Covid 19, Lao Tzu: sventolare le bandiere ( giuste!), post 5
Lao Tzu dice: quando le truppe sono smarrite, disorientate, bisogna sventolare le bandiere.
E' stato fatto questo, in questo lungo periodo, sono state sventolate le bandiere. Da noi, quelle italiane. In un modo anche sdolcinato, certe volte disgustoso, spesso commovente, soprattutto i primi giorni. Sventolare le bandiere è una metafora, si può anche dire che si è cercato di rinsaldare l'unità nazionale, e ricreare un'identità che spesso ci sfugge. C'è chi dice che abbiamo ancora da crearla, un'identità nazionale. Avevamo bisogno di sventolare la bandiera e anche ci veniva spontaneo, sotto l'attacco di un affarino invisibile capace di far morire tanta gente.
L' Italia vista dall'Italia.
L'Italia è lunga e percorrendola tutta ci si accorge quanto sia diversa. Noi che viviamo in Toscana vediamo noi stessi, e vediamo il resto del mondo da qui. Siamo polemici e scontenti, non ci piace la nostra sanità e vorremmo sempre migliorarla. Ma funziona molto bene, fossimo capaci di vederla da altri punti di vista. Mia figlia dal Galles l'ha abbastanza rivalutata. Noi qui ci arrabbiamo per esempio perché se chiediamo un appuntamento a uno specialista attraverso il servizio pubblico dobbiamo aspettare dei mesi, ma se, sempre nell'ambito pubblico, siamo disposti a pagare la visita e non solo il ticket, allora l'attesa diminuisce moltissimo e veniamo trattati senz'altro un po' meglio. Siamo anche arrabbiati perché ci rimandano a casa prestissimo, dopo una malattia, dopo un'intervento, e la cura del malato dichiarato più meno guarito viene scaricata sulle famiglie. Ma non capita che arriviamo in ospedale e ci mettano per terra in un corridoio, o che troviamo sporco nella camera o nel bagno.
Poi ogni tanto vediamo in tv servizi sulla sanità del sud e ci viene da piangere. La Governatrice della Calabria ha avvisato a inizio emergenza, "Attenti perché se il virus arriva qua son problemi, ci sono le nostre criticità, non siamo preparati". Come dire: se ci ammaliamo sono affari vostri, non nostri. Sono affermazioni inaccettabili da chi governa una regione. Le loro criticità sono emergenze costanti, cioè disastri.
Noi siamo in Italia e ci vediamo da qui, ma se ci vedessimo da sopra? Da un drone che resta sopra il territorio nazionale però lo vede tutto. Vedremmo un'Italia ancora divisa quasi a metà, dove accadono strane cose. Nella metà di sopra a causa del Covid 19 sono morte moltissime persone, proprio dove ci sono le eccellenze sanitarie nazionali, e dove le strutture private sono tanto importanti. Ma abbiamo visto che funziona piuttosto come un'azienda che è finalizzata al profitto, e in un'emergenza come questa ci volevano strategie di sanità pubblica, che sembra, per esempio, che la Russia abbia conservato dai tempi dell'URSS. Ho sentito parlare una signora che lavora per l'OMS in Russia e descriveva i comportamenti che venivano attuati, non tanto negli ospedali, ma fuori, per impedire che il contagio si allargasse. Gli stessi comportamenti adottati in Corea del Sud e imparati durante un'altra crisi sanitaria, quella di una Sars.
Nella metà di sotto dell'Italia la malattia, in data di oggi, cioè primo aprile 2020, quasi un mese che io sono a casa, non è ancora esplosa. Lo farà? O resta legata non solo all'età elevata della popolazione, ma anche al lavoro? Pare che al nord la diffusione sia dovuta al fatto che si sono tenute aperte le attività produttive, una scelta fatta dal governatore leghista su pressione degli imprenditori.
Dal sud, da un ospedale di Napoli, è invece arrivata la sperimentazione di un farmaco ormai notissimo usato per l'artrite reumatoide, che si è rivelato efficace per abbassare la forte infiammazione nei malati di polmonite da Covid 19. Grazie Napoli!
