Covid 19, post 2, la civiltà comincia con la Medicina
Certe comunità umane con le loro abitudini alimentari e igieniche, le pratiche, le credenze, i riti, insomma con la propria cultura, sarebbe meglio restassero isolate? Se i cinesi che mangiano i pipistrelli fossero stati una tribù isolata la storia del Covid 19 non si sarebbe verificata, o sarebbe stata rimandata. Ma questi cinesi vivono vicino a Wu Han, o proprio lì, che è immensa e probabilmente si è allargata a una tale velocità da arrivare vicino alle zone selvagge e divorarle. Mi ricorda quando ero piccola negli anni sessanta e vedevo la città avanzare e distendersi sulla campagna, cancellarla. Accadeva velocemente, da un giorno all'altro vedevi crescere palazzi come funghi.
L'alternativa rispetto all'isolamento di queste comunità umane è per forza integrarsi, e cioè scomparire, essere assorbiti, perdere l'identità. E' successo, o sta succedendo, con gli indiani americani, con gli aborigeni australiani...Vediamo nei documentari i Masai con i telefoni cellulari. Hanno le lance per cacciare, hanno l'abitudine di bere il sangue degli animali e hanno il telefono cellulare. Sono senz'altro un valore queste popolazioni, un tesoro inestimabile per tutta l'umanità, eppure quando vengono a contatto con il mondo attuale si disintegrano, come entità che finchè vivono a modo loro dimostrano una forza straordinaria, e quando hanno scambi importanti dimostrano una altrettanto grande fragilità, si disfano, si polverizzano. E se non lo fanno, se non si adeguano, magari succede un guaio come con la diffusione di un virus che se ne stava tranquillo e abbastanza innocuo in una foresta e lì sarebbe rimasto, senza fare danni, chissà per quanto altro tempo.
Torno al prof Silvestri e al suo articolo:
2. COVID-19 NEI BAMBINI. Lo studio comprensivo della infezione COVID-19 nei bambini cinesi dimostra che su 2145 casi totali oltre il 90% erano asintomatici, lievi o moderati, con un solo decesso riscontrato, per una letalità dell’infezione – definita come numero di morti diviso per il totale dei casi – che è, per gli infettati sotto i 18 anni, pari a 0,05%.
3. LETALITA’ DI COVID-19. Mentre i morti aumentano drammaticamente sia in Italia che in altri paesi, è importante ricordare che sulla base dei dati complessivi a disposizione la letalità è stimata inferiore al 2%, il che significa che il 98% delle persone infettate guariscono (Fauci AS, comunicazione personale). Il numero alto di morti che osserviamo in questi giorni è pertanto da relazionare al numero alto di persone infettate, spesso con sintomi lievi o addirittura senza sintomi. Ricordo anche che tutti i dati disponibili confermano che la stragrande maggioranza dei decessi ha più di 60 anni e presenta co-morbidità importanti (diabete, ipertensione, COPD, cardiopatia ischemica, etc).
E' una delle cose più discusse in questi giorni, il fatto che questa sia una malattia degli anziani. Sono anziana anch'io e ne posso parlare con una certa libertà. E' un argomento delicato e complicato, e come tale interessante.
I primi giorni dicevano: "colpisce soprattutto gli anziani", come fosse meno grave.
Poi la gente si è arrabbiata.
Perché, gli anziani non sono importanti?
Ma certo che lo sono! Restiamo umani!
Poi hanno cominciato a scarseggiare i posti nelle terapie intensive e si diceva che i medici dovevano scegliere chi curare, girava un documento degli anestesisti che si appellavano alla deontologia professionale per scegliere chi aveva più probabilità di sopravvivere.
Ora io credo che questa sia una cosa che i medici fanno tutti i giorni, scelte obbligate, e che non ce le vengono a raccontare. Talvolta anzi ho la sensazione opposta, che si voglia far sopravvivere per forza qualcuno che non ha speranza, rimandandolo poi a casa dai parenti che fanno una fatica enorme a prendersene cura.
Una volta quando lavoravo in negozio ( ho avuto un negozio di alimenti bio per molti anni, quando non si guadagnava niente) venne una signora che cercava dei cibi per un problema alimentare.
Che problema ha? Le chiesi.
Era stata irradiata per un tumore alla lingua. La terapia le aveva seccato le ghiandole salivari.
Era viva, ma non riusciva a mangiare quasi niente perchè non produceva saliva. Immaginate cosa significa: non si può più impastare il cibo, non si riesce a bagnarlo con questo liquido che fa, a tutti gli effetti, una prima digestione. Non sentiva più nemmeno i sapori degli alimenti. Aveva chiesto al medico come poteva fare, ma il medico era contento dei risultati, era viva, e come alimentarsi erano abbastanza affari suoi.
