Se ci fossimo ammalati

Se ci ammalassimo. Se ci fossimo ammalati. Ho preso in considerazione l'ipotesi, in questi giorni. Ora che siamo quasi del tutto isolati dall'8 marzo, salvo la spesa con le dovute precauzioni, penso che non abbiamo avuto contatto col virus, oppure siamo asintomatici, ma mi pare strano perchè anche la mia suocera non si è ammalata. Ha 91 anni compiuti e è un soggetto particolarmente a rischio. Se ci ammalassimo sarebbe un guaio. Uno di noi o tutti e due. Abbiamo qui questa donna con l'Alzheimer e ci si può immaginare. Siamo qui a custodire qualcuno che muore e non è una bella sensazione. Abbiamo 5 gatti e la Holly e anche loro dipendono da noi. E' inutile pensarci, perché non possiamo prevenire più di così e preoccuparsi è perfino dannoso. Ho lavorato fuori con particolare attenzione e prudenza. Qualcuno degli amici ha detto di non uscire nemmeno di casa, di non correre rischi, perché già i prontosoccorsi sono impegnati e non è il caso di dare altro lavoro. A me è venuta spontanea una rispostaccia: se dovessi farmi male in giardino abbattetemi sul posto. Eh sì, comincio a dare segni evidenti di intolleranza. L'idea che a Arezzo il sindaco Ghinelli usi i droni per controllare le strade mi urta il sistema nervoso. Io non vado in giro, ma tutti 'sti infettivologi autodidatti, questa dittatura dell'uomo comune comincia a rompere. Gli anarchici sostenevano che non c'è bisogno di governanti perché l'uomo dentro di sé sa cos'è bene e si comporta di conseguenza. Non è vero, ma ogni tanto è bello pensarlo.