la particella di Dio

Tempo fa, di mercoledì, tutto ciò che è interessante per me deve avvenire di mercoledì, il mio giorno libero, ho visto un film sulla Effe, "la particella di Dio", che racconta del grande lavoro di scoperta del bosone di Higgs. E' un ibrido fra un vero film e un documentario e consiglio di vederlo. Proverò a dire alcune cose, anche se ho capito proprio poco, ma mi ha provocato una lunga catena di pensieri che continua ancora. 
Il bosone di Higgs è una particella , di cui si ipotizza l'esistenza, che sta al centro di un modello detto il Modello Standard, che tenta di spiegare l'intera realtà. La sua centralità in questo modello teorico fa sì che venga chiamata la particella di Dio, nel senso che spiega e da senso a tutte le cose. 
E' una particella estremamente sfuggente tanto che per verificarne l'esistenza si è dovuto costruire quel grande anello sotterraneo chiamato HLC ( large hadron collider= grande collisore di adroni)  a Ginevra. Il film racconta il lavoro e le opinioni di alcuni fisici, fisici teorici e fisici sperimentali. I fisici sperimentali sono quelli che si occupano della grande macchina e  del suo funzionamento. I fisici teorici si occupano della teoria, ovviamente, cioè di fare ipotesi e interpretare i risultati degli esperimenti.
Le particelle subatomiche si evidenziano, negli esperimenti, misurando grandezze, o piccolezze, come in questo caso. Nel documentario si vede il momento in cui i titolari di due esperimenti condotti nell'anello dell'HLC presentano i loro risultati, una dei due era l'italiana Fabiola Gianotti, a capo dell'esperimento denominato ATLAS. I risultati erano concordanti: la particella esisteva ed era stata  "pesata", o esisteva perché si era potuto pesarla. Il valore del "peso" era di 126  GEV (gigaelettronvolt), in realtà una misura di carica elettrica, ma per la formula di Einstein l'energia corrisponde alla massa, come mi ha fatto notare la mia figlia più grande. 
Questa cosa è stata una grande gioia e ha aperto un nuovo problema. Ci si attendevano due valori diversi e molto distanti. Un valore intorno ai 140 GEV aveva un significato preciso: avvalorava la teoria detta del Multiverso, o del Caos, secondo cui la realtà in cui viviamo, in cui cogliamo un ordine e un senso, è un risultato del tutto casuale. Esistono molti altri universi, infiniti?, privi di senso e di ordine. La conseguenza di questo è che non ci sono regole e leggi da studiare e il lavoro dei fisici potrebbe finire qui. La nostra stessa esistenza, e quella del nostro pianeta e della galassia, è un caso, un tiro di dadi di un Dio folle.
Il contrario di ciò che diceva Einstein da vecchio "Dio non gioca a dadi".

Torniamo al peso del Bosone di Higgs: un altro valore previsto era intorno ai 115 Gigaelettronvolt e questo avvalorava l'ipotesi della Supersimmetria, secondo cui le cose, tutte le cose, non sono casuali, ma c'è dentro un disegno, un ordine, e questo, per i fisici, significa non tanto che c'è un'intelligenza, che pure potrebbe, ma che ha senso continuare a studiare, ad addentrarsi dentro questo disegno meraviglioso.

Il peso del Bosone, però, non è stato decisamente vicino ai due estremi previsti, ma in mezzo. Questo potrebbe significare una cosa, secondo uno di questi fisici, che il bosone sia "instabile" ed essendo al centro della realtà un suo improvviso collasso faccia sparire tutto.
Ma anche che si deve ancora studiare, con meno certezze di quello che si sperava, per vedere quale delle due teorie abbia più probabilità di essere vera, o se, invece,  ne verranno fuori di nuove.

Nel film si vede il colloquio fra due professori, uno indiano e uno dell'Università di Bologna, più anziano, che di fronte al risultato che confermava  l'esistenza del Bosone, ma l'incertezza su tutto il resto, si sentiva affranto. 
"Quarant'anni di lavoro buttati via..."diceva il fisico bolognese, che aveva lavorato tutta la vita intorno a questa cosa e ora, quasi a coronamento di una carriera, si aspettava un risultato eclatante.
"Ma no-lo consolava l'altro, indiano, e forse per questo più disposto ad accettare il non senso apparente delle cose- dobbiamo ancora studiare e fra due anni faremo una nuova serie di esperimenti, vedrai che verrà fuori qualcosa di nuovo."
"Ma io sarò in pensione..."
"Che importa? Seguirai comunque le novità, continuerai ad aggiornarti.."
"Sì, forse hai ragione.." diceva l'altro, per niente convinto, con tono sconsolato.
Questo colloquio mi ha colpito molto. Il lavoro dei fisici teorici sembra tanto interessante, e lo è, ma certe volte per un'intera vita si insegue qualcosa di inafferrabile...non è così per tutti? Una vita che sembra avere un significato, un inizio e una fine, e poi ci si accorge che è solo un pezzo di una cosa molto più grande, e senza lo sfondo sembra un frammento di una cosa incomprensibile.
Una giovane fisica, che faceva da guida allo spettatore durante tutto il filmato, diceva come nel suo lavoro non ci si possono aspettare risultati a breve termine, e che si tratta dell'impegno di una vita, se si ha la fortuna, come lei, di poter lavorare, pagati, a così alto livello.. e comunque, concludeva, "io faccio il tifo per la Supersimmetria, naturalmente". 
Da un costosissimo esperimento di fisica si salta direttamente alla filosofia: la realtà ha un senso oppure no? 
Domanda inutile? Sega mentale? Forse, ma non tanto, se continua a frullarmi in testa. In fondo è l'eterno dilemma che si pongono gli esseri umani, normalmente dotati di raziocinio, sebbene alcuni non usino la facoltà. Questi ultimi, nelle varie attività di distruzione ( di opere d'arte, mi viene in mente Palmira, per fortuna preservata e tutti i siti archeologici distrutti di recente), uccisioni di massa, corruzione, esecuzione di reati di tutti i tipi, sembrano la testimonianza tangibile della teoria del Multiverso. 
Guardando il mio giardino e l'oliveto e i boschi intorno, e me stessa che mi sforzo di tenere ordine e favorire la bellezza, vedo come il dilemma fra caos e ordine sia sempre aperto. Caso o necessità? Si domandava  Jacques Monod nella mia adolescenza.
 E' per questo che il "peso" del Bosone di Higgs sta in mezzo? Perché il mondo è sempre in bilico fra caos e ordine, razionalità e il suo contrario?....Questo dilemma sta scritto dall'inizio, nella particella al centro del tutto, è connaturato alla Realtà?
Dice Fabiola Gianotti:
  
"Quello che io vedo nella natura, la sua semplicità, la sua 

eleganza, mi avvicina all’idea di una mente intelligente 

ordinatrice"