Pasqua dannata

E' tutto così fermo, sospeso.  Anche io mi sforzo di stare ferma e scarico l'energia lavorando col decespugliatore a batteria e con tutto il resto. Ho messo più meno a posto il giardino, ma non piove e non è una primavera ricca e fresca. Per fare certi lavori avrei bisogno di comprare qualche sacco di cemento e il negozio è chiuso. A quel povero decespugliatore, nato per fare lavoretti di rifinitura, dice mio marito, ho fatto fare un lavoraccio, in questi giorni. Ho due batterie, e la macchina, con la carica di una batteria fa circa quaranta minuti di lavoro. Ho fatto 80 minuti di lavoro pesante la mattina e ottanta la sera, e ho ricaricato intorno all'ora di pranzo che lavoro in casa. Lavoro pesante per lui, poveretto, gli ho fatto tagliare le erbe alte cresciute intorno agli olivi e pulire le ripe. Ieri ha dato segni di stanchezza e mi è preso paura. Se si rompe non potrò ricomprarlo, con la situazione economica che si prospetta. Sono andata a letto, ieri sera, con una punta di angoscia. L'angoscia è sempre dietro l'angolo e trova occasione in piccole cose, quando cerchi di tenere sotto controllo quelle molto grandi, che sono sempre lì e ora ci sono anche quelle enormi. Quando riprenderà il lavoro? Come sarà organizzato? Come faremo a tenere le distanze per evitare che si infetti troppa gente e gli ospedali si riempiano di nuovo? Che ci pensi io non serve, non ho nessuna competenza. Però un po' d'ansia viene lo stesso.
Ho assolutamente bisogno di poter lavorare fuori per rimanere stabile col cervello. Un po' cattiva ma stabile. Stamani sono andata a far alzare la mia suocera che vuole fare i suoi bisogni in bagno ma poi non si siede e fa la pipì in giro. Mi sono arrabbiata e non dovrei. E' perfettamente inutile, anzi, dannoso, per me che mi si alza la pressione, e per quell'alone che resta e che anche se non si ricorda rimane a lei per la volta successiva. Quindi ho pulito i sanitari e per terra, cambiato e lavato lei che aveva bagnato anche i pantaloni, e mi sono sentita presa in ostaggio, che anche questo è inutile. Le cose vanno fatte e basta. E per farle bisogna poter mettere la testa da un'altra parte, cioè nell'oliveto e in giardino. Sono fortunata a vivere in campagna con un pezzo di terra, anche se poi è scomodo, lontano dalla città eccetera. Ma bisogna tenerlo a posto e lavorarci e questo è un legame e anche una specie di terapia. Aspetto, come tutti in questo tempo sospeso. Accendo la televisione e ascolto il presidente del Consiglio e i suoi ministri che peggio di così difficilmente gli poteva capitare. Come essere presi da un camion in corsa. Ascolto e vedo su facebook Salvini e Meloni che non si astengono dal fare gli sciacalli neanche in questa situazione pessima. Mi sono fatta l'idea, che questa fantastica sanità lombarda sia soprattutto una macchina per fare soldi. Ci siamo stati anche noi al San Raffaele, qualche anno fa, per un problema di salute di mia figlia. Qui da noi hanno da subito dedicato due ospedali, Arezzo e Grosseto, al Covid, in modo da evitare che chi andava in ospedale per altri problemi avesse contatto con il virus e si infettasse. Hanno separato le linee, come si fa, mi viene in mente un paragone, quando si cucina per i celiaci che non devono avere contatto con il glutine. Va bene, anche per questo non sono competente. Per il resto, lo dico scherzando un po', è una Pasqua dannata. Pensavo di leggere tanto, ma ho solo riletto un libro delle mie figlie quando erano piccole, "I maghi di Caprona". Delizioso e spaventoso libro per ragazzi, di magia, che ci vuole proprio.