Il Parto. Frammenti di un discorso amoroso.

 Il parto è annunciato nella Bibbia, Libro della Genesi : "Tu, donna,  partorirai con dolore". Sembra una punizione. Quando si partorisce si è sole, nonostante la presenza degli altri. Sono tutti utili, ma la paura e il dolore non te li tolgono. E' inutile che dicano che è un dolore superabile, lo è di sicuro, di parto, per lo più, non si muore, ma fa male, e il dolore fa paura.  Per me, non pensai di sottrarmi a questo, non mi passò per la testa di chiedere l'epidurale, e poi non si usava. Penso che ci siano donne che, con adeguata preparazione, riescano a vivere da protagoniste questo tempo speciale e ce ne sono  altre, che ho visto, che se la cavano benissimo perchè sono più istintive, si lasciano andare, partoriscono come bestiole, in fretta. Io non ero nessuna delle due, il parto l'ho combattuto, nonostante tutto l'impegno.
Le ore del travaglio e poi del parto sono state mie, come un collo d'imbuto da cui dovevo passare e potevo farlo solo io, non potevo tornare indietro. Ho l'impressione che, per quello che muove dentro la donna che partorisce, questo tempo diventi riassuntivo delle sue esperienze precedenti, che presentano il conto tutte insieme. Arrivano tante paure, come iene finora tenute a bada che escono perchè sentono l'odore del sangue, e il "sangue", quello che le fa arrivare, che le attira, non è altro che quella speciale situazione in cui sei immersa, che ti sembra pericolosa, che richiede la tua attenzione tutta intera, e allora cali la guardia e tutto il resto ti salta addosso. 

 Ora si sa che la mamma  produce nel corso della gravidanza una gran quantità di endorfine che la fanno essere più pacifica e gradevole, perfino incosciente, e che saranno usate tutte al momento del parto, per superare il dolore e la fatica di questa grande cosa. Se il travaglio è lungo e impegnativo finisci le riserve. Io mi trovai, dopo il secondo parto, come se fossi stata a qualche passo dalla morte, attonita e con questa forte visione cruda e verissima della realtà,  a cui non ero abituata.

Mentre partorivo ero stranita da quello che mi accadeva, tanto più mentre cercavo di governare la tempesta con la mente, il pensiero è impotente. Il parto, penso ora che sono vecchia per queste cose, va fatto come gli animali, passando in mezzo alla tempesta velocemente e lasciandosi andare, senza pensare tanto, senza frenare.

 
Eppure devo dire che ricordo il secondo difficilissimo parto di una delle mie gatte, che fu aiutata dalla sua figlia della cucciolata precedente, che le fece da levatrice.  Era difficile anche per lei.

 Povere donne, i greci ci davano delle isteriche, dicevano che l'utero saliva fino a chiuderci la gola, a rendere stridula la voce, a impedire il respiro. Noi più degli uomini siamo soggette a flussi ormonali che incidono sull'umore, sulla voglia di fare, sui desideri. Dobbiamo capirci da sole, gli uomini questo davvero non possono farlo, di mettersi nella nostra carne.

Il parto in certe società è un rito, e un pò anche nella nostra, quando le donne  partorivano in casa c'erano la mamma, la suocera, parenti o vicine di casa, e la levatrice. Questa figura, che ora è  sempre più medica, è anche un pò una  sacerdotessa, un'officiante della nascita, che  ti guida in un percorso oscuro di cui lei conosce tutti i meandri e le varianti. A Figline, quando ho partorito la prima volta, c'era una levatrice che mi sembrava  anziana, ma doveva avere una sessantina d'anni, con una bella crocchia di capelli grigi, che stette con me, controllandomi spesso,  leggendo dei giornali e chiacchierando poco. C'era e tanto bastava, la sua presenza sorridente  portava calma e sicurezza. La seconda volta ebbi una signora scoglionata e sboccata, era notte nelle ore più buie, intorno alle due, e lei era stanca e spazientita.
Il momento del parto riunisce tante abilità e sapienze, quelle del corpo, che sarebbe bene facesse in autonomia la sua parte, come la fanno le femmine di cane e di gatto, che capita di veder partorire in casa.
Sapienze antropologiche.
 Che ci si aspetta da una donna? Che partorisca, che sia brava e pronta a fare la mamma, con disciplina e amore.
Io cercai di fare un parto più naturale e capitò di avere vicino un ospedale dove praticavano il parto dolce. Ora però vedo che il parto è sempre più medicalizzato. E' proprio vero che ci si allontana dal '68 e dal femminismo, le donne dovrebbero riprendere in mano queste cose, evitare i parti cesarei, che proprio da noi sono tanto inutilmente diffusi, e partorire più naturalmente. Non capisco come non se ne senta la necessità e l'urgenza .

E' un momento in cui una donna completa un suo ciclo di crescita, fisica e interiore, un momento cruciale, di grandi sconvolgimenti, ormoni che si producono nel corpo e portano sensazioni ed emozioni prima solo immaginate. Non voglio dire, ovvio, che chi non partorisce non viva la sua maturazione. Conosco una donna, Silvana, che fa corsi belli e utili di preparazione al parto e massaggio del bambino senza aver partorito.

Il parto è una porta che si attraversa, superata quella  guardi alle tue spalle la persona che eri e che non sei più, per un cambiamento atteso, ma lo stesso  improvviso e radicale, che ti mette in braccio un bambino o una bambina, a cui ti legherà per molto tempo un filo forte più dell'acciaio, che ti farà soffrire ed essere felice, moltissimo tutte e due le cose.

