SYM, il Parassita 1
Alla fine del 2012 avevo pubblicato su questo blog un racconto scritto in occasione della fine del mondo prevista per il 21 12 2012. Ora questo racconto si è allungato ed è finito. Ne metterò a disposizione un pezzettino per volta, e vediamo se sarò abbastanza soddisfatta del mio lavoro da pubblicarlo fino alla fine. D'altra parte questo è un blog, un editore e un impegno preciso non ci sono, e si può smettere quando si vuole. Consideratelo un regalo per questi tempi bui, spero che vi piaccia e, per qualche strada impensabile, possa servire a qualcuno di voi. Oh, naturalmente, questa è l'introduzione e il primo capitolo.
SYM, il Parassita.
Il miglior modo di predire il futuro è inventarlo- Alan Kay
Il miglior modo di predire il futuro è inventarlo- Alan Kay
Era il dicembre del 2012 e stavo finendo di scrivere un altro
libro, “E' il freddo di questa notte”, nelle pagine più
dolorose. In quei giorni dappertutto si parlava della profezia Maya
sulla fine del mondo, che doveva realizzarsi (sia la profezia che la
fine del mondo) il 21 dicembre; qualcuno aspettava una catastrofe (
si vede che non bastano quelle che accadono quotidianamente) qualcuno
diceva che sarebbe stata la fine del mondo conosciuto e l'alba di una
nuova Età d'Oro. Io avevo bisogno di distrarmi da quell'altro
racconto e pensare ad una cosa leggera, una specie di favola di
Natale, così cominciai a scrivere, per il mio blog e soprattutto per
i miei lettori/amici, la storia di una possibile fine del mondo: un
essere di scaglie che scende dallo spazio cosmico sulla Terra... non
inventavo niente; molti anni prima avevo letto un romanzo di
fantascienza in cui gli uomini avevano incontrato su un pianeta
lontano degli esseri che chiamavano le Coperte, che vivevano in
simbiosi con loro e sopperivano ai bisogni di vestirsi, nutrirsi e
sentirsi amati. Mi era piaciuto tanto e ne ricordavo dei pezzetti a
distanza di tanto tempo. Le
“coperte” amavano la musica e componevano sinfonie meravigliose.
Nella
mia storia misi degli esseri che mi ricordavano le Coperte. D'altra parte ho trovato ispirazione anche in altri racconti, come "La bussola d'oro", per esempio. A volte i racconti mettono radici, o prendono casa, in me, e mi sorprendo a cercare di continuarli in qualche modo.
Comunque: con
l'arrivo di questi esseri il mondo cambiava in quel modo radicale che
una buona parte dell'umanità desidera e ricominciava
rinnovato. Scrissi le prime cinque puntate sul blog seguita dalle mie
appassionate lettrici e dai miei sporadici lettori maschi, che sono quasi tutti altrettanti blogger che io, a mia volta, leggo con piacere. Solo in seguito pensai che era il caso di
vedere come continuava la vicenda di Paolo Giusti, sua moglie
Gigliola, sua figlia Giulia, il fidanzato di sua figlia Alan e...
ogni tanto mi saltava fra le dita che battevano sul computer qualche
nuovo personaggio, fino a delinearsi
un paesino intero e anche alcuni Cattivi... Il libro si intitola il
Parassita, perché io credo che anche se tornasse Gesù in persona
non saremmo capaci di riconoscerlo, figuriamoci un essere di scaglie
luminose come sarebbe accolto. Gli ho dato il nome di SYM, da
simbionte, ma Sim è anche la sigla del Servizio di Igiene Mentale e
spero si capisca l'ironia. Ho messo dei personaggi ispirati a
persone esistenti o esistite, come il signor Primitivi, nel quale si può riconoscere un ritratto di fantasia del maestro giardiniere
Carlo Pagani, che d'altra parte io non conosco di persona, o il prof. Goretti, che è stato un insegnante di mia figlia molto amato e
rimpianto e che io ho fatto guarire, cosa che nella realtà di questo
universo non è avvenuta.
PIANETA
DI PERLA
Il
dottor Deepak Bhat si stava preparando a rientrare sulla Terra.
Viveva da ormai sei mesi nella stazione orbitante ed era impaziente
di tornare e riabbracciare i suoi familiari e gli amici, ma una parte
di lui, lo sapeva, avrebbe rimpianto la permanenza e atteso il
momento in cui l'avrebbero comandato per un'altra missione nello
spazio. Uno dei suoi istruttori, un grosso estone dalla risata
contagiosa, durante le lezioni aveva chiamato quell'emozione il “Mal
di spazio”. Sarebbe mai tornato quassù? Per alcuni astronauti
c'era stata un'unica esperienza del genere, nel corso della vita. Si
avvicinò in volo all'oblò più vicino per ammirare ancora una volta
la Terra.