Dunque: segnali contrastanti e diversi dalle due Italie, che dopo un mese o due di pandemia, dipende da dove si situa l'inizio, si pongono il problema del dopo, e chiede, l'Italia di nuovo unita, aiuto alla più grande Europa. L'Europa risponde picche, anche se è davanti a tutti quei morti, a tutte le persone che si sono sacrificate e continuano a farlo, lavorando negli ospedali e in tutte le attività di supporto. Certo la signora Von Der Leyen non è qui a vedere e ancora non si rende bene conto.
Allora che si fa? Si sventolano di nuovo le bandiere, ci si riunisce intorno ai vessilli, ai simboli, alle figure di riferimento, il presidente Conte, il presidente Mattarella, il Papa. Un attore famoso, Tullio Solenghi, molto arrabbiato per i rifiuti dell'Europa, fa un video pieno di astio su Facebook. Poi, visti i risultati, ritratta. Ero arrabbiato, dice, e si può capire che era il suo modo di sventolare la bandiera.
Grazia Agostini è una deliziosa signora che lavora per il ministero dei beni Culturali, la conosciamo per il suo blog "Senza dedica". Toscana di origine vive fra Bologna, dove lavora, Bruxelles, dove abita con il marito Thomas che lavora per la comunità europea, e la Germania, dov'è la famiglia di origine del marito a cui è molto affezionata. Per questi motivi ha una visione molto europea della questione e ha scritto questo post su Facebook.
Ho visto cose che, da essere umano, non avrei mai immaginato:
- ho visto Barbara D’Urso e Matteo Salvini pregare insieme in prima serata
- ho visto personaggi dello spettacolo in disuso discutere con i virologi più illustri e pretendere di aver ragione
- ho visto amici insospettabili condividere un video pieno d’odio di un attore in declino
- ho visto gente credere ai complotti (della Cina, degli USA, della Big Pharma) sull’origine del Coronavirus
- ho visto gente che pensa di essere furba se non sta alle regole
- ho visto livore ingiustificato contro altri popoli europei
- ho visto spettacoli indegni...
E tutto questo mi rimarrà in mente e non andrà perduto nel tempo come lacrime nella pioggia
È tempo di uscirne e di guarire (se ce la facciamo) perchè certe infezioni sono peggio del virus
E ora faccio un'altra operazione, provo a andare a nord, o anche a est dell'Europa, e guardare da lì l'Italia. Se anche supero i luoghi comuni del mandolino e della pizza, vedo un paese con le sue "criticità", come si dice oggi. Un paese dove ora manca il denaro ma c'è chi ce l'ha e è pronto a elargirlo per rafforzare il potere. La mafia nelle sue varie forme, cosa nostra, 'ndrangheta, sacra corona unita, mafie cinesi, russe, nigeriane, pronte tutte a spendere il contante "guadagnato" con droga, armi, usura e altre amene cose, ma anche a assaltare il denaro pubblico che verrà distribuito. Vedo anche un paese dove crollano i ponti, mica solo quelli piccoli, ma anche uno grande come il ponte Morandi, dove ci sono terremoti frane e disastri vari e i soldi assegnati per affrontarli spariscono e non si sa che fine fanno. L'elenco potrebbe proseguire non all'infinito, perchè nulla è infinito, nemmeno l'universo, ma insomma potrebbe durare parecchio. La poca disponibilità dell'Europa mi pare un pochino giustificata.
Ora faccio ancora un'altra operazione, vado sulla stazione spaziale che orbita intorno al pianeta e do un'occhiata da lì.
Questa è una pandemia, vuole dire che riguarda tutti, tutto il mondo. E' iniziata in Cina e i cinesi sono stati molto bravi, sono riusciti a uscirne, quasi del tutto, in due mesi. Hanno dichiarato di aver avuto anche poche vittime, Intorno a duemila, se non sbaglio, quindi noi italiani adesso ci stiamo facendo una pessima figura, sembriamo veramente arretrati e primitivi, perchè da noi di CV muore tanta gente. Però negli ultimi giorni la corrispondente dalla Cina Giovanna Botteri annuncia che le urne con le ceneri dei morti raccontano una storia diversa, sono moltissime, decine di migliaia, 40000, forse di più. In Cina hanno un capo dello stato con poteri assoluti che ha fatto votare un legge per cui sarà lui a comandare a vita, finché campa. Notizie trapelano ugualmente, nonostante si voglia dare un'immagine diversa. L'immagine è che il corona virus non guarda in faccia nessuno e si comporta dappertutto nella stessa maniera. Il biondo inglese dà i numeri, ma poi si ammala di Covid 19. Trump esspone la popolazione a rischi enormi. In Africa la pandemia deve arrivare ma credo avremo sorprese positive.
