Stapelia e suggestioni di inizio autunno









 Nella prime due foto si vede il fiore di una stapelia. La prima è mia, la seconda foto l'ho trovata in rete, bellina, vero? Non resisto, quando trovo una pianta molto stramba la devo comprare, e questa è proprio stramba, con quel fiore con la ciambella che sembra di plastica. La prima stapelia che ho avuto me la regalò la Concetta, una mia amica molto cara che portava dalla Sicilia, alla fine dell'estate, piante grasse di ogni genere. Erano tanti anni fa, più di trenta. Una volta fiorita il fiore era bello e strano, sembrava una stella tagliata da un sarto in una pelle di rospo, e puzzava. Puzzava di marcio e venivano perfino le mosche. Trovai le prime informazioni: le stapelie infatti vengono impollinate non dalle gentili e pulitissime api, ma dagli insetti necrofagi, o necrofili, insomma quelli a cui piacciono cacche e cadaveri. 
Ricordo il mio babbo che rideva, stupito dalla bellezza del fiore e divertito, quando gli raccontavo il modo di vivere opportunista e per niente leggiadro  della bella stapelia. Doveva ricordargli certi suoi conoscenti, gente che, pur di arricchirsi. metteva le mani nelle cose più schifose. (Mi viene in mente quel giro di mazzette che venivano chiamate antinfiammatori... parlavano di medicine, invece erano soldi e, sotto un certo aspetto, merda. )  Tornando alle stapelie la loro strategia è di far affidamento sull'impollinatore che sarà certamente presente al momento della fioritura e chi più affidabile delle mosche?  Le mosche ci sono sempre, dappertutto, il loro incarico è di smontare la sostanza vivente appena l'anima parte o il progetto vitale è concluso. Come si fa ad attirare le mosche? Si prende l'aspetto di qualcosa che si sta decomponendo e si puzza.
Lo scorso anno ho avuto una stapelia che aveva il fiore marrone scuro e odore di olio rancido. Trés chic. Ma l'ho persa. Si perdono in inverno, con grande facilità, avrebbero bisogno di un posto luminoso, asciutto ma non secco, moderate annaffiature, molta attenzione, luce, per svernare. Da me spesso qualcosa va storto e le perdo.