Era
meraviglioso! Una volta arrivati alla stazione orbitante non ci si
trovava apprezzabilmente più vicino ad un qualunque corpo celeste,
neppure alla Luna, l'unica distanza che si modificava in modo
sensibile era quella rispetto alla Terra e vedere il proprio pianeta,
la propria casa, da lassù, era un'esperienza indimenticabile.
Deepak si sentiva traboccare d'amore per il pianeta madre. Negli
ultimi vent'anni si era aggiunto
lo spettacolo del fenomeno dei Cicli di Flusso del SYM, nel corso dei
quali si vedeva l'atmosfera colorarsi e diventare luminescente a
causa delle particelle perlacee che a partire dalla fine del 2012 si
trovavano nell'aria. Le particelle di polvere non erano visibili se
non nei Cicli di Flusso e in quei giorni, o ore, l'aspetto della
Terra, vista dallo spazio, cambiava, avvolta com'era da una fine nube
perlacea che non impediva di vedere il pianeta, lo velava appena. Il
suo collega italiano, il maggiore Marco Parrini si avvicinò e restò
con lui a guardare:
“Un pianeta di perla...”disse.
“Oh
sì.” Restarono per un po' in silenzio, incantati.
“Ma
dimmi -disse Deepak- il fenomeno dei Cicli di Flusso è cominciato nel
2013?”
“No,
è iniziato più o meno due anni dopo, quando il SYM si è espanso su
tutto il pianeta.. già, ma tu sei troppo giovane per ricordare, sei
un ragazzino.”
“Ragazzino
non direi, ho trent'anni, una moglie e due figli e all'arrivo del SYM
avevo 8 anni!”
“8
anni. Si può dire che sei un nativo SYM. Un tempo si diceva, dei
ragazzini nati all'inizio dell'epoca dei computer, che erano nativi
digitali. Ora diciamo nativi SYM.”
Deepak
rise.
“Saremo
anche nativi SYM, ma ancora non conosciamo a fondo questi Cicli di Flusso.”
“ Ci
sono moltissime cose che ancora non conosciamo del SYM, ma se mi
chiedi se vorrei tornare a prima del suo arrivo, ti dico che non
vorrei, per tutto l'oro del mondo.“
“Ricordi
bene il tempo prima del suo/loro arrivo?”
“Perfettamente.
Ero un ragazzo di 23 anni quando tutto iniziò...” Marco sembrò
immergersi nei propri ricordi.
Deepak
disse: “Non possiamo partire finché il Ciclo non si conclude...”
“No.”
disse Marco.
“Ed
è sempre così, imprevedibile l'inizio, più o meno a cadenza
mensile, come i cicli lunari, ma non possiamo in precedenza conoscere
con precisione il giorno e l'ora, però sappiamo che in questi
periodi è meglio non viaggiare in aereo e non attraversare
l'atmosfera per non disturbare l'evoluzione del fenomeno...”
“E'
vero. Il SYM funziona come un immenso organismo. Come dici tu ancora ne sappiamo così poco. Il bello è
che anche chi si trova negli aeroporti aspetta con pazienza che il
ciclo finisca.. è una conseguenza della simbiosi, rispettare i cicli del SYM.“
Marco
guardò l'orologio e disse “ Il flusso è iniziato da poco e ha
interrotto le procedure per la partenza. Dovremo in qualche modo
usare queste ore che restano prima che finisca, ma io ho concluso
tutti i miei esperimenti e le mie rilevazioni e per una volta non ho
niente, veramente niente da fare.” Il tempo nella stazione
orbitante era accuratamente suddiviso in moltissime attività,
compreso il sonno, senza spazi vuoti.
“Potresti
raccontarmi l'arrivo del SYM..” Disse Marco, e sorrise.
Sorrise anche Deepak.
“Ho
saputo che tu conosci il racconto italiano, anche se sei indiano.”
“Proprio
così. E tu che sei italiano non lo conosci?”
“ No.
Quando tutto iniziò mi trovavo già a studiare ingegneria
aerospaziale negli USA. Quindi- Marco aprì la mano ed enumerò con
le dita- ho il racconto americano, che poi sono almeno tre, quello
cinese che è molto diffuso, ma quello italiano, di casa mia, mi
manca. ”
“Allora
sarà meglio riparare a questa mancanza. Oltretutto a me piace
moltissimo raccontare l'arrivo del SYM. Ai miei bambini credo di
averlo già raccontato almeno 4 volte, anche se il piccolo ancora non
può capirlo. Con tutti i dettagli. “
“E'
uno smacco per me non conoscerlo. In fondo io sono non solo italiano,
ma toscano e il SYM scese in Italia proprio in Toscana, intorno al
paese della Chianella.”
“Sì,
in Toscana, intorno ad un paesino della Val di Chiana,dove
l'unica cosa importante che c'era, era l'ospedale.”
“E
allora comincia, Deepak. Ti ascolto.” Marco si mise comodo,
imitando la posizione di uno che sta disteso in poltrona, solo che
lui era sospeso nell'aria.
“Vediamo se mi ricordo..” Disse Deepak Bhat.
“Vediamo se mi ricordo..” Disse Deepak Bhat.