva "il mio babbo" .Aveva creato una regola che valeva solo per noi. Quindi avevamo Papà Natale. E facevamo l'albero, il Presepe mai fatto, perché i miei genitori erano abbastanza anticlericali . Eravamo originali, alla mamma piaceva molto esserlo, essere sempre diversa dagli altri e in controtendenza, ma per una bambina può essere un problema .Un bambino ha bisogno di sentirsi parte di un gruppo sociale, di essere riconosciuto. Aggiungiamo un elemento indispensabile per la comprensione, la mamma aveva sempre ragione, diceva sempre la verità . Mi sarei fatta ammazzare per difendere le affermazioni sentite in casa . Quindi per me tutti gli altri bambini, dicendo che da loro ci andava Gesù Bambino, sbagliavano .
Ma poi chi era questo Gesù Bambino che la mamma non me ne aveva mai parlato?
Qualche volta alla televisione parlavano anche di San Nicola, Santa Claus e Santa Lucia, tanto per alzare un pò di polverone e confondere ancora di più le idee . Fare l'albero mi piaceva immensamente, anche se la mamma non voleva farci toccare le palline, tutte di vetro, tutte fragili , sempre le stesse con due o tre nuove ogni anno. E l'odore dell'albero ... di solito un abete bianco . Io credo che gli odori che si sono sentiti da bambini non siamo capaci di risentirli più . Aprivi la porta di casa e sembrava di essere nel bosco .Oltre quello c'erano poche decorazioni, ma la vita era assai più spartana e semplice, e quei pochi decori mi sembravano bellissimi e preziosi.
Dopo un pò di giorni arrivava la Befana e passava dal camino. Ma in casa, anche se si stava in una casa del '400 proprio in centro, il camino non c'era e allora la mamma ci inventava delle cose a cui credevamo subito, senza un dubbio. Passava, diceva lei , dal tubo della stufa a legna, perché era magica . Ah, ma allora era tutto chiarito. C'era una prova incontrovertibile del suo arriv , noi la sera lasciavamo la tazza di caffelatte con il panettone e la mattina non c'erano più , era stata certamente la Befana , che arrivava affamata! Quando avevo 7 anni e pensavo a quei due, babbo Natale e Befana che facevano lo stesso mestiere, concepii un pensiero, dovevano essere sposati, marito e moglie . Poi riflettei sul fatto che avevano uno stile diverso, uno ben pasciuto con un bel vestito rosso, bei capelli e bella barba, l'altra quasi una strega, stracciata , con la scopa volante. Lui stava al Polo nord, lei in Casentino . Quanto ho arzigogolato su queste storie fantastiche!
Un giorno la mamma mi prese da parte e mi disse che Papà Natale non esisteva . Credo che fosse stupita della mia ostinazione nel credere a quella leggenda. Ebbi la prima crisi grande della vita, capii che tutto il mondo di sogno dell'infanzia cadeva come un castello fatto con le carte e per il momento non vedevo cosa potesse sostituirlo, solo una grigia realtà, la grigia penosa realtà degli adulti.
Sono passati tanti anni . Anch'io ho imbrogliato le mie bambine, ho creato per loro la magica invenzione del Natale e poi le ho disilluse . Ma nel corso degli anni ho cercato di approfondire il significato del Natale e ho capito che è un periodo festoso che risuona profondamente dentro di noi , anche togliendo tutte le luci finte da lunapark , tutte le carte regalo, tutti gli oggetti scambiati, buttando via tutto il superfluo. Se si lascia solo il Natal , il Presepe e l'albero, le bacche rosse sui cespugli , i rami spogli , le fronde d'abete, la neve e il gelo e le giornate che si accorciano moltissimo e poi si allungano di nuovo, le notti fredde e luminose, se anche si fa un pranzo semplice ma curato con cose vecchie di famiglia sulla tavola, senza per forza dover comprare qualcosa di nuovo, si prova in questo periodo un'emozione forte , l'eccitazione della vita nuova che si forma nel buio, nella notte, nel freddo e fra poco esploderà di nuovo. Si prova il rassicurante contatto col passato, da cui abbiamo origine, la presenza della famiglia, che spesso opprime, ma è l'utile, solida radice del futuro, tutto questo ci serve ad affrontare l'ignoto che verrà, che ci attira , ma ci fa paura . E infatti in mezzo fra Natale ed Epifania c'è il rito del nuovo paganesimo, la festa di fine anno, condita di innumerevoli previsioni astrologiche , che vorremmo tutte belle e rassicuranti. Ricordo quando, in quarta elementare, dissi alla mia bambina più grande che Babbo Natale non esisteva . Ma il Natale è bello ugualmente, cercai di convincerla, elencando tutti i motivi possibili e dicendo che ormai era grande . Le vennero i lucciconi agli occhi e dignitosamente se ne andò a piangere la fine della sua infanzia in un'altra stanza , lasciandomi con un nodo di pianto che non voleva salire su.