E' questione di nomi, il nome che si dà alle cose, ai fenomeni.
Qui in Italia il virus è entrato in alcune case di riposo e sono morte diverse persone, ma non sono stati fatti tamponi di controllo e quindi non risultano come morti da Covid 19. La stessa cosa è accaduta in diversi paesi europei, all'inizio si è lasciato correre per non interrompere il lavoro, la catena dell'economia, e molte morti non sono state attribuite al Covid 19. In Italia siamo in un regime democratico, ancora, e facciamo un sacco di confusione, ci sono un sacco di imbrogli, ma più o meno ci raccontiamo le cose come vanno. Capita perchè c'è sempre qualcuno che parla e alla fine, anche se in modo complicato, una visione reale si riesce a averla. Riusciamo a capire, nonostante i tentativi di insabbiamento, quali sono i numeri veri. In Germania sembra che i tedeschi abbiamo qualche medicina speciale perché di malati ce n'è tanti, ma di morti da Covid 19 ce ne sono pochissimi. Sarà una questione di nomi? Ho l'impressione di sì. Anche questo andrebbe stabilito in Europa, un modo di procedere comune, e anche un modo comune di chiamare le cose.
Ora scendo di nuovo sulla Terra e osservo i paesi del nord Europa dall'Italia. O anche, per esempio, dalla Grecia. La piccola chiassosa, sporca Grecia , anche corrotta, ma anche amata, culla della civiltà occidentale, scrigno di tesori, che qualche anno fa si è vista imporre regole inumane e ferree dalla comunità europea per risanare la propria economia, dove sono arrivate le aziende tedesche con i soldi in mano e si sono comprate qualunque cosa. Aeroporti, attività economiche, imprese turistiche. Anche questo è piuttosto inquietante e spaventoso eppure è successo e continua a succedere per le questioni di un'economia che guarda solo al profitto e non ai bisogni.
Chi passa di qui sa che spesso trovo consolazione e interpretazioni nei libri che ho letto. Infatti in questo periodo mi è venuto in mente uno dei libri del ciclo della fondazione di Asimov che avevo riletto di recente. Vedrò di ritrovarlo per scrivere il titolo, ma qui di libri ce n'è un visibilio e sarà un'impresa...Il protagonista è Hari Seldon, un matematico. In un periodo storico di decadenza, in cui l'impero galattico rischia di sgretolarsi e l'intera civiltà accartocciarsi e quasi sparire, crea una nuova scienza, la Psicostoria, che attraverso l'uso di equazioni riesce a prevedere crisi future e indicare i mezzi per superarle. Isaac Asimov immagina che ci sia un protettore, una guida dell'umanità, che veglia senza troppo interferire, e interviene solo quando il rischio di distruzione è troppo grande. Questo misterioso protettore è un robot. Poi si scopre che anche la moglie di Seldon, che gli è stata assegnata come guardia del corpo, e poi si sono innamorati, è un robot. Asimov immagina che gli uomini, con un colpo di genio, creando i robot e le tre leggi della robotica, in qualche modo riescano a fare un'assicurazione sul futuro. Ma noi ora non abbiamo robot che ci aiutino e nessuna assicurazione. Gli unici a poterci aiutare siamo noi stessi. Di questo libro possiamo conservare una piccola lezione: è durante le crisi che le cose cambiano. In meglio o in peggio. L'Europa ha, col Corona Virus, oltre che una prova terribile, anche un'occasione. Immaginavo da tempo che l'Europa si sarebbe unita davvero (oppure no) solo affrontando un problema comune. Io spero che lo faccia! Non immaginavo che il problema sarebbe stato tanto grande. Sarebbe bello che chi ci sarà fra cento o duecento anni ricordi questo Covid 19 come un punto di svolta per scelte unitarie e buone per tutti. Sventoliamo la bandiera, ma quella europea. E quella del mondo che conosciamo, pianeta Terra. Ora mi chiedo se ho scritto qualcosa di sensato.