La lepre e la notte

La notte scorsa tornavo a casa dal lavoro e sono passata dalla superstrada . Passo di lì il sabato, quando sulla strada statale è più facile trovare la polizia e io sono stanchissima e soprapensiero, perché in pizzeria c'è tanto lavoro. Può capitare che, nonostante normalmente sia una lumaca, vada un pò troppo veloce. Una volta mi hanno fermato  e da allora passo dalla superstrada dove ci sono meno controlli.
Ieri sera andavo piano altrimenti avrei investito la lepre che mi è apparsa alla luce dei fari in mezzo alla carreggiata. Ho rallentato tanto. Lei, o forse lui per le dimensioni, era seduto là in mezzo, e all'arrivo della macchina ha cominciato a correre e andava un pò di qua e un pò di là. Era un leprone molto veloce. Sono situazioni irreali, guardavo nello specchietto retrovisore che non arrivassero altre auto da dietro e intanto cercavo di indirizzare la bestiola verso il campo sulla destra, ma lei tornava a sinistra verso lo spartitraffico di cemento, alto circa un metro, alla fine mi sono fermata,  pericoloso in quella strada a senso unico di marcia, e le ho gridato di andarsene verso il campo, ho aperto la portiera della macchina e guardato ancora dietro. Quando ho guardato di nuovo la strada non c'era più. Sparita. O sparito. Che abbia saltato il garderail? Evidentemente voleva proprio andare dall'altra parte.  O forse se ne è tornato indietro veloce sparendo dalla zona illuminata dai fari? Con le sue zampe lunghe sono possibili molte cose. Ero  troppo stanca, era l'una e mezzo di notte e l'incontro con la lepre mi ha svegliato. Sono ripartita sperando che si fosse messa in salvo dal prossimo automobilista. Questi incontri notturni sono Meravigliosi, la meraviglia che è a disposizione di tutti, basta esserci al momento giusto. Il giorno dopo ho capito. Dalla parte di là della strada c'è un melo con le mele che iniziano a cadere in terra, molto gialle. Un melo sfuggito alle coltivazioni, nato da un seme sul ciglio della superstrada.
Spero che la lepre sia arrivata alle sue melle tanto desiderate. Comunque a volte non si può fare niente per salvare qualcuno, lepre o umano che sia, si prova ma non si può fare niente. Così mi è  tornato in mente Luca, per l'ennesima volta in questi giorni. Dopo la prima forte impressione della notizia del suo suicidio non avevo provato più nulla. Ora mi ritrovo spesso sul tetto accanto a lui gli istanti prima che si butti di sotto e guardo il caos dei suoi pensieri, senza conoscerli tutti, senza sapere quale catena l'abbia portato fin lì, provando un'enorme amarezza.