Parlavo con una mia cara amica , che si è trovata in una situazione imbarazzante. E' andata a farsi un'ecografia al fegato per vedere se aveva i calcoli alla cistifellea. L'ecografista (si dirà così?) le ha detto che calcoli non ce n'erano, ma non vedeva il rene.
 Ha detto la mia amica:
"Non facciamo scherzi! E' vero che sono stata operata a questo rene quando ero piccola, intorno ai 16 anni, ma hanno tolto solo una ciste e mi hanno fatto fare una serie  di iniezioni per fargli riprendere la funzionalità, 400 iniezioni  .. Mi hanno bucato il sedere per un anno e mezzo, me lo ricordo benissimo!"
( Difficile, aggiungo io, dimenticare 400 buchi anche se nella parte tenera.)
" Eppure, signora, io ho l'impressione che il rene si sia atrofizzato, perchè quell'altro è più grosso, e di solito succede quando lavora per due ..." Questa amica ha trascorso il resto della mattina in ospedale ridendo come una matta e dicendo a tutti che era l'unica ad essere entrata in ospedale con due reni ed uscita con uno solo, senza essere operata. Il giorno dopo era uno straccio.
Per farla poco lunga  ha scoperto, dopo una serie di altri controlli, che il rene le era stato completamente asportato in quella vecchia operazione, senza metterla al corrente.
Ci è rimasta male .
E' vero che è vissuta bene per 40 anni, anche senza quel rene che non sapeva di non avere più, anzi era convinta che funzionasse benissimo, dopo essersi fatta quelle 400 iniezioni. Le analisi vanno bene e il suo stato complessivo di salute è buono, ma ha detto che aveva una sensazione di abbandono.



La rugiada (guazza) sulle foglie del cavolo .



 Rispetto a quarant'anni fa le cose sono cambiate, c'è una responsabilità dei medici che allora non c'era, consideravano i pazienti come loro possesso e incapaci di capire, evidentemente, quello che stava loro capitando.  Poi è risultato che per lei, minorenne al momento dell'operazione, aveva deciso il suo babbo, caricandosi di un grande peso.
Tanti anni fa  lavoravo in una Radio e feci una trasmissione sul Tribunale dei malati, che era appena nato anche ad Arezzo. la persona che avevo invitato disse che appena si aveva contatto con medici e ospedali si perdeva un pò della nostra identità e si diventava solo malati, arrivavi in ospedale e ti mettevano in carrozzella  solo per portarti da un reparto all'altro anche se potevi camminare benissimo, ti davano del tu anche se eri anziano e abituato da sempre a sentirti chiamare signore, non un gra  signore, solo signor Rossi, o signor Neri ...

Ora è cambiato tanto: mio marito deve essere operato  fra breve  alla cistifellea ed ha fatto delle analisi preoperatorie. C'è una stanza all'ospedale di Arezzo, la stanza 32, vai lì e loro ti danno l'elenco di quello che  devi fare nel corso della mattina e dove devi andare, ci vai da te, a piedi, vestito con i tuoi vestiti, come una persona normale, che sei ancora, e non ti senti tanto malato. Mi è sembrata una buona cosa per il morale, che uno sente di non dipendere tanto dagli altri, ma da se stesso, di essere ancora lui a gestire la cosa, e poi si risparmia! Prima ci voleva un'infermiere fisso dietro ad ognuno che faceva le analisi!

La macchina fotografica non riesce a vedere come noi , io qui vedevo la luce dividersi su ogni goccia, che si comportava come un prisma, e la foglia brillare di tutti i colori.


Tanta bellezza  effimera, che scomparirà con l'alzarsi del sole , in una piccola cosa.