Questo cancello della vita si varca, ma non da sole, c'è il tuo compagno che diventa padre, i genitori tuoi  e suoi che diventano nonni, i fratelli che diventano zii,  c'è un riposizionamento reciproco,  nuove assunzioni di responsabilità riguardo al futuro, una introduzione ai misteri dell'essere genitori, ma è la mamma che più di tutti deve essere aiutata, che vive il cambiamento in modo totale nel suo corpo. Questa donna che finora è stata figlia  diventa madre, in questo passaggio dovrebbe esserci la sua mamma, che diventa nonna, a prenderla per mano per farle attraversare il fiume, rassicurarla se dovesse scivolare e aiutarla a rimettersi  in piedi. Questo in teoria, ma può darsi che la madre non sia pronta, o non sia adatta. Andrà bene un'altra donna, meglio di un uomo, una figura femminile che impersoni la "madre dell'anima", pacificante, rasserenante.

Prima del parto, durante la gravidanza, c'è sempre chi ti racconta la sua esperienza, a volte con toni trucidi, grandi sbocchi di sangue, bambini che rischiano di morire, oppure racconti idilliaci, che ti fanno sentire che mai ce la farai ad essere così perfetta ... La mia mamma me l'aveva raccontato per prima, che le avevano fatto l'anestesia e le ultime parole sentite erano state : "...muore, muore , o lei o il bambino.." Che poi era una bambina, io, la prima figlia. C'erano, e immagino ci siano ancora, i racconti sull'istinto materno. Mamme che rifiutano i neonati, mamme che invece sembra non abbiano fatto altro fino ad allora che aspettare di avere un bambino in braccio. Teorie . Mi ero tenuta lontana da tutto quello, se c'è una cosa che non sopporto sono queste figure di madri perfette per vocazione. 

"Allatterai , vero?" 
"Che ne so?" mi veniva da rispondere, che ne so se avrò il latte, se la bambina riuscirà a nutrirsi, che ne so di tutto!! 

Ci proverò a fare la mamma, si vedrà che succede .
Nella realtà per me è venuto tutto da sé, il latte e la bambina che si nutriva facilmente. Ho fatto la mamma come potevo, rifiutando caparbiamente aiuti esterni e lezioni, forse ho fatto male. Sono stata sempre la mamma che potevo essere, oltre qualunque immagine che potessi avere e oltre qualunque preconcetto. Sono stata io che ero diventata mamma. Si fanno tante teorie, le teorie sono le ciambelle di salvataggio degli insicuri, ed io ero molto insicura, ma poi si fa solo come ci riesce. Ho avuto una fortuna, quella di lasciarmi andare, se non nel parto, almeno nei mesi successivi, una voce di buon senso parlava dentro di me . Ero uscita fortunosamente da una fase difficile della vita, quella del malessere dell'anima e della malattia, volevo fortemente riprendermi la vita, ma forse, per vivere tutto con più maturità, avrei dovuto formarmi ancora.

Ognuno è mamma o babbo a modo suo, scorbutico, scostante, anaffettivo, entusiasta, autoritario, tenero, premuroso, ansioso, ognuno tende a perpetuare quello che ha visto in casa, dove è cresciuto, per questo un'approfondita analisi del passato proprio e della famiglia sarebbe consigliabile a tutti. Per capire che non c'è solo il modo che si è visto in casa dei genitori, ci sono altre case, altre esperienze, possiamo scegliere di cambiare. Per evitare di ripetere almeno quello che si riesce ad individuare come un errore. Qualcosa ci sfugge sempre. Per esser mamme va bene il buon senso, e ci vuole un  notevole impegno, ma poi c'è tempo per rimediare e si è mamme fino da vecchie, almeno credo. Penso che ci siano a volte pessime madri naturali, e ottime mamme adottive o affidatarie, e che possa capitare di assumere il ruolo di madre con qualcuno che non è tuo figlio, perché succede che ad un certo momento gli serva una mamma, ci sei te e vai benissimo.Oppure si può sentire una responsabilità, una maternità allargata, nei confronti del mondo intorno, degli altri esseri, si può sentirsi come la Madre Terra, ed è una bella sensazione, che può cambiare la vita.

Ora si può dire : com'è che a questa gli è venuto in mente di scrivere dei post sulla gravidanza, sul parto, sul CORPO? Com'è che ogni tanto ne posta uno, segue un suo filo di pensieri?
 Mi è venuto in mente perché ultimamente il corpo delle donne viene esposto solo in un modo, e se ne parla solo in un modo, un corpo finto, ricostruito, modificato per adeguarsi a un modello. Un corpo che si vende come una merce. Invece il corpo è anche altro, una casa per l'anima, un'astronave per il viaggio in questo universo, siamo noi tutte intere, e diventa per nove mesi la casa dei nostri figli, e dopo lo resta per molti anni, se siamo brave, un rifugio, un luogo di amore e consolazione.  Quando si andava alla dottrina ci dicevano tante cose, una era che il nostro corpo è il tempio di Dio. Non sarà proprio così, ma l'immagine aiuta a dare un'idea della sacralità di queste cose. Mi sembrava giusto dirlo e partire da lontano, per non farsi dare della moralista,  che è quello che hanno detto tutte le volte che abbiamo parlato di Ruby e delle altre e delle loro scelte di "libertà" . Siccome è un discorso lungo, quello sul corpo delle donne, ogni tanto, a mente fredda, ne racconto, visto da me, un pezzettino.