La ascoltai. Era piuttosto aggressiva, come se anch'io avessi contribuito a farla star male. Mi irritai un pochino, tutta quella rabbia scaraventata addosso mi dava molto fastidio, ma capivo il problema e cercai comunque di darle un minimo aiuto.
Racconto le cose come sono: se ne andò lasciandomi una sensazione di impotenza e anche di fastidio. Qualche giorno dopo tornò con una cosa che aveva fatto all'uncinetto, un regalo per me. Perché ero stata gentile, disse. A me non sembrava per niente di esserlo stata e mi commosse parecchio. Poverina, chissà come è andata a finire la sua storia. Sono un successo della medicina, mi disse con amarezza. Aveva la mia età di ora.
Il punto è anche che oggi i mezzi di comunicazione devono essere sempre presenti, di qualcosa si deve parlare, e ora che la gente è a casa, tutto il giorno si parla di questo e se un problema non c'è, si crea o si propone. Veramente ora di problemi ce ne sono fin troppi. Però sembra che qualcuno li scelga, ci danno in pasto un argomento come un osso al cane, questo sembra a me, e quando l'abbiamo rosicchiato eccone un altro. Essere informati è utile ma questa roba non è informazione, non tutta, oltretutto elaborata da gente che non ha la competenza.
In questi giorni la mia amica blogger Cinzia Bizzarro Valletta ha pubblicato su facebook un post molto bello che si rifà al lavoro dell'antropologa Margareth Mead, la quale dice, parlando dell'inizio della civiltà, che non inizia quando si costruisce uno strumento, ascia o coltello o pentola. Inizia quando negli scheletri degli individui ritrovati si vede un femore rotto e risaldato, guarito. Significa che qualcuno ha messo le sue energie nella protezione e nella cura di quell'individuo, permettendogli di guarire.
La civiltà comincia con la medicina?
Non ci avevo mai pensato, mi sembra molto bello.
E per inciso lo fanno anche molti animali, siamo civili come loro, anche se non tutti gli animali costruiscono città ( civile viene da civis, abitante della città). I Greci avevano un Dio, Asclepio, per la medicina. Ora qui ci vorrebbe l'aiuto della mia figlia filosofa, esperta di dei, simboli e religioni...
L'Italia è un paese anziano, su questo non ci piove, e la cosa ha le sue conseguenze, sul piano pensionistico, sanitario e per mille altri aspetti. L'ha detto con disprezzo Bolsonaro, il fascista, che da noi per forza ci sono tante vittime, siamo troppo vecchi. Certo un paese di anziani bisogna aspettarsi che in una circostanza come questa abbia una mortalità più alta della Cina, dove la media è più giovane. E che sia anche molto più impegnativo curarli.
L'alternativa rispetto all'isolamento di queste comunità umane è per forza integrarsi, e cioè scomparire, essere assorbiti, perdere l'identità. E' successo, o sta succedendo, con gli indiani americani, con gli aborigeni australiani...Vediamo nei documentari i Masai con i telefoni cellulari. Hanno le lance per cacciare, hanno l'abitudine di bere il sangue degli animali e hanno il telefono cellulare. Sono senz'altro un valore queste popolazioni, un tesoro inestimabile per tutta l'umanità, eppure quando vengono a contatto con il mondo attuale si disintegrano, come entità che finchè vivono a modo loro dimostrano una forza straordinaria, e quando hanno scambi importanti dimostrano una altrettanto grande fragilità, si disfano, si polverizzano. E se non lo fanno, se non si adeguano, magari succede un guaio come con la diffusione di un virus che se ne stava tranquillo e abbastanza innocuo in una foresta e lì sarebbe rimasto, senza fare danni, chissà per quanto altro tempo.
Torno al prof Silvestri e al suo articolo:
2. COVID-19 NEI BAMBINI. Lo studio comprensivo della infezione COVID-19 nei bambini cinesi dimostra che su 2145 casi totali oltre il 90% erano asintomatici, lievi o moderati, con un solo decesso riscontrato, per una letalità dell’infezione – definita come numero di morti diviso per il totale dei casi – che è, per gli infettati sotto i 18 anni, pari a 0,05%.
3. LETALITA’ DI COVID-19. Mentre i morti aumentano drammaticamente sia in Italia che in altri paesi, è importante ricordare che sulla base dei dati complessivi a disposizione la letalità è stimata inferiore al 2%, il che significa che il 98% delle persone infettate guariscono (Fauci AS, comunicazione personale). Il numero alto di morti che osserviamo in questi giorni è pertanto da relazionare al numero alto di persone infettate, spesso con sintomi lievi o addirittura senza sintomi. Ricordo anche che tutti i dati disponibili confermano che la stragrande maggioranza dei decessi ha più di 60 anni e presenta co-morbidità importanti (diabete, ipertensione, COPD, cardiopatia ischemica, etc).
E' una delle cose più discusse in questi giorni, il fatto che questa sia una malattia degli anziani. Sono anziana anch'io e ne posso parlare con una certa libertà. E' un argomento delicato e complicato, e come tale interessante.
I primi giorni dicevano: "colpisce soprattutto gli anziani", come fosse meno grave.
Poi la gente si è arrabbiata.
Perché, gli anziani non sono importanti?
Ma certo che lo sono! Restiamo umani!
Poi hanno cominciato a scarseggiare i posti nelle terapie intensive e si diceva che i medici dovevano scegliere chi curare, girava un documento degli anestesisti che si appellavano alla deontologia professionale per scegliere chi aveva più probabilità di sopravvivere.
Ora io credo che questa sia una cosa che i medici fanno tutti i giorni, scelte obbligate, e che non ce le vengono a raccontare. Talvolta anzi ho la sensazione opposta, che si voglia far sopravvivere per forza qualcuno che non ha speranza, rimandandolo poi a casa dai parenti che fanno una fatica enorme a prendersene cura.
Una volta quando lavoravo in negozio ( ho avuto un negozio di alimenti bio per molti anni, quando non si guadagnava niente) venne una signora che cercava dei cibi per un problema alimentare.
Che problema ha? Le chiesi.
Era stata irradiata per un tumore alla lingua. La terapia le aveva seccato le ghiandole salivari.
Era viva, ma non riusciva a mangiare quasi niente perchè non produceva saliva. Immaginate cosa significa: non si può più impastare il cibo, non si riesce a bagnarlo con questo liquido che fa, a tutti gli effetti, una prima digestione. Non sentiva più nemmeno i sapori degli alimenti. Aveva chiesto al medico come poteva fare, ma il medico era contento dei risultati, era viva, e come alimentarsi erano abbastanza affari suoi.
La ascoltai. Era piuttosto aggressiva, come se anch'io avessi contribuito a farla star male. Mi irritai un pochino, tutta quella rabbia scaraventata addosso mi dava molto fastidio, ma capivo il problema e cercai comunque di darle un minimo aiuto.
Racconto le cose come sono: se ne andò lasciandomi una sensazione di impotenza e anche di fastidio. Qualche giorno dopo tornò con una cosa che aveva fatto all'uncinetto, un regalo per me. Perché ero stata gentile, disse. A me non sembrava per niente di esserlo stata e mi commosse parecchio. Poverina, chissà come è andata a finire la sua storia. Sono un successo della medicina, mi disse con amarezza. Aveva la mia età di ora.
Il punto è anche che oggi i mezzi di comunicazione devono essere sempre presenti, di qualcosa si deve parlare, e ora che la gente è a casa, tutto il giorno si parla di questo e se un problema non c'è, si crea o si propone. Veramente ora di problemi ce ne sono fin troppi. Però sembra che qualcuno li scelga, ci danno in pasto un argomento come un osso al cane, questo sembra a me, e quando l'abbiamo rosicchiato eccone un altro. Essere informati è utile ma questa roba non è informazione, non tutta, oltretutto elaborata da gente che non ha la competenza.
In questi giorni la mia amica blogger Cinzia Bizzarro Valletta ha pubblicato su facebook un post molto bello che si rifà al lavoro dell'antropologa Margareth Mead, la quale dice, parlando dell'inizio della civiltà, che non inizia quando si costruisce uno strumento, ascia o coltello o pentola. Inizia quando negli scheletri degli individui ritrovati si vede un femore rotto e risaldato, guarito. Significa che qualcuno ha messo le sue energie nella protezione e nella cura di quell'individuo, permettendogli di guarire.
La civiltà comincia con la medicina?
Non ci avevo mai pensato, mi sembra molto bello.
E per inciso lo fanno anche molti animali, siamo civili come loro, anche se non tutti gli animali costruiscono città ( civile viene da civis, abitante della città). I Greci avevano un Dio, Asclepio, per la medicina. Ora qui ci vorrebbe l'aiuto della mia figlia filosofa, esperta di dei, simboli e religioni...
L'Italia è un paese anziano, su questo non ci piove, e la cosa ha le sue conseguenze, sul piano pensionistico, sanitario e per mille altri aspetti. L'ha detto con disprezzo Bolsonaro, il fascista, che da noi per forza ci sono tante vittime, siamo troppo vecchi. Certo un paese di anziani bisogna aspettarsi che in una circostanza come questa abbia una mortalità più alta della Cina, dove la media è più giovane. E che sia anche molto più impegnativo curarli.