L'Ombra : il Libro dei Mostri.

A proposito di Ombra, le fiabe antiche sono piene di situazioni oscure e pericolose e molte non sono a lieto fine. Penso alle storie che si raccontavano un tempo in Toscana nelle notti invernali, tutti raccolti intorno e dentro al camino, quei camini grandi dove ci stava intera, in un cantuccio, la seggiolina della nonna o del nonno, i narratori. C'è una raccolta di queste fiabe, le "Novelle della nonna" di Emma Perodi, con le leggende del Casentino, piene di diavoli e fantasmi, angeli e soldati, campi pieni di cadaveri e la morte personificata. Nell'infanzia delle mie bambine non c'erano fiabe così, che fanno paura, ma solo storie a lieto fine, oppure comiche, molto meno divertenti, perché è divertente avere paura. E' divertente andare a cercare dove l'Ombra si nasconde, negli angoli bui della mente, e vedere le cose strane che fa, ma noi genitori ne abbiamo paura, temiamo che i bambini possano perdersi e spaventarsi, che si coltivi dentro di loro l'incubo.

Una volta, cercando in libreria i regali di Natale, trovai un libro che mi sembrò molto carino, con in copertina  il disegno di un bambino che teneva per mano, e tirava con tutta la sua forza, una grossa zampa unghiuta e pelosa, di un'enorme creatura che era riluttante a seguirlo, e il bambino aveva un fumetto sopra la testa che diceva: "Mamma! Guarda: ho catturato un altro mostro!" Mi sembrò una cosa davvero buffa;  il libro catalogava i vari generi di mostri che i bambini si inventano o credono di individuare da piccoli, come il mostro del Buio, quando la mamma chiede " Ti dispiace andare a prendere una cosina in camera ?" tu dici di sì, ma poi devi passare nel corridoio buio, accendi la luce, ma per un attimo  ti pare di vedere un'ombra scura e fugace rintanarsi in un angolo, proprio prima che la lampadina del soffitto illumini tutto ... Quei mostri li avevo conosciuti quasi tutti, da bambina, e ora ne potevo ridere. Messi lì tutti insieme, nelle pagine del "Libro dei mostri", erano proprio buffi, c'era quello che abita sotto il letto e di notte potrebbe venire a pigliarti, allora ti tiri le coperte fin sopra il capo, c'era quello del water, che cerca di prenderti mentre ti siedi a fare la pipì e c'erano le strategie per combatterli. Mi pareva un modo così moderno e spiritoso di affrontare la cosa, ma le mie bambine non la pensarono così; lo trovarono piuttosto un libro pieno di suggerimenti per spaventarsi, con cose a cui loro non avevano ancora pensato, in sostanza il libro faceva loro vedere sotto una luce nuova e terrificante alcune situazioni quotidiane in cui mai avrebbero pensato di poter avere paura. Quando leggevo il libro a voce alta  e ridevo, anche  loro ridevano, ma in realtà tremavano di fifa nera. L'Ombra vibrava e godeva dentro di loro. Molto più tardi mi confessarono che il Libro dei mostri aveva fatto quest'effetto e io ne fui affranta: avevo sbagliato un'altra volta!
Ora le mie figlie sono grandi e le loro paure sono cambiate, una di loro a volte mi racconta le sue e mi coinvolge oltre il dovuto, non per colpa sua, ma perché vorrei cercare di eliminare i suoi timori e renderle la vita un cammino più luminoso e sereno. In realtà non sono brava a farlo neanche per me. Quelle paure di bambine, invece, ora le trovo naturali e perfino salutari, forse anche la paura va esercitata, ed è  meglio farlo col libro dei mostri che con situazioni reali, che comunque, nella loro infanzia, non sono mancate.

L'Ombra è  presente in noi, ed è la parte meno presentabile, quella che annusa cose puzzolenti, mescola la cacca con un bastoncino, dice parolacce, fa cose sconvenienti. Dicono che si deve nutrire anche l'Ombra, è per questo che ora piacciono tanto le storie di vampiri?
La mia mamma quando eravamo piccoli non voleva che dicessimo parolacce, e considerava parolacce anche "cacca" "culo" "scemo" e molte altre parole innocue, avevamo, al loro posto, popò e sederino e cose del genere. Ai bambini piace molto dire brutte parole, e io, che ricordavo i divieti della mia infanzia, inventavo delle storielle per le mie bambine piene di parolacce o situazioni strambe. Un pomeriggio inventai una storia che rimase famosa, che non ricordo molto bene. Si trattava di un aeroplano che andava a scuregge, cioè usava i gas intestinali come propellente, per questo ogni sedile e ogni sedere di passeggero era collegato con un serbatoio e per incrementare la produzione di gas la hostess serviva fagioli per pranzo, cucinati da un cuoco cinese con una pentola a pressione. Ma c'era sull'aereo un dirottatore che uccideva il cuoco cinese. Intanto un altro aereo si accostava al primo e da lì altri amici del dirottatore sarebbero saliti a bordo. La situazione si faceva complicata e per me era difficile risolvere la narrazione. Decisi, scervellandomi un pò, per questa soluzione: la hostess, che faceva body building, riuscì ad atterrare il dirottatore e farlo fuori, poi andò nella cucina e si accorse che il cuoco era stato ucciso e la pentola a pressione stava per scoppiare. Capì che poteva salvare la situazione e fece arrivare l'aereo dei nemici  in posizione adatta al di sotto del primo aereo, fingendo di essere il dirottatore. Poi aprì un portellone e lasciò cadere la pentola a pressione sull'altro aereo, la pentola scoppiò come una bomba e distrusse tutti i nemici. La hostess coraggiosa fu acclamata da tutto l'equipaggio. Naturalmente la storia era infarcita da parole e versacci che facevano ridere molto le mie bambine. Se la ricordano ancora. Tutto questo ebbe come conseguenza il fatto che, quando erano poco più grandi, io continuavo a dire parolacce innocue e loro mi guardavano male e mi dicevano di star zitta, cosa che avrei dovuto fare io.
 E' così che funziona, se non è vietato, non è tanto divertente dire parolacce e anche l'Ombra, dentro di noi, non si diverte più.