il suolo

A Paneveggio, vicino al ponte sul Travignolo, visitai un piccolo museo dedicato al suolo che mi commosse. Strano, no? , commuoversi per il suolo, eppure se sapessimo quante creature vivono e lavorano nel suolo che calpestiamo staremmo attenti perfino a dove mettiamo i piedi. Ci sono più esseri viventi che terreno inerte, sotto le nostre scarpe. Tutti vivono e lavorano per vivificare la terra, renderla fertile. Sotto di noi un universo di creature diversissime,  insetti, batteri, microrganismi, radici di piante piccolissime, ma anche di enormi alberi, che si muovono, esplorano e stanno in simbiosi con gli organi sotterranei dei funghi... si può solo dire che è meraviglioso. E' per questo che mettere le mani nella terra fa tanto bene? 
Da qualche anno i Comuni distribuiscono le compostiere per incoraggiare la pratica del recupero degli scarti, ma certo se la gente non sa bene come usarle servono a poco. Poi sembra che se non si ha una compostiera il composto non si può fare.  Io non l'ho voluta, faccio il composto fuori terra e tutto quello che mi serve è un pezzetto di campo che io stessa pulisco dalle erbacce, cosiddette erbacce, ma buone anche quelle. Qualcuno che si è informato riesce a far funzionare la compostiera. Una volta una signora che abitava nei dintorni mi chiese di dare un'occhiata alla sua compostiera per capire cosa non funzionava: aprì il coperchio e si alzò una nuvola di insetti, moscerini della frutta e mosche, mosconi di tutti i generi. E' questo che succede quando il materiale organico marcisce, si formano sostanze puzzolenti che attirano gli animali amici dei cadaveri. Dentro, uno spettacolo disarmante di roba buttata a infradiciare senza copertura. Mi misi a ridere: cos'era che non andava? Tutto. Provai a spiegare che se non metteva dentro anche qualcosa che assorbisse i liquidi, del materiale asciutto, non c'era possibilità di avere del buon composto. Ma la signora non mi ascoltò, mi sentì parlare ma non mi ascoltò. Qualche volta lo scambio, pur avendo tutti gli organi che servono perfettamente a posto, è impossibile. 
Molte persone, fra cui anche io parecchi anni fa, pensano che la natura sia abile e perfetta senza il nostro intervento, ma anche se osserviamo gli animali vediamo che praticano vere e proprie tecniche per migliorare certi processi utili alle loro esistenze. Anche loro, che ci sembrano più natura di noi, imparano a migliorare la natura.

I libri di biodinamica sono in gran parte dedicati a questo: la cura del suolo, del terreno. Sembra noioso, ma è basilare. Quando si cura il suolo, o si risana, se ne avvataggiano anche le creature che ci vivono. Una volta sentii una conferenza dell'associazione "Suolo e salute" (per l'appunto). Il relatore raccontava di una mandria di vacche ammalate, a cui mancavano certi minerali importanti per la salute. Avevano provato a inserirli nella dieta, ad aggiungerli ai foraggi, ma non riuscivano ad assimilarli. Dopo vari tentativi andati a vuoto a qualcuno era venuta l'idea di usare una concimazione per i pascoli che contenesse quei sali minerali. Le erbe li avevano assorbiti e elaborati, e le vacche avevano mangiato quelle erbe ed erano guarite, riuscendo a assimilare quello che serviva  per star bene.
 
Compostare, si può imparare a farlo anche con raffinatezza. Questo insegnava il libretto sul composto dell’editrice antroposofica, che non ho più, prestato a qualcuno e mai tornato indietro. Faceva parte dei quaderni di biodinamica. Lo devo ricomprare. Poi avevo, e ho ancora, un altro libro semplice che si intitola “l’orto e il giardino, come coltivarli con metodo biologico” ed è un libro americano, scritto dai redattori di una rivista che si chiama “organic gardening and farming”. Gli americani, si sa, sono pragmatici. Quando studiavo materie scientifiche il prof di analisi matematica diceva che nelle nostre università le dimostrazioni dei teoremi erano lunghe e non si saltava neanche un passaggio, così si poteva essere certi del risultato. Nelle università americane, invece, diceva lui, le dimostrazioni sono intuitive, i passaggi si saltano con disinvoltura. Questo libretto in questo senso è molto americano ed è adatto ad un primo approccio col biologico, e a un antigiardiniere. E’ da questo libretto che ho imparato a usare in modo non ortodosso il tagliaerba, e ho anche imparato che mettere nel composto materiali diversi lo arricchisce. Ogni materiale contiene qualche sostanza particolare. Per una pasticciona a cui piace recuperare era una scoperta, e dava, come dirlo altrimenti, il permesso, di pasticciare! Diceva che i capelli umani contengono moltissimo azoto e che se ben umificati si compostano bene, si può fare un accordo con un barbiere, per passare a ritirarli. Mi veniva da ridere! Mi immaginavo di ritirare sacchi di capelli dalla mia parrucchiera. E tutti quelli tinti, che è più roba chimica artificiale che altro? Meglio di no.
Parlava anche delle bucce di banana,  degli scarti della lavorazione del cacao e di accordi fatti con venditori e supermercati per poter ritirare grandi quantità di materiale organico. Sull’onda dell’entusiasmo feci una stupidaggine. Vicino al posto dove lavoravo c’era un supermercato che vendeva pesce fresco. Quando lo compravo vedevo che scartavano le interiora, le code, le teste, e buttavano tutto in dei sacchi azzurri. Gli scarti di pesce compostati sono ottimi per le piante. Un giorno intorno alle due andai a frugare in uno dei loro bidoni. Per fortuna in giro non c’era nessuno. Caricai in auto uno di questi sacchi puzzolenti pensando di trovarci un tesoro di scarti di pesce, ma c’era soprattutto carta. Quel poco lo aggiunsi comunque al composto. Non avevo pensato ai cani, i nostri cani. L’odore gli piacque moltissimo e ci si rotolarono sopra.
L’istinto del cane è di coprirsi di odori tremendi per confondere le prede e non far sentire il proprio, di odore. Il giorno dopo puzzavano come una pescheria andata a male. Mi sentii così stupida per non averci pensato. E se ci penso bene mio marito e le mie figlie hanno avuto una pazienza... per fortuna i cani dormivano fuori e poi li lavammo tutti. Gli esperimenti finirono lì e anche i sogni di procurarmi materiali gratuiti di scarto e fare enormi cumuli di magico compost che rendeva la terra fertilissima, come la scatolina con la manciata di terreno del bosco di Lorien che la fata Galadriel regalò a Sam Gangee nel Signore degli anelli. Darei non so cosa per quel cofanetto.