piante che camminano

Delle piante, soprattutto degli alberi, si sa che sono ancorati a terra. A me sembra, in certe visioni rovesciate che mi capita di avere, che emergano dalla terra, ne siano una diretta espressione, la Terra viva fa emergere una propria creatura, qualcosa che le appartiene, per alzarsi attraverso di essa verso il cielo, approfittare della luce del sole, giocare col vento. Ma anche essere offesa dalla grandine, bruciata dal calore estremo...
Ci sono però piante che camminano, l'ho notato nella mia esperienza. Un modo semplice per camminare è fare i semi, e questo è scontato, semi che volano col vento, che hanno uncini per attaccarsi alle pellicce degli animali e camminare con loro, semi buoni da mangiare per gli uccelli, e allora nascono piantine nuove dove depongono le loro feci... 
Qui da me c'è un susino spontaneo, un alberello che fa prugne gialle allungate e anche buone, ma ne fa poche da fartele sospirare, e si ammala anche, l'alberello, e muore, pensi che non ci sia più e rispunta un pò più in là, anche due o tre metri più in là. Lo lascio fare e dopo due anni è un nuovo alberello con bei fiorellini e queste rare prugne gialle. Ora è nato e cresciuto in cima a un greppo (greppo, cioè declivio ripido fra due livelli differenti ) e in un altro paio di posti e sta lì piuttosto bene. Ciò che è molto attivo e vitale, in questo susino, sono le radici. Un susino che cammina e si espande, fa come vuole e non c'è verso di programmare una piantagione nei suoi dintorni perchè spesso dove volevi mettere una pianta ci rinasce lui.

Ho anche un paio di rose che camminano. Una era qui da prima che arrivassimo noi, dietro la casa, in ombra, una rosa antica, di quelle che fioriscono abbondantemente una volta all'anno, poi raramente un fiore qua e là,  doppio, rosa acceso con i petali esterni più chiari, bellino. Ne presi un pezzettino scavando, per provare a riprodurla in giardino, e in pieno sole è venuto un grosso cespuglio indomabile che si espande molto intorno. Sono un pò di anni che l'ho riprodotta, in inverno ho cercato di contenerla con una zappatura un pò energica e il taglio alla base di tutti i rami più esterni. Adesso sembra più grossa dell'anno scorso. Anche questa in qualche modo cammina, perché si allarga moltissimo. Pensavo fosse una "Roxburghii plena" apparsa sull'ultimo Gardenia, ma non credo, anche se le somiglia molto. Certe rose per me è impossibile identificarle. 

Poi c'è una "Nuits de Young", comprata a Mondo Rose. Antica, una muscosa del 1845, molto spinosa, di un bellissimo viola scuro a centro giallo, difficile da potare, non so se accorciare o diradare, faccio quello e quell'altro. E' innestata, ma lo stesso è rispuntata da sopra e sotto l'innesto, da sotto escono qua e là rami di un portainnesto non identificato che cerco di tagliare tutti, da sopra esce fitta anche a due metri di distanza la Nuits de Young, che ora fiorisce anche in queste propaggini. Cammina e spunta fra i rami della Pat Austin, che le è vicina e è molto disciplinata, sta al posto suo e subisce le invasioni come una madonnina penitente.

La Perowskia, questa pianta molto aromatica che chiamano anche salvia dell'Afganistan, cammina moltissimo. La mia è vissuta e invecchiata in un posto molto asciutto, d'altra parte qui da me quando non piove è molto asciutto dappertutto,  e questa pianta è adatta, viene da posti semi desertici. Poi si vede che lì aveva un po' esaurito le risorse e ha cominciato a spuntare in giro anche a notevole distanza. Il risultato con queste piante invadenti è che quelle più tranquille subiscono l'attacco e piano piano spariscono. Il giardiniere, secondo la mia visione, deve difendere i più deboli e rari, in giardino come nella vita, e se necessario tutelarli e spostarli, se non vuole finire per coltivare solo i prepotenti. Riguardo alla capacità di espandersi delle piante, uno degli esseri viventi più grandi al mondo e nello stesso tempo più antichi è un bosco di pioppo tremulo nello Utah, USA, a cui ricercatori hanno dato il nome di Pando. Un bosco che ha camminato parecchio, si è espanso e è sopravvissuto a moltissime avversità grazie alla capacità rigenerativa delle radici, nel corso di 80000 anni, forse molto di più.