FRAMMENTI DI UN DISCORSO AMOROSO 2. Anima e Corpo.

  Si potrebbe dire che il corpo è il veicolo che usiamo nella vita . E' uno strumento per entrare in questo universo particolare, che ha 4 dimensioni, tre delle quali ci sono chiare, le dominiamo, le possiamo vedere dall'alto, ma  la quarta, il tempo, che sia anch'essa una dimensione mi sconvolge un pò , mi è stato difficile immaginarmelo.
Una dimensione: la retta.
Due dimensioni: il piano e tutte le figure che su di esso si formano. Il piano non ha spessore.
 Fra parentesi: se vi va di leggere un puro divertissement per la mente, che introduce alla geometria e alla comprensione delle dimensioni, potete leggere "Flatlandia" pubblicato da Adelphi e scritto da un reverendo, Edwin Abbot Abbot, fortemente misogino.
Tre dimensioni: lo spazio e tutte le figure in esso contenute. Lasciando la fredda astrazione della geometria noi viviamo in un posto così, uno spazio a 3 dimensioni con una variante interessante, la dimensione temporale . Nello spazio siamo teoricamente liberi di muoverci in ogni direzione, facendo salva la forza di gravità, il vuoto cosmico oltre l'atmosfera e la densità della terra sotto di noi . Invece la dimensione temporale possiamo percorrerla in un senso solo, in avanti , direzione futuro.Possiamo andare avanti e indietro nel tempo solo con la fantasia, ma non nella realtà. Quando morì il mio babbo mi vennero questi pensieri che riporto di seguito.


Riguardo allo spazio ad una dimensione, una retta che incontra un'altra retta  sarà rappresentata  in essa da un punto, ma una retta è più di un punto, è un'altra cosa. Una cosa che inizia molto lontano da quel punto che la rappresenta e se ne va altrettanto lontano da quel punto, se si ammette che è infinita.

Se prendiamo uno spazio a due dimensioni, cioè un piano, ed una figura solida, come una scatola, rispetto al piano diventerà una propria sezione, un quadrato o un rettangolo, ma la scatola è di più del rettangolo che la rappresenta sul piano. E' proprio un'altra cosa , di cui il rettangolo offre solo una lontana rappresentazione. Se uno abitasse il piano vedrebbe un rettangolo, ma quel rettangolo sarebbe solo il simulacro di un'altra cosa, la scatola.

E un'anima, che incontra un'universo, prende una forma che in quell'universo la rappresenta, la forma di un uomo o di una donna o di un'animale, che nasce, cresce e muore in quell'universo, perchè questo è l'effetto del tempo, la quarta dimensione, sulle anime. Ma l'anima non è l'uomo, è una cosa più grande, diversa, che appartiene all'universo solo per il tempo che lo attraversa, con questo particolare veicolo che è il suo corpo. Finito il passaggio chissà l'anima dove va ? Mi venne da chiedermi quando morì il mio babbo. Chissà dove era andato lui, forse, prima di andarsene del tutto, era andato a vedere, come diceva di voler fare, Alpha Centauri, la stella più vicina al sistema solare?
Il corpo è un veicolo, un'astronave che usiamo tutti i giorni, una casa per l'anima. Ma ci sono altri modi di vedere la cosa.

 La mia amica Silvia, pediatra, che proviene da una famiglia cattolica molto religiosa e praticante, ha smesso di credere vedendo ammalarsi i bambini . Le malattie gravissime e mortali nei bambini mettono a dura prova i genitori e la ragione di chi viene a contatto, qualcuno perde la fede e qualcun'altro la trova.
Un'altra amica anche lei pediatra che seguì la malattia del nipotino dai 7 mesi fino agli 11 mesi di età, quando morì, mi disse che Dio aveva  parlato alla sua famiglia attraverso la morte di quel bambino. Senza nessuna retorica e con sincerità assoluta.
Silvia andò ad un convegno di medici dove le spiegarono che l'anima non esiste, è solo un insieme di funzioni del corpo, un sistema neurologico che finisce alla fine della vita. Tutto qui. Tornò entusiasta da quel convegno, e diceva che era arrivato il momento di guardare la realtà in faccia, non c'è anima, non c'è Dio, ma si rassicura se un prete parla con i suoi figli, pensando che un'educazione religiosa  come quella che ha ricevuto lei non fa mai male. Siccome non si sente più in grado di dargliela, perché non crede più, integra volentieri i suoi insegnamenti zoppicanti e poco convinti con quelli del prete.

 Abbiamo una donna che non ha avuto un'educazione religiosa dalla famiglia, ma ha avuto  un'educazione laica, per la religione si è arrangiata, perché i sacramenti e la dottrina le sono stati comunque impartiti, per paura che si trovasse ad essere troppo diversa dalla "normalità".  Questa donna ragiona sull'esistenza dell'anima, e non chiede a Dio di salvare tutti i bambini o di far finire tutte le guerre, ma solo perché per ora non ci si è trovata in mezzo, e sarei io.  Abbiamo una donna della stessa età, che è nata in una famiglia cattolica, piena di precetti, di valori e di riti, che non crede più a niente e di questo ha un pò paura, paura che i figli, se qualcuno dice loro che l'anima non esiste, si lascino andare a degli eccessi pericolosi. Questa persona trova i valori non validi di per sé, ma convalidati da alcuni concetti, come l'esistenza di Dio ed altri. Mancando queste basi concettuali, cadono anche i valori.
L'anima e la religione sono  usati come concetti limite, come una griglia contenitiva. Forse anche prima la sua fede era da considerarsi come un'abitudine e un censore interiore, imposto, che preserva da gravi errori.

Comunque  si veda  il corpo, come casa dell'anima, anzi come espressione dell'anima nell'universo, oppure come una macchina biologica con funzioni neurologiche, abbiamo un corpo solo ed è una cosa sola con questa anima, o questo insieme di funzioni che lo abita. Il corpo e l'anima sono fusi insieme ed è uno sbaglio pensare che ciò che avviene al corpo possa essere ignorato dall'anima e viceversa. Del corpo  si dovrebbe avere cura,  conservarlo in buona salute ed anche amarlo, così come l'anima. La separazione fra i due non riesco a eliminarla quando scrivo .E' una cosa antica, un pensiero che accompagna la nostra civiltà da millenni e che pare non sia condiviso dalle filosofie orientali.
Ci sono tanti modi di abitare il corpo. Abbiamo perso, uso il noi perché penso sia esperienza comune, la capacità di vivere tutt'uno, corpo e mente, o di più, corpo mente e cuore. Uno di questi tre primeggia , a turno, sugli altri due e di solito nessuno ci fa caso. Ma non è affatto un bene.