anziani

Avevo portato la Gwendy, una delle  gatte anziane, dal veterinario, come dicevo in uno dei post precedenti, e eravamo tornate con la diagnosi di malattia terminale. Mi viene l'ansia quando uno dei miei animalini sta male. Non parlano, lo dico sempre, e non possono dire se e quanto soffrono. L'idea che soffrano in modo insopportabile mi tormenta, che succeda qualcosa di brutto, non tanto morire, che sarebbe una conclusione, ma un dolore a cui non posso rimediare. Dalla dott. Batazzi, la veterinaria, c'eravamo andate il 23 gennaio. Per un mese ho quasi "spiato" i segnali per capire se dovevo portarla di nuovo, a sopprimere, questa volta. Una volta ho telefonato per dire che aveva vomitato diverse volte e sembrava che non riuscisse più a trattenere niente. La dottoressa mi disse che avrei capito da sola quando era il momento, che me l'avrebbe detto la gatta. Detto, si fa per dire. Avevo pensato dove seppellirla e volevo preparare la piccola fossa...bé, ora sono quasi 2 mesi e la Gwendy sopravvive, mica tanto male. Dice Mauro che si è accorta delle nostre attenzioni e le ricambia, a modo suo. Si potrebbe dire che campa per farci piacere. La mattina quando scendo in cucina mi viene incontro, sa che le do da mangiare, ma anche la accarezzo e ci parlo. Mai comprate scatolette per gatti se non in casi eccezionali e ora è tutta una scatoletta. Le scatolette le mangia più volentieri, ma l'altra sera a cena con Mauro ha gradito molto anche la mortadella. Ora quando sente un odore che le piace non si fa scrupolo a chiedere. I gatti sono sensibili agli odori molto più dei cani, di più lei che ha un problema al fegato. Mangia, non vomita, sta sul divano. Non si lava più, solo un pò il muso dopo mangiato. Se anch'io sono sul divano mi viene vicino, qualche volta in collo, per pochi secondi, ma è una grande manifestazione di affetto, perchè è stata capogatto per molti anni e è una leader naturale, non da tanta confidenza. Il sole del mattino forma delle chiazze di luce e calore entrando dalle finestre e lei si piazza in una di quelle. Sembra un fantasmino, magra, spiritata, spelacchiata, ma viva, e l'anima è rimasta quella. Ora convive piuttosto pacificamente con le altre gatte, perfino con la Pipa, e nel ruolo di capogatto è subentrata, a sorpresa, la Secchetta, che caccia con decisione gli estranei dal territorio di casa. A volte la Gwendy esce, nelle ore di sole, e se sono fuori viene a vedere i miei lavori in corso. Fa moltissimo le fusa. Una volta leggemmo che quando stanno male fanno le fusa per consolarsi da soli, ma a me pare che sia abbastanza contenta. Quando se ne andrà sarà davvero il momento adatto, non come altre bestiole che hanno lasciato un senso di incompiutezza, di grande rimpianto. Questa cosa da un colore a questo periodo, è l'attesa, di una cosa che deve accadere e altre più belle che spero accadano presto, di cui non parlo per scaramanzia e anche per non sentirmi dire che non accadranno mai.

Ho lavorato molto fuori in giardino. Ho tolto, fatto largo. Avevo bisogno di fare spazio, il giardino è fatto di terrazze relativamente piccole e non possono essere troppo ingombre. Le piante devono potersi sviluppare bene senza essere assediate da legioni di settembrini, per esempio. Fra un pò fiorirà il viburnum Burkwodii, uno di quelli profumatissimi, e gli ho tolto d'intorno un sacco di roba, così si vede e si sente. Purtroppo la stagione è molto secca e la pioggia non arriva. Ho trapiantato alcuni arbusti che erano in vaso, ho ripulito il secco e tolto i rovi in certi punti difficili dove per loro è naturale insediarsi. I rovi arrivano spesso alla base delle altre piante, dove per toglierli devi sbarbare quella che invece vorresti tenere. Sono stata moltissimo sola e anche al lavoro non ho parlato quasi niente. Se non un pò col filippino. Imparo molto sui filippini, su questo in particolare e anche in generale. E' una società in cui comandano le donne, non so fino a che punto ma parecchio. Ho imparato delle cose sul loro attuale presidente Duterte, di cui il nostro filippino è un fan sfegatato. Da quello che ho capito è un misto fra Mussolini e un frate francescano.

Ci sono cose che è meglio non dire, figuriamoci scrivere. L'ho imparato a mie spese, e da poco tempo, perchè c'è chi si sente danneggiato anche se trova qualcosa di scritto che pensa sia riferito a lui e non lo è, o lo è ma con umorismo e affetto. Va bene lo stesso, le lezioni finali sono sempre le più difficili da mandar giù, ma bisogna continuare a imparare finchè siamo vivi. 
Premesso questo,  e premesso anche che è appunto con ironia e un pò di affetto che racconterò quello che sto per scrivere, un paio di mesi fa ero sola in giardino verso le due e mezzo di pomeriggio quando ho sentito un rumore come di una sega, una sega a mano, un pò più in alto di dove ero io. Tratrà, tratrà, tratrà.. è il rumore della sega. Mentre mi chiedevo chi e dove poteva essere questo che segava, sono salita all'ingresso e c'era il nostro vicino, ottant'anni compiuti e una recente operazione a una gamba, che aveva appoggiato una scala alla nostra quercia del cancello e stava in cima a segare un ramo. Non un rametto, un ramo di una certa dimensione, tipo dieci centimetri di diametro. Questa quercia, ci disse, molti anni fa, di averla allevata lui al cancello, potata e mandata in alto anche se non era nel suo. Ora sono 18 anni compiuti che siamo qui e ce ne siamo occupati noi, ma è molto alta a da qui in poi sarà un problemino potarla. Ci siamo molto affezionati. 
Ero stupefatta. Gli ho chiesto che stava facendo. 
Sego questo ramo.
Questo lo vedo. Ma perché?
Me da noia. 
Come gli da noia?
Fa cascare le foglie sulla strada.
Ho scosso la testa e ho preso quell'attimo che serviva per pensare e ricacciare indietro una certa rabbia che stava cominciando a montarmi dentro. Ma si sentiva bene dalla voce.
Tutta la quercia fa cadere le foglie sulla strada. La vuole segare alla base?
Ha fatto un risolino. 
No, solo questo ramo. (Intanto, ho pensato io) 
Ma la quercia è nostra.
Lui ha continuato a ridacchiare. 
Io non ci vengo a segare le piante a casa sua, almeno poteva chiedere il permesso.
Ora scendo.
No, ora finisce, perchè se quel ramo mezzo segato cade in testa a qualcuno o sulla macchina di uno che passa i danni li chiedono a noi, mica a lei. Perché la quercia è la nostra.
No no, 'un cade, ora scendo. 
Alla fine è sceso e io sono venuta via che mi era venuto un gran nervoso.
Direte che era una sciocchezza, e infatti ora mi viene da ridere, ma bisogna pensare che ogni cosa rimanda ad altre accadute in precedenza e io ho un elenco di fatti antichi per niente piacevole, accaduti in un altro posto.  Qui si stava tranquilli, ma forse era un'illusione. Ho collegato un pò di cose, per esempio che lungo questa stradina che condividiamo lui taglia tutto quello che sporge, rami della rosa banksiae gialla (senza spine!) e ciuffi della mia amata clematide. Non gli avessero a graffiare la macchina. Non gli abbiamo mai detto niente. Forse è questo l'errore. Dall'altra parte ha fatto fuori l'edera che copriva la rete di confine, di là ci sono le sue galline che devono prendere il sole. Galline verso le quali non ho nessun risentimento, s'intende, difatti spesso gli do il pane avanzato per loro. Per l'appunto lì, in quell'altro confine delle galline, avevo messo un'altra rosa banksiae bianca che dopo alcuni anni improvvisamente si seccò. Mi sembrò strano che si fosse seccata e ora mi viene il sospetto che ci abbia buttato un pò di diserbo, di là dalla rete. Magari anche quella faceva ombra. Usa diserbo e veleni con grande naturalezza, come tanti in campagna.  Non abita qui, ci viene di pomeriggio durante la settimana. Quando viene raccatta le foglie della stradina. Un giorno mi ha detto che in campagna è un casino. 
Un casino perchè, ho detto io. 
Perchè cadono un sacco di foglie, 'un se riesce a tenere pulito. Mi ha ricordato i vicini di una famiglia di amici che appena iniziava l'autunno stendevano un telo di plastica perché le foglie degli alberi non cadessero sull'erba.
Che c'è lui si capisce dal puzzo di bruciato, fa diversi fuochi sulla via per bruciare queste foglie maledette. Per fortuna son cadute quasi tutte e fra poco si aprono quelle nuove. Un giorno mi spiegò come dovevo potare l'albero di Giuda. Anche quello disse di avercelo messo lui, tanti anni fa e ora però gli da noia, per le foglie e anche perché secondo lui è troppo alto. Disse di accorciarlo tutto,  intorno a casa sua fa così. A me le piante piacciono alte, grandi e libere. Visioni molto diverse. Vedete, ho esposto, non ho criticato. Si potrà ancora esporre quello che ci capita? E ora come vi pare, o vi innervosite o vi scappa da